SCENA QUINTA.

Valentina

con grande angoscia.

Ah! Luciano!... Luciano!...

Luciano

dominandola con la sua calma.

No, Valentina. Niente ah! niente Luciano. Non una parola di più. Non voglio e non accetto rimpianti.

Valentina

con crescente remissione.

Non piango, Luciano.

Luciano.

Mi rimproveri?

Valentina.

Ma no, Luciano.

Luciano.

Mi ammiri anche tu?

Valentina.

Se vuoi.... sì.... ti ammiro.

Luciano.

Brava! Sei assolutamente di razza! Non so ancora stabilire di quale razza, ma è certo che abbiamo comune una grande qualità.

Valentina.

Sì?...

Luciano.

L'incoscienza.

Valentina

Lo credi?

Luciano.

Se lo credo? Ma tutta la tua vita ne è una lucida prova.

Valentina

turbatissima.

Luciano.... è un'accusa?

Luciano.

No, cara. È una lode. Procura di capirmi, e lasciami dire. Ho bisogno di dire! Stanotte mi sembra di avere raggiunta una tappa suprema della mia vita vertiginosa. Adesso sediamoci un momento per considerarla insieme, da tranquilli spettatori che si divertono. – Vuoi bere?

Valentina.

Non ho sete, Luciano.

Luciano.

Io ardo. Bisogna bere.

Chiamando un cameriere che sta spegnendo le lampadine sui tavoli.

Damnii da bere. Brucio di sete.

Il Cameriere

accorrendo con premura.

Sfido! Il signore non ha ancora pranzato!

Luciano

sorpreso.

Come? Non ho pranzato?

Il Cameriere.

No, signor Luciano.

Luciano

a Valentina.

Ma è vero che non ho pranzato?

Valentina.

No, Luciano. Non ti ricordi? Hai cominciato a giocare nel pomeriggio.

Luciano

sempre più sorpreso.

E perchè ho tanta sete? Dovrei aver fame.

Valentina.

Vuoi mangiare?

Luciano.

Se mi assicuri che non ho pranzato bisognerà pure che pranzi!

Il Cameriere.

Vuole che prepari in salone?

Luciano.

No, no! Luoghi chiusi, basta! Prepara là. Porta quello che vuoi, quello che trovi.

Il Cameriere.

Ci penso io, signor Luciano.

Esce. Tornerà a suo tempo per preparare la tavola e servire la cena.

Luciano.

Valentina, non girarmi intorno così. – Siedi. Ti prego.

Valentina

siede.

Luciano.

Ah! come fa bene un po' di fresco!

Guardando Valentina sempre nervosa e turbata.

Cos'hai?

Valentina

prendendo a due mani il suo coraggio.

Luciano.... Mi permetti di parlarti?...

Luciano.

Ma sicuro! Siamo qui apposta per chiacchierare.

Valentina

con imbarazzo.

Ecco.... senti.... non so come dire....

Luciano.

Coraggio!

Valentina

con ansiosa risoluzione.

Sei rovinato davvero?

Luciano.

Tò! Vuoi che scherzi?

Valentina.

E non ti spaventa?

Luciano.

Perchè?... Non bisogna mai turbarsi. Non bisogna mai guardare indietro. – Ricordatelo bene. Te lo dice un uomo che guarda sempre innanzi.

Valentina.

E che cosa vedi?

Luciano.

Candiani!

Infatti, in questo momento Candiani è apparso sulla porta del vestibolo.

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