SCENA SESTA.

Luciano.

Dove t'eri cacciato?

Candiani

scendendo, cupo, accigliato.

Cercavo di te!

Luciano.

Perchè me lo dici con tanta gravità?

Candiani.

Perchè ho bisogno di parlarti.

Luciano.

Ma è una manìa! Avete tutti bisogno di parlarmi, stasera? E con certe faccie, poi!... Su, su! Allegri che adesso ceniamo.

Candiani.

Se tu credi che io abbia voglia di mangiare!

Luciano.

Ma se tu credi che io rinunci a mangiare perchè tu non ne hai voglia!

Valentina

intervenendo.

Senti, Luciano: Candiani, come me, è seriamente preoccupato....

Luciano.

Di che?

Valentina.

Del tuo avvenire.

Candiani.

Che è certo spaventosamente oscuro.

Luciano.

Certo. Ma chi può indovinare quello che nasconde questa tenebra?

Candiani.

Ma come? Non pensi....

Luciano

subito.

No. Non penso. Perchè se pensassi, forse m'ammazzerei.

Valentina-Candiani

ad un tempo, angosciati.

Luciano!

Luciano.

Ma non mi ammazzo. State tranquilli.

E come Candiani e Valentina lo fissano intontiti.

Perchè mi fissate così? Siete ben curiosi, sapete! Se continuate su questo tono mi preoccupate veramente. Calma, ragazzi. Calma!

Il Cameriere

avvicinandosi, dopo aver preparato.

Quando vuole, è pronto.

Luciano.

Oh! bravo!

Si alza.

A tavola, figlioli.

Al cameriere.

Lascia tutto qui e vai pure. Ci serviamo da noi.

Siede al tavolo apparecchiato.

Ecco. Così.

Indicando i posti.

Tu siedi qui.... Tu là. – E faccie contente, mi raccomando!

Candiani.

Come si può esserlo!

Luciano.

Bisogna esserlo! Guai alla gente che prende le cose in tragico! Forse che la tristezza o la preoccupazione sono un rimedio?... E allora? Bisogna accettare la vita come viene: col suo alto, col suo basso....

Servendosi.

Non volete proprio mangiare?

Valentina

dolcemente.

No, caro.

Candiani

aspramente.

Ti ho detto di no!

Luciano

a Candiani.

E non potresti dirmelo con più bella maniera? Cosa credi? Di importi? Guarda: non mi spavento. Mangio solo.

Si serve, mangia.

Oramai mi sono fatta una mia filosofia che vorrei veder trasfusa in chi mi circonda. In voi due, per esempio. Ricordatevi bene che ogni decisione, anche la più grave, deve essere il risultato di una spensierata serenità. Vedete? In questo momento noi tre siamo qui, io mangio, e se foste veramente sereni, o semplicemente alla mia altezza, prenderei una decisione.

Candiani.

Quale?

Luciano.

Una decisione grave, ma necessaria: bisogna che io e Valentina ci lasciamo.

Valentina

impallidendo.

Chi?... Noi?... No!...

Luciano.

Sì, Valentina. Credimi. Per qualche tempo almeno, è necessario.

Valentina

con voce che trema.

Ma perchè?

Luciano.

Perchè io posso rovinare me stesso, se mi fa piacere, ma devo avere tutti i riguardi verso chi mi è caro.

Candiani

esasperato.

E questi tu li chiami riguardi?

Luciano.

Sicuro! Posso, in coscienza, travolgere anche lei nel baratro in cui la sfortuna mi ha precipitato stasera? Che mi ha fatto di male, lei? Sono quattro anni che vive con me eppure – che io sappia – non mi ha mai tradito. È sempre stata devota, affettuosa, carina.... Ha cercato in una parola di rendermi la vita piacevole.... E non vuoi che le dimostri in qualche modo la mia riconoscenza?

Candiani

prorompendo.

Ah! Senti! Ah! Senti!

Valentina

preoccupata.

No, Candiani, non irritatelo!

Luciano.

Ma lascialo dire!... Chi lo ascolta?... È un uomo per bene, un povero uomo per bene che non si correggerà mai! Bisogna compatirlo. Lui è fatto così. Se si trovasse nei miei panni spingerebbe la sua rettitudine e la sua bontà fino a far mancare alla donna che adora tutte quelle piccole, inutili cose che le sono necessarie! È un uomo per bene!

Candiani

fieramente.

Puoi dirlo!

Luciano.

Appunto: te l'ho detto. Io, invece, che non lo sono, dico a questa donna: senti, cara: non posso più spendere cinquantamila franchi all'anno per vestirti perchè non li ho. Ma siccome non ammetto che tu spenda meno, noi ci dividiamo fino a che non potrò spenderli ancora.

Valentina.

Per questo?... Non mi credi dunque capace di un sacrificio?

Luciano.

Ne sarai capacissima, ma non voglio!

Valentina.

Come mi conosci male! Perchè non vuoi?

Luciano.

Perchè quando si vuole sacrificare una donna, non c'è che una via: si sposa.

Valentina.

Questo no!

Luciano.

Infatti, sarebbe proprio esagerato. E poi, assolutamente, non lo potrei.

Candiani.

Avresti degli scrupoli, tu?

Luciano.

Oh! Non gli scrupoli che tu credi. Ne avrei degli altri, più giusti, più profondi, più importanti!

Candiani.

Non oso domandarteli.

Luciano.

Te li dico: se io mi sposassi, dovrei naturalmente trovarmi un'amante. E siccome Valentina, per me, è l'amante perfetta, come potrei prenderla per amante sposandola?

Candiani.

No, ecco, sei fenomenale!

Luciano.

Non dargli retta, Valentina. Ricordati una sola cosa: sei la più deliziosa e spensierata creatura di lusso che io mi conosca. Non guastarti. Non preoccuparti mai. Accetta quello che ti propongo, senza pensare. Non riflettere; perchè se un giorno, un solo briciolo di riflessione tormentasse il tuo cervello, non mi piaceresti più.

Valentina

rassegnata.

Se sapessi cosa mi costerà questo distacco!

Luciano.

Lo so.... Me l'immagino. Non ci si stacca senza rimpianto da un uomo come me. E se potessi trovare una soluzione diversa, t'assicuro che anch'io sarei più contento. Ma, credi, da domani ho bisogno di pensare un pochino ai casi miei. Ora, non so, ma mi pare che in due ci si penserebbe di più.... E non voglio pensarci tanto.... Tu, invece, vai e aspetti....

Valentina.

Dove devo andare?

Luciano.

Non mi hai sempre detto che vive una tua vecchia parente....

Valentina.

Sì, Luciano: te l'ho detto.... mia zia....

Luciano.

C'è ancora?

Valentina.

Sì, Luciano: c'è ancora.

Luciano.

Ecco. Tu allora vai dalla zia e aspetti che una qualche divina provvidenza mi levi d'impiccio.... Ti darò quel po' di denaro che ancora ho in tasca.... se ne ho....

Valentina.

Non preoccuparti. Posso impegnare i miei gioielli....

Luciano.

No. A quello avrai sempre tempo. Non impegnare i tuoi gioielli, e vai dalla zia. Anzi adesso fai una cosa molto più semplice: vai a letto.

Valentina.

Mi mandi già via?

Luciano.

Non è che ti mandi via, ma voglio restar solo. Devo dare alcune istruzioni, qui a quel borghese di Candiani....

Candiani

scattando.

Ah! No, caro!

Luciano.

È l'ultima noia, non temere.

Valentina

timida e commossa.

Posso aspettarti alzata?

Luciano.

Non è per obbligarti ad andare a letto.... Ma se tardassi....

Valentina.

Va bene.... Andrò a letto....

Si alza.

Buona notte, Candiani....

Gli tende la mano.

Addio, Luciano....

Si asciuga gli occhi.

Luciano

dolcemente.

No, no, no.... Non voglio vederti così....

Valentina

trattenendo il pianto.

Abbi pazienza.... caro!... Abbi pazienza!...

E siccome le lagrime le fanno groppo, esce di corsa.

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