Antonietta, poi Vladimiro
Antonietta — (entra, traversa la scena, va alla veranda, scruta nell’oscurità del giardino, chiamando sommessamente) Vladimiro!... Vladimiro?...
Vladimiro — (entrando, dal giardino, gravemente) Se ne sono andati i parassiti?
Antonietta — Tutti. Che facevi laggiù?
Vladimiro — (sospirando) Pensavo a te, e scrutavo il cielo.
Antonietta — Grazie. Vladimiro.
Vladimiro — Soffia vento di ponente: fra poco avremo temporale.
Antonietta — Che bellezza! Come mi sentirò sicura dormendo fra le tue braccia!
Vladimiro — Sì: le bufere rendono più saldo l’amore! Chiudi, Antonietta (chiudono le vetrate). E adesso spegni (spengono le lampade. La scena resta al buio).
Antonietta — Mi ami sempre?
Vladimiro — (fatale) Non domandare: amarti è il mio destino.
Antonietta — (dolcemente) Lo rimpiangi?
Vladimiro — (c. s.) Il destino non si rimpiange: si segue (escono insieme).