SCENA V.

ElenaRespighi

Elena — (appena uscito Alberto, con tono grave e misterioso) Cavaliere... Io sto per commettere una viltà!...

Respighi — (impressionato) Una viltà?

Elena — Credo di parlare ad un amico, a un vero amico...

Respighi — Può dubitarne, signora?

Elena — Lei mi giura che non farà parola con nessuno di quanto sto per confidarle?

Respighi — Glielo giuro!

Elena — Ebbene: inganno Alberto!

Respighi — (turbatissimo) Lei!?.. Dopo sei mesi?.... Ma è una follia!

Elena — No. Ho molto riflettuto prima di decidermi. Ho studiato acutamente mio marito durante questi ultimi tempi. Per quanto egli si sforzi di apparire allegro, felice, per niente mutato dai primi mesi, non mi sono sfuggiti il suo tedio, nè la sua stanchezza, nè la sua noia....

Respighi — Ma via! Non è possibile!...

Elena — È così. È così. Sono penetrata nella sua anima, fino in fondo; e quando ho capito che non c’era più niente da fare, non ho esitato un momento... (va alla scrivania, apre un cassetto e ne cava una lettera).

Respighi — (quasi a sè) Disgraziata!

Elena — (continuando) Ho scritto.

Respighi — A chi?

Elena — A Ippolito.

Respighi — A Ippolito?

Elena — Sì. Ho pensato: domani è il mio compleanno. Chissà? Forse anche lui se ne ricorda... Perchè non tentare? Perchè non dirgli «tornate»?

Respighi — (respirando largo) Ah! È questo?... M’ha fatto sudar freddo.

Elena — Perchè? Che cosa credeva?

Respighi — Non lo so... Non capivo....

Elena — Oh! Lei non può capire... E nemmeno Alberto voglio che capisca. Voglio che il ritorno di loro sembri una cosa spontanea, che interrompa questa nostra vita monotona coll’antica allegrezza. Lei deve aiutarmi. Non volevo affidare la mia lettera a un domestico, perchè Alberto ha proibito loro persino di parlare degli amici lontani... Aspettavo lei.... Eccola (gli porge la lettera suggellata).

Respighi — (riponendola con cura) Ma signora, ci penso io, non dubiti... Domattina stessa l’avranno. E se avessi imaginato questo, ne avrei parlato ieri... Credo d’aver capito, del resto, che anche loro non desiderano di meglio.

Elena — Lo crede?

Respighi — Ne sono certo!... Vogliono essere forti, probabilmente per non cedere per i primi, ma al più piccolo segno d’invito, non abbia paura... quelli volano!

Elena — Lo spero tanto anch’io!

Respighi — Non c’è dubbio... Vedrà... s’immagini che ieri...

Elena — (interrompendo) Zitto!... Ecco Alberto.

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