Carmine — Roberto
Carmine — (sorridendo) Cos’è?... Ti secca che prendiamo il cuoco? (sceglie i fiori e durante il dialogo che segue li dispone qua e là nei vasi).
Roberto — No. Mi secca che perdiate la testa.
Carmine — Ah! tu vedessi da un po’ di giorni papà!... Non sa più che cosa inventare! Va, viene, ordina, disfa, torna a ordinare....
Roberto — Che perda la testa tuo padre lo ammetto... ma che la perdiate voi...
Carmine — Noi, chi?
Roberto — Se persino Elisabetta non ragiona più!
Carmine — Elisabetta ricorda Paolo ragazzo quando studiava con papà... Poi ne ha sempre sentito parlare... Sa che è una celebrità, che ha scritto molti romanzi, che ha viaggiato molto mondo... E le sembra impossibile che un uomo, dopo aver girato tutto il mondo, capiti proprio qua, in casa nostra.
Roberto — Ecco: perchè viene qua, vorrei saperlo anch’io.
Carmine — Non è poi una cosa favolosa! Quando papà ha ricevuto quella sua lettera da Londra....
Roberto — Oh! ci siamo con la lettera da Londra!... Eccola che torna in ballo, la lettera da Londra!... Di’ la verità, che tutta la famiglia l’ha imparata a memoria!...
Carmine — (dolcemente) Come sei sciocco!
Roberto — Ma se la so a memoria persino io, a furia di sentirmela rileggere da tuo padre! (declamando con ironia): «Che ne diresti, mio buon Taddei, se il tuo vecchio Paolo fosse preso da un improvviso bisogno di pace?. Gli apriresti le porte e le braccia?...» – O non poteva cercarsela in qualche altro luogo la pace, senza mettere sossopra la nostra?...
Carmine — E perchè vedi la nostra pace in pericolo?
Roberto — Lo so io il perchè! Perchè non si potrà più stare mezz’ora assieme! Perchè bisognerà varcare la soglia in atto di adorazione! Perchè tuo padre non capirà più niente del tutto....
Carmine — Roberto!
Roberto — Perchè anche tu, sì, anche tu, sarai destinata agli umilissimi servigi dell’ospite illustrissimo!
Carmine — Ma Roberto, via, non esagerare!... E intanto ti avverto che per preoccuparti di quello che sarà, ti sei dimenticato di quello che è!
Roberto — Cioè?
Carmine — Cioè che mi stai parlando da dieci minuti, e non ti sei ancòra accorto che è discesa la tua fidanzata!
Roberto — Ecco la prova che il tuo futuro ospite comincia a seccarci già prima di arrivare.
Carmine — Dammi un bacio e non ci secca più.
Roberto — (rassegnato) Il bacio è pronto: vieni a prenderlo.
Carmine — E a restituirtelo! (corre a lui, ma d’improvviso Elisabetta che entra, la ferma. E Carmine voltandosi di colpo chiede:) Che c’è?
Elisabetta — Scusi signorina... Ma hanno portato la livrea per Domenico.
Roberto — (sbalordito) La livrea per Domenico?
Carmine — E allora chiama Domenico e digli che la provi subito e venga a farsi vedere.
Elisabetta — Bene signorina, (esce)
Roberto — (che non sa più dominarsi) Anche la livrea per Domenico?
Carmine — (spazientita e affermativa) Anche la livrea per Domenico.
Roberto — È una nuova trovata di tuo padre?
Carmine — (c. s.) Sì. È una nuova trovata di mio padre.
Roberto — E poi, che c’è ancòra?
Carmine — Ci sarà dell’altro.
Roberto — Eh! sì... Eh, sì!... Se in dieci minuti ho potuto avere tutte queste magnifiche rivelazioni, ci sarà dell’altro!
Carmine — C’è!... C’è che sei insopportabile!
Roberto — Non quanto voi siete ridicoli!
Carmine — Di più!... Di più!...
Roberto — È già una superiorità!
Carmine — Pietosa.
Roberto — Compatisci dall’alto del tuo soglio!
Carmine — No, basta!... Mi hai seccata!
Roberto — Pensavo di te la stessa cosa!
Carmine — (altro tono, dolce, persuasiva) Ma via, Roberto... non capisco perchè, invece d’irritarti, tutto questo non ti diverta. Dato che la vita in campagna non offre molti passatempi, e il buon Dio ce ne manda uno, invece di litigare scioccamente, uniamoci per sfruttarlo con allegria!
Roberto — Oh!... Sarà un divertimento pazzo!
Carmine — Ma certo!... Non è allegro, per esempio, veder mio padre, l’uomo più pacifico della terra, fare raccomandazioni a dritta e a sinistra, scritturare un cuoco, mettere la livrea al giardiniere?... Ma a lui pare che niente di quello che è qua dentro, sia degno d’incoronare la fama di quest’uomo, che si ricorda, dopo tanti anni, di noi, e ci concede la sua intimità... È allegro, secondo me!
Roberto — Allegrissimo!
Carmine — (con soave rimprovero) A meno che – se preferisci – non sia anche, molto simpatico, affettuoso e gentile!
Roberto — No, cara! A me, francamente, dà ai nervi! Pensala come vuoi, ma io non la sento la venerazione per la celebrità. Sono d’un’altra razza, io!
Carmine — Che brutta razza, mio Dio!
Roberto — Non m’inchino a nessuno, io!
Carmine — Nessuno te l’ha ancòra chiesto.
Roberto — Lui sarà grande, io sarò piccolo, ma in ginocchio ad adorarlo, mai!
Carmine — E resta in piedi, che vuoi che ti dica!... (voltandosi perchè s’apre la porta) To’, ecco Domenico che viene a farsi ammirare.
(Domenico , che indossa con molto impaccio la livrea, entra seguito da Elisabetta).
Roberto — Ammiralo tu!... Io corro se no perdo il treno. E alle dieci devo essere in tribunale. (prende la sua cartella e il soprabito).
Carmine — (sbarrandogli il passo) Fai vedere che faccia hai!... Eh! no!... Se vai in tribunale con quel muso lì, perdi la causa, garantito...
Roberto — (sorridendo suo malgrado) Con te finisco a perderla sempre.
Carmine — Pace?
Roberto — Pace!
Carmine — Torni per colazione?
Roberto — Se ho finito, sì.
Carmine — Vuoi venire da noi?... Potrai dare a papà il tuo giudizio sul nuovo cuoco...
Roberto — L’ho già giudicato: è pessimo!... Addio!
Carmine — E il bacio?
Roberto — In giardino, se mi accompagni.
Carmine — (agli altri) Aspettatemi. Torno subito.
(esce con Roberto dal fondo).