SCENA II.

CarmineRoberto

Carmine — (sorridendo) Cos’è?... Ti secca che prendiamo il cuoco? (sceglie i fiori e durante il dialogo che segue li dispone qua e là nei vasi).

Roberto — No. Mi secca che perdiate la testa.

Carmine — Ah! tu vedessi da un po’ di giorni papà!... Non sa più che cosa inventare! Va, viene, ordina, disfa, torna a ordinare....

Roberto — Che perda la testa tuo padre lo ammetto... ma che la perdiate voi...

Carmine — Noi, chi?

Roberto — Se persino Elisabetta non ragiona più!

Carmine — Elisabetta ricorda Paolo ragazzo quando studiava con papà... Poi ne ha sempre sentito parlare... Sa che è una celebrità, che ha scritto molti romanzi, che ha viaggiato molto mondo... E le sembra impossibile che un uomo, dopo aver girato tutto il mondo, capiti proprio qua, in casa nostra.

Roberto — Ecco: perchè viene qua, vorrei saperlo anch’io.

Carmine — Non è poi una cosa favolosa! Quando papà ha ricevuto quella sua lettera da Londra....

Roberto — Oh! ci siamo con la lettera da Londra!... Eccola che torna in ballo, la lettera da Londra!... Di’ la verità, che tutta la famiglia l’ha imparata a memoria!...

Carmine — (dolcemente) Come sei sciocco!

Roberto — Ma se la so a memoria persino io, a furia di sentirmela rileggere da tuo padre! (declamando con ironia): «Che ne diresti, mio buon Taddei, se il tuo vecchio Paolo fosse preso da un improvviso bisogno di pace?. Gli apriresti le porte e le braccia?...» – O non poteva cercarsela in qualche altro luogo la pace, senza mettere sossopra la nostra?...

Carmine — E perchè vedi la nostra pace in pericolo?

Roberto — Lo so io il perchè! Perchè non si potrà più stare mezz’ora assieme! Perchè bisognerà varcare la soglia in atto di adorazione! Perchè tuo padre non capirà più niente del tutto....

Carmine — Roberto!

Roberto — Perchè anche tu, sì, anche tu, sarai destinata agli umilissimi servigi dell’ospite illustrissimo!

Carmine — Ma Roberto, via, non esagerare!... E intanto ti avverto che per preoccuparti di quello che sarà, ti sei dimenticato di quello che è!

Roberto — Cioè?

Carmine — Cioè che mi stai parlando da dieci minuti, e non ti sei ancòra accorto che è discesa la tua fidanzata!

Roberto — Ecco la prova che il tuo futuro ospite comincia a seccarci già prima di arrivare.

Carmine — Dammi un bacio e non ci secca più.

Roberto — (rassegnato) Il bacio è pronto: vieni a prenderlo.

Carmine — E a restituirtelo! (corre a lui, ma d’improvviso Elisabetta che entra, la ferma. E Carmine voltandosi di colpo chiede:) Che c’è?

Elisabetta — Scusi signorina... Ma hanno portato la livrea per Domenico.

Roberto — (sbalordito) La livrea per Domenico?

Carmine — E allora chiama Domenico e digli che la provi subito e venga a farsi vedere.

Elisabetta — Bene signorina, (esce)

Roberto — (che non sa più dominarsi) Anche la livrea per Domenico?

Carmine — (spazientita e affermativa) Anche la livrea per Domenico.

Roberto — È una nuova trovata di tuo padre?

Carmine — (c. s.) Sì. È una nuova trovata di mio padre.

Roberto — E poi, che c’è ancòra?

Carmine — Ci sarà dell’altro.

Roberto — Eh! sì... Eh, sì!... Se in dieci minuti ho potuto avere tutte queste magnifiche rivelazioni, ci sarà dell’altro!

Carmine — C’è!... C’è che sei insopportabile!

Roberto — Non quanto voi siete ridicoli!

Carmine — Di più!... Di più!...

Roberto — È già una superiorità!

Carmine — Pietosa.

Roberto — Compatisci dall’alto del tuo soglio!

Carmine — No, basta!... Mi hai seccata!

Roberto — Pensavo di te la stessa cosa!

Carmine — (altro tono, dolce, persuasiva) Ma via, Roberto... non capisco perchè, invece d’irritarti, tutto questo non ti diverta. Dato che la vita in campagna non offre molti passatempi, e il buon Dio ce ne manda uno, invece di litigare scioccamente, uniamoci per sfruttarlo con allegria!

Roberto — Oh!... Sarà un divertimento pazzo!

Carmine — Ma certo!... Non è allegro, per esempio, veder mio padre, l’uomo più pacifico della terra, fare raccomandazioni a dritta e a sinistra, scritturare un cuoco, mettere la livrea al giardiniere?... Ma a lui pare che niente di quello che è qua dentro, sia degno d’incoronare la fama di quest’uomo, che si ricorda, dopo tanti anni, di noi, e ci concede la sua intimità... È allegro, secondo me!

Roberto — Allegrissimo!

Carmine — (con soave rimprovero) A meno che – se preferisci – non sia anche, molto simpatico, affettuoso e gentile!

Roberto — No, cara! A me, francamente, dà ai nervi! Pensala come vuoi, ma io non la sento la venerazione per la celebrità. Sono d’un’altra razza, io!

Carmine — Che brutta razza, mio Dio!

Roberto — Non m’inchino a nessuno, io!

Carmine — Nessuno te l’ha ancòra chiesto.

Roberto — Lui sarà grande, io sarò piccolo, ma in ginocchio ad adorarlo, mai!

Carmine — E resta in piedi, che vuoi che ti dica!... (voltandosi perchè s’apre la porta) To’, ecco Domenico che viene a farsi ammirare.

(Domenico , che indossa con molto impaccio la livrea, entra seguito da Elisabetta).

Roberto — Ammiralo tu!... Io corro se no perdo il treno. E alle dieci devo essere in tribunale. (prende la sua cartella e il soprabito).

Carmine — (sbarrandogli il passo) Fai vedere che faccia hai!... Eh! no!... Se vai in tribunale con quel muso lì, perdi la causa, garantito...

Roberto — (sorridendo suo malgrado) Con te finisco a perderla sempre.

Carmine — Pace?

Roberto — Pace!

Carmine — Torni per colazione?

Roberto — Se ho finito, sì.

Carmine — Vuoi venire da noi?... Potrai dare a papà il tuo giudizio sul nuovo cuoco...

Roberto — L’ho già giudicato: è pessimo!... Addio!

Carmine — E il bacio?

Roberto — In giardino, se mi accompagni.

Carmine — (agli altri) Aspettatemi. Torno subito.

(esce con Roberto dal fondo).

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