Elisabetta – Domenico poi Carmine
Elisabetta — (girando intorno a Domenico) Vuoi che te la dica?... Sembri un signore. Ti sta proprio magnificamente!
Domenico — (accompagnando le parole con il movimento delle braccia) Stringe un po’ nelle maniche....
Elisabetta — Le faremo allargare.
Domenico — Eh! sì! molto bisogna allargarle, perchè così non mi posso nemmeno muovere!
Elisabetta — Ma del resto, come ti senti?
Domenico — Coperto.
Elisabetta — Lo so anch’io! Non sei mica nudo.
Domenico — Volevo dire: pesante... è una stoffa greve.
Elisabetta — Meglio, così dura di più!
Domenico — Perchè?... Bisognerà metterla sempre?
Elisabetta — Sempre, quando te lo ordineranno. Poi, anche se è pesante va bene, perchè adesso, andando avanti, l’aria rinfresca.
Carmine — (rientrando) Vieni qua, Domenico... Fatti vedere.
Elisabetta — Vero che sta bene?
Carmine — (facendo rigirare Domenico secondo l’esame che verrà completando) La giacca mi pare un po’ troppo lunga...
Domenico — Le maniche, signorina...
Elisabetta — Sono strette, poveretto...
Carmine — Già: si vede... Bisognerà farle allargare... Cammina... ecco... così... fermati... torna indietro... fa due passi avanti... anche i calzoni vanno un po’ accorciati... C’è di là il sarto?
Elisabetta — No, signorina. L’ha portato il ragazzo.
Carmine — Allora indicagli tu i difetti, e digli che lo accomodino sùbito. Al massimo per domani. (a Domenico) Tu, poi, a colazione, vieni a servire in tavola come t’ho insegnato ieri.
Domenico — Vestito così?
Carmine — Ma no!... Il tuo abito solito... Ma metterai i guanti, per abituarti.
Domenico — Sì, signorina, (esce con Elisabetta).
(Dal fondo entra Adelina . Graziosa e semplice. Un poco sfiorita, ma delicata e interessante).