SCENA VIII.

MarchiniConcettaTaddei

Marchini — (intontito) Ci spiegherà lui?

Concetta — Tu ci vedi chiaro?

Marchini — La livrea... quello che non capisco è la livrea...

Concetta — Io, quello che non capisco, è tutta questa confusione...

Marchini — Per noi?!

Concetta — Non pare strano anche a te?

Marchini — Diavolo!

Taddei — (appare sulla porta di destra, con faccia di circostanza, imbarazzatissimo) Amici carissimi... (e il tono è tale che i Marchini si sentono morire)... No... niente paura... Ma succede un guaio...

Concetta — (quasi senza voce) Mi atterrisce!

Taddei — Voi sapevate, vero?... A te, anzi, Marchini, mi pare di averlo detto, l’ultima volta che ci siamo visti in città...

Marchini — Che cosa?

Taddei — Ma sì! Ti ho letto persino la sua lettera da Londra.

Marchini — (con un lampo) Paolo Varchi?

Taddei — Precisamente.

Marchini — Che doveva venire da te...

Taddei — Appunto... lo crederesti?...

Marchini — (altro lampo) Arriva oggi!

Taddei — No: è già arrivato.

Marchini — Qui?!

Concetta — (scivola a sedere, affranta)

Taddei — (annuendo) Qui!... È capitato d’improvviso... sarà mezz’ora... Io non lo sapevo... Sono andato di là per cercar Carmine...

Marchini — Adesso mi spiego tutto!... L’andirivieni, i servi, le livree...

Taddei — Io vi confesso che sono così turbato... così addolorato... ma voi dovete capirmi, vero?... voi che sapete quale importanza aveva per me questo arrivo quanta preoccupazione mi dava...

Concetta — (a fior di labbro) Pareva che me la sentissi!

Marchini — (deciso) Senti, Taddei: mi rendo perfettamente conto della situazione!... È una disgrazia.... (riprendendosi) Cioè, no... dicevo per noi..

Taddei — Ma anche tu, santo cielo! Era un mese che mi avevi promesso di venire, e vai a capitarmi proprio oggi!

Marchini — Che devo dirti!... È una fatalità!.... Ma non preoccupartene... guarda: per noi non c’è che il dolore di perdere la tua compagnia...

Taddei — Se però volete fermarvi... (e porge il soprabito a Marchini e il cappellino a Concetta).

Marchini — No, no... non insistere... Senti: salutaci Carmine... (a Concetta) Dove hai lasciato i bambini?....

Concetta — (stizzosa) Te l’ho detto: nelle stalle!

Marchini — Ecco: chiamali.

Taddei — Ma non è il caso che scappiate subito!

Marchini — Piuttosto, dimmi: c’è un’osteria?

Taddei — Sì... sì... qui a venti passi.

Marchini — Ecco: bravo: mi basta.

Taddei — Ma no... Vi accompagno... E, beninteso, che mi permetto di offrirvi io... Almeno questo, dato che non posso far altro... E poi non è detto che magari più tardi, dopo colazione, non possiamo vederci...

Marchini — Senti, Taddei: tu sei addolorato.... lo vedo... Fai male: sono troppo uomo di mondo, diavolo, per non capir certe cose...

Concetta — (dalla soglia, a voce alta verso l’esterno) Bambini?... Bambini?... Presto, che si va via!

Marchini — (accorrendo) Non gridare così!... Sei matta? (ed escono tutti, accompagnati da Taddei)

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