Paolo – Taddei poi Carmine – Domenico
Paolo — Lo vedi? Non si sa più come salvarsi! È abolita la domanda, perchè si ha tutto... Cioè, no...
Taddei — (premurosamente) Ti manca qualche cosa?
Paolo — Non preoccuparti, Taddei. Quello che mi manca, non sei tu che me lo puoi dare. Sono gli altri.
Taddei — E chi?
Paolo — I nostri amici comuni.
Taddei — È meglio che tu dica i miei amici, perchè di comune con te non hanno proprio niente.
Paolo — Sono infatti un estraneo per loro.
Taddei — No. Tu sei la loro ammirazione. Ma a tale distanza che non osano di trattarti da amico.
Paolo — Anche Roberto?
Taddei — (colpito) Perchè me lo domandi? Per la sua freddezza?
Paolo — Dunque l’hai notata anche tu?
Taddei — (un poco imbarazzato) Mio Dio... sì... Ma non bisogna badarci.... è un ragazzo un po’ strano... molto riservato... s’adombra d’un niente, ma un bravo e buon figliuolo, che vuole molto bene a Carmine.
Paolo — Appunto per questo. Se non volesse bene a Carmine, che m’importerebbe la sua freddezza con me? Che io possa intimidire chi mi avvicina di rado, lo ammetto. Ma Roberto mi vede tutti i giorni e dovrebbe avere ormai quella confidenza per me che, ad ogni occasione, mi piace di offrirgli...
Carmine — (rientrando con Domenico in livrea, che reca il tè) Ecco, signor Paolo, (a Domenico) Metti qui.
(Domenico posa il vassoio sul quale è anche un pacco di lettere e di giornali. Poi esce).
Paolo — Grazie (prende i giornali e le lettere. Siede) E adesso facciamo il solito tuffo nel mondo! Se tu sapessi come mi serve!
Taddei — Eh! si capisce!
Paolo — Mi serve per assaporare la gioia di esserne lontano.
Taddei — Allora, fin che sei nel mondo, il tuo amico... come mi chiamo io?
Paolo — Dioniso.
Taddei — Il tuo amico Dioniso va a sorvegliare i suoi satiri.
Paolo — Non ubbriacarmi le ninfe.
Taddei — (sorridendo) Adelina e la signora Concetta! Vieni dopo a vedere?
Paolo — M’interessa moltissimo.
Taddei — (esce).