SCENA V.

CarminePaolo poi Roberto

Carmine — (che nel frattempo ha versato il tè) Io la lascio alla sua corrispondenza.

Paolo — Hai da fare?

Carmine — Perchè?

Paolo — Perchè, visto che tutti mi fuggono, bisognerà che cominci a rincorrerli... a trascinarli per mano, a persuaderli che il mio desiderio più vivo è di essere con loro e per loro.

Carmine — È difficile, sa!... hanno certe teste dure!... Anch’io mi ci sono provata! Non c’è verso! Lei rappresenta il loro rimpianto o la loro invidia... o – che so io? tutto è possibile – magari la loro aspirazione. E si rannicchiano nel proprio guscio, accontentandosi di guardarla a distanza. Lo sa perchè?

Paolo — E tu lo sai?

Carmine — Sicuro, per paura di essere sorpresi nella loro estasi!

Paolo — C’è del vero, forse!

Carmine — Sapesse come li conosco!

Paolo — Ma a te – almeno – Carmine, non faccio paura!

Carmine — (semplice) Oh! a me, no!

Paolo — E allora, mi basta!

Roberto — (entrando d’improvviso da destra) Laggiù ti aspettano, Carmine!

Carmine — (sorpresa) Tu?... E di dove sei arrivato?

Roberto — Son passato dalla fattoria... (a Paolo) Buon giorno.

Paolo — (che ha ripreso lo spoglio della corrispondenza) Buon giorno, Roberto.

Carmine — Papà è con gli altri?

Roberto — Sì. È papà che t’aspetta.

Carmine — Non m’accompagni?

Roberto — Ti raggiungo (e resta fermo).

Carmine — (dopo una lieve esitazione) Vado subito, (esce da destra).

(Un lungo silenzio).

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