Apparecchi a registrazione veloce-continua.

Abbiamo già visto che per avere sismogrammi particolareggiati al momento d’una scossa, si ricorre alla registrazione occasionale, provocata dal funzionamento di sismoscopî, più o meno sensibili, a seconda della delicatezza del sismografo (pag. 82, 85, 91, 95 e 97).

L’Eving pensò di fare a meno dei sismoscopî, facendo scrivere le estremità delle leve sulla periferia d’una lastra rotonda di vetro affumicato di gran diametro, la quale gira continuamente giorno e notte (un giro in 80 secondi), e per conseguenza è sempre pronta a ricevere a grande velocità il sismogramma. Ma vi è il pericolo della sovrapposizione dei tracciati, se la durata del movimento sia alquanto notevole, o se sopraggiungano diverse scosse; di più, a lungo andare, le linee tracciate dagli stili scriventi possono diventare così larghe da obliterare i piccoli sismogrammi; e infine è impossibile determinare l’ora del principio e delle altre fasi dei medesimi.

Per queste ragioni il Cancani (1899) applicò il suo sistema di registrazione veloce-continua ad un sismometrografo a pendolo verticale, quale è rappresentato dalla fig. 42. Consiste in una massa cilindrica di piombo M di circa 300 Kg., sospesa ai tre fili A. Dal punto di mezzo della base superiore sporge un pernetto d’acciaio X verticale collegato, come il solito, con i bracci corti di due leve orizzontalil ed l ʹ le quali scrivono sulla carta affumicata Z, a cavalcioni sul tamburo C, mosso da un meccanismo d’orologeria t. L’asse del tamburo C è tagliato a vite di piccolo passo, in modo che durante la rotazione la carta è obbligata a spostarsi sempre dalla stessa parte. Per segnare il tempo, l’autore ha adottato il sistema di far sollevare ad intervalli e per pochi secondi le stesse leve, in modo da ottenere corte interruzioni sullo stesso tracciato d’ogni componente, in corrispondenza d’ogni ora, o mezz’ora, o quarto d’ora ecc. A ciò serve il telaio O, comandato dalla bobinah, la quale è collegata elettricamente con un cronometro di marina. Lo stesso sistema di registrazione applicò di poi il Cancani ad una coppia di pendoli orizzontali, installati nel Collegio Romano. Nella tavola in fondo al libro si trova il fac-simile di alcuni sismogrammi ottenuti a registrazione veloce-continua.

Lo svantaggio di questo genere di registrazione è che, malgrado il tenue spostamento laterale che subisce ad ogni intero giro la zona di carta, questa viene riempita presto dai fasci delle numerose linee delle due componenti, in modo che bisogna cambiarla almeno ogni 12 ore, se vuolsi impedire la sovrapposizione. Da ciò deriva non poca spesa e fatica, essendo quasi un migliaio le zone all’anno da affumicare, fissare, e poi conservare. Di più, in occasione di terremoti lontani un po’ sensibili i quali possono durare anche più ore di seguito, le linee, non più dritte, tracciate a sì piccola distanza tra loro, s’intralciano in modo da rendere malagevole perfino la loro identificazione. Infine, la velocità di 5-6 metri all’ora, con cui si muove la zona, è addirittura insufficiente per l’analisi di sismogrammi in cui si abbia da fare con periodi oscillatorî piuttosto rapidi.

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