VI.

In questo mondaccio europeo sono rare le amicizie che non sussistano o per concordia di opinioni, o più tosto per concordia di affari e di vantaggi. Supponendo che Edon e Polla, oramai troppo discordi in idee, smarrissero le pietre preziose, chi non giudicherebbe naturale la fine della loro consuetudine fraterna? Ma smarrire le pietre non potevano, perchè le custodivano dentro una piccola cassaforte che aprivano ogni sera, traendone a seconda del bisogno più o meno grossi zaffiri, o rubini, o smeraldi, o diamanti, o ciottolini d'oro da convertire in moneta.

Quando, un giorno, dopo aver comperato cavalli e carrozze. Polla di malavoglia brontolò:

- Bisognerà metter mano a qualche bel diamante - e con il consenso dell'amico avanzò verso il ripostiglio della cassaforte. Avanzò; retrocedette; si rivolse pallido come un moribondo; die' un grido....

La cassa non c'era più!

Nè l'altro aveva ancora mosso palpebra, che già Polla scendeva a precipizio le scale dell'albergo urlando:

- Al ladro! al ladro!

Ma anche il ladro non c'era più. Accorrevano il proprietario dell'albergo, e camerieri, cittadini e forestieri; interrogavano tutti in una volta Edon, il quale si stringeva, sorridendo, nelle spalle; interrogavano Polla che rispondeva con rotte parole:

- La nostra cassaforte!... Questa notte c'era.... Pigliatelo! Pigliatelo! Poveretto me!

Fin le guardie vennero.

Queste, non essendo presente il ladro, esortarono Polla d'accompagnarle in questura; a che egli accondiscese volentieri per timore che non arrestassero lui. E quando tornò, apparve disperato più di prima.

- Ci s'immischia la Pubblica sicurezza - lamentava. - Addio pietre! addio ladri!

A tanta disperazione, rispose Edon:

- Poco male, amico! Anzi un bene; ora per vivere dovremo lavorare! dovremo combattere! Coraggio!... Ora noi vivremo davvero!

In tal guisa fu dato l'ultimo strappo alla pazienza di Polla. Certo che la cassaforte non sarebbe stata ricuperata mai più, egli parlò con sfogo veemente, con sollievo come da un peso; parlò da fiero nemico e vendicatore solenne; da oratore popolare: parlò inoltre con eleganza, per superare Edon che ormai parlava meglio d'un accademico.

- Sciagurato! Stolto! Sappi che qui, in questo mondo civile che tu vedi così bello, qui dove si deruba un ottimista ingenuo come te e si rovina un socialista convinto come me, qui, ai nostri giorni, c'è chi patisce la fame mentre il borghese usurpa la mercede all'operaio; c'è il ragazzo che ammala nell'officina mentre il capitalista presta a usura; c'è la madre senza pane per i suoi figli mentre la dama s'adorna dei diamanti che ci hanno rubati! E c'è la vergine che si prostituisce; e c'è il vizioso che per bruciarsi le viscere con l'acquavite commette lenocini e infamie; e ci sono i forti che deprimono i deboli; e c'è la legge intessuta di cabale e la giustizia cieca e sorda alle ingiustizie e ai soprusi! Qui si vende l'onore! Qui gli onori si comprano! Qui lo sciagurato uccide! Qui l'infelice si uccide!

Dopo di che, non sapeva più che cosa dire.

Ma col suo dolce sorriso Edon ribattè dolcemente:

- Certo: la miseria, il vizio, il delitto, il suicidio sono grandissimi mali. Però non così grandi che non permettano qualche bene. Ditemi: vi pare una gran prova di amore e di fratellanza scambiare senza fatica quattro rose azzurre con un paio d'ali? Ma io imagino la consolazione di un affamato che riceva il pane dal fratello; io non so imaginare il piacere di chi offre il mantello a chi ha freddo. Credete che sia molto meritevole la virtù in chi non ne conosce il rigore e vi s'abitua da ragazzo come a mangiare? Oh il sublime cómpito di piegare il potente a pro del debole! di redimere la donna! di soccorrere il ragazzo! di evitare il delitto! di salvare il disperato! Oh il piacere del vizioso che torna alla virtù, del potente mitigato, della prostituta redenta, dell'omicida perdonato, del suicida....

- Domani...! - interruppe l'altro tendendogli contro il braccio minaccioso. - Domani ti condurrò in Parlamento! A Montecitorio! - urlava. - A Montecitorio! - (quasi volesse condurlo all'inferno, o alla fonte di tutti i mali.

Ma Edon non tacque. Disse:

- Grazie. In Eldorado, ove il prato abbonda, le pecore pascono senza fretta, senza angustie, senza litigi; quasi senza far nulla. Sono proprio curioso di conoscere come si governa un popolo che si agita e opera. Domani, finalmente, vedrò e udrò i dibattiti da cui sfavilla l'ingegno, scaturisce la verità. prorompe la civiltà, s'eleva il progresso!

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