.... Così, mentre il carabiniere piemontese, tacendo finalmente l'altro, cominciava a raccontare una sua avventura molto seria con una tota di Torino, l'altro balzò in piedi dicendo:
- Hai udito?
Eran grida confuse e lontane, verso il monte: all'Olmo. Già dalla viottola comparivano donne affannate, disperate, che a vederli alzavano grida e braccia chiamando, terribili:
- Correte! correte!
I carabinieri accorrevano. Ma avevan fatti appena pochi passi (e il toscano aveva appena mormorato: - Te lo diceo io?) - quando di giù, dalla strada vennero altre voci pietose, altre donne ansiose invocavano....
- Cuntacc!
- S'ammazzano all'Oratorio! - gridavano - s'ammazzano all'Oratorio!
Oh no! Non gravi ferimenti; non morti.
Dal sereno cielo il sole cadeva in una letizia fervida; s'attenuava in una gioia di colori digradanti dalle fiamme della fede al biancore della carità; si spegneva in vista alle prime stelle ch'esprimevano raggi di meraviglia. Ombre di pace velavano i culmini e i dorsi dei monti più alti; calavano; e il fremito della notte penetrava tra le fronde e le foglie come voci d'anime ch'esortassero silenzio ai viventi per udirsi in concordia tra loro; e il rio diceva al mondo con che soave fluire le ore della quiete e le sue acque scorrerebbero tra gli steli cullati dall'aria, tra i sassi arrisi dalle stelle, tra le piante dormienti anch'esse (se Darwin non errò). E quante anime avevano veste di penne, si obliavano sicure d'ogni minaccia, nei loro ripari, col capo sotto l'ala tepida e parecchi con una zampina in alto; e i buoi russavano senza brutti sogni d'amore; e da tutta la terra pareva uscire un respiro immenso di tregua e di riposo.
A domani! A domani le cure e le battaglie degli uomini di cattiva volontà! Ma quei montanari semplici e buoni come animali, pur non udendo altre esortazioni che dei vecchi e dei preti, sentirono, quando se ne furon ben date, che anche per le bastonate e le querele era tempo di finirla; e chiotti chiotti o rumorosi, divisi o a gruppi, e senza lo spettacolo dei fuochi e del resto, se ne tornarono alle loro case. Non più di due o tre ore dopo, tutti, anche gli innamorati che non avevan ricuperato il tempo perduto, anche il Moretto e il Sartoretto oramai men gelosi che indolenziti, dormivano placidamente. Tutti, fuorchè Carlone e il curato; i quali meditavano la loro colpa e la colpa del diavolo vittorioso a Rioronco proprio il giorno di San Michele. E quando fu stanco di dar volta per il letto, e sempre più rimorso, il buon vecchio si levò - avanti giorno - ; e andò all'Oratorio in cerca di sollievo, a chiedere perdono a Sant'Anna.
Poscia rincasando, s'imbattè nel figlioccio. Questi in segretezza gli raccontò che un birocciaio la notte aveva visto il diavolo vestito da prete correre, leggero e veloce come una piuma, verso l'olmo. Forse il diavolo non aveva più orrore della Madonna, dopo che l'avevano quasi nascosta in quella «fioriera»?
Ma Carlone comprese e sorrise tutto contento. Senza dubbio il curato, non resistendo ai rimorsi, si era alzato, la notte, ed era andato alla Madonnina per domandar perdono anche lui!