Creonte
Guardie
Creonte
– L’indole sua ben so: più che ogni laccio,
sensi d’onor lo affrenano: gran parte
del suo furor la mia fidanza inceppa...
Pur, potrebb’egli, ebro d’amor fors’oggi,
alla forza?... Ma è lieve a me i suoi passi
spiar, deluder, rompere: di vita
tolta Antigone prima, il tutto poscia,
Tesèo placar, silenzio imporre al volgo,
riguadagnarmi il figlio, il tutto è nulla. –
Ma, che farò di Argìa? – Guardie, a me tosto
Argìa si tragga. – Util non m’è sua morte;
l’ira d’Adrasto anzi placar mi giova:
troppi ho nemici già. Mandarla io voglio
in Argo al padre: inaspettato il dono,
gli arrecherà più gioja; e a me non poco
così la taccia di crudel fia scema.