Scena quarta

Ottavia, Seneca.

Seneca E che vuoi far?
Ottav. Morir; sugli occhi loro.
Seneca Che parli?.. Oimè! tel vieterá, se il brami...
Ottav.

E un sí gran dono da Neron vogl'io? -

Ad altri il chieggo; e spero...

Seneca

Erami noto

Nerone assai; ma pur, nol niego, or sono

d'atro stupor compreso. Ognor piú fero

ch'altri nol pensa, egli è.

Ottav.

- Seneca, ad alta

impresa, io te nel mio pensiero ho scelto.

S'hai per me stima, amor, pietade in petto,

oggi men puoi dar prova. A me giá fosti

mastro di onesta, e d'incorrotta vita;

di necessaria morte esser mi dei

or tu ministro.

Seneca

Oh ciel!... Che ascolto?... Morte

d'impeto insano esser de' figlia?

Ottav.

A vile

tanto mi hai tu, che d'immutabil voglia

non mi estimi capace? Or, non è forse

morte il minor dei minacciati danni?

Ch'altro mi resta? di'. - Tu taci?

Seneca ... Oh giorno!
Ottav. Su via, rispondi: altro che far mi avanza?
Seneca

... Mi squarci il cor... Ma, poss'io mai sí crudo

esser da ciò?...

Ottav.

Saviezza in te fallace

or tanto fia? Puoi dunque esser sí crudo

da rimirarmi straziata in preda

della rival feroce, a cui mia vita

poco par, se mia fama in un non toglie?

Lasciarmi esposta alle mal compre accuse

d'ogni ribaldo hai core? alla efferata

del rio Nerone insazíabil ira?

Seneca ... Oh giorno infausto! Or perché vissi io tanto?
Ottav.

Ma, e che t'arresta?... e che paventi?... Ancora

forse hai speme?

Seneca Chi sa?...
Ottav.

Tu, men ch'ogni altri,

speri: Neron troppo conosci: hai fermo

tu per te stesso (e certo a me nol nieghi)

sfuggir da lui con volontaria morte:

tu, fermo in ciò, da men mi credi; e m'ami?

Tremendo ei m'è, fin che dell'alma albergo

queste misere mie carni esser veggio.

Oh qual può farne orrido strazio! e s'io

alle minacce, ai tormenti cedessi?

Se per timor mi uscisse mai del labro

di non commesso, né pensato fallo,

confessíon mendace?... Da lunghi anni

uso a mirar dappresso assai la morte,

tu stai securo: io non cosí; d'etade

tenera ancor, di cor mal fermo forse;

di delicate membra; a virtú vera

non mai nudrita; e incontro a morte cruda

ed immatura, io debilmente armata;

per te, se il vuoi, fuggir poss'io di vita;

ma, di aspettar la morte io non ho forza.

Seneca

Misero me! co' miei cadenti giorni

salvar sperava i tuoi. Dovea la plebe

udir da me le ascose, inique, orrende

arti del rio Neron;... ma invano io vissi:

tace la plebe; ed altro omai non ode

che il timor suo. Di questa orribil reggia

mi è vietato l'uscire... Oh ciel! chi vale

contro empio sir, s'empio non è?

Ottav.

Tu piangi?...

Me dall'infamia e dai martír, deh! salva:

da morte, il vedi, ogni sperarlo è vano.

Salvami, deh! pietade il vuole...

Seneca

E quando...

io pur volessi,... in sí brev'ora,... or... come?...

Meco un ferro non ho; giunge a momenti

Nerone...

Ottav.

Hai teco il velen sempre: usbergo

solo dei giusti in queste infami soglie.

Seneca Io,... con me?...
Ottav.

Sí; tu stesso, altra fíata,

tu mel dicesti. I piú segreti affetti

del travagliato animo tuo, qual padre

tenero a figlia, a me svelavi allora.

Rimembra, deh! ch'io teco anco ne piansi. -

Ma, il nieghi? Io giá maggior di me son fatta.

Necessitá fa prodi anco i men forti.

Giunge or ora Nerone; al fianco ei sempre

cinge un acciaro: io mi v'avvento, e il traggo,

e men trafiggo... La mia destra forse

mal servirammi: io ne farò pur l'atto.

Di aver tentato di trafigger lui,

mi accuserá Nerone: e ad inaudita

morte dannar tu mi vedrai...

Seneca

Deh! donna,

quai strali di pietade a me saetti?...

Per me il vorrei... Ma,... t'ingannasti; io meco

non ho veleno...

Ottav.

... E ognor non rechi in dito

un fido anello? eccolo; il voglio...

Seneca Ah! lascia...
Ottav.

Invano... Io 'l tengo. Io ne so l'uso: ei morte

ratta, e dolce rinserra...

Seneca

Il ciel ne attesto...

deh! ten prego,... mel rendi... Or, s'altra via...

Ottav.

Altra non resta. Eccolo schiuso... Io tutta

giá sorbita ho coll'alito la polve

mortifera...

Seneca Me misero!...
Ottav.

Gli Dei

t'abbian mercé del prezíoso dono,

opportuno a me tanto... Ecco... Nerone.

A liberarmi... deh!... morte... ti... affretta.

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