SCENA SECONDA

Rosmunda.

Quant'io abborro costei, neppure io stessa

il so. Cagioni, assai ve n'ha; ma troppo

alla mia pace importa il non chiarirne

la piú vera, e maggiore. Il cor mi sbrana

un dubbio orrendo... Ma traveggo io forse...

Ah! no; dubbio non è; fatal certezza

ben è: lei non rimira il mio consorte

con quell'occhio di sdegno, onde si sguarda

dall'uccisor la figlia dell'ucciso.

Tal volta a lei senza adirarsi ei parla;

e d'essa pur senza adirarsi ei parla.

Della costei, giá non dirò beltade,

ma fallace dolcezza lusinghiera,

forse ch'ei preso all'amo?... Ah! non si appuri

tal vero mai. Lungi Romilda, lungi

di quí per sempre... A un tal pensier mi bolle

entro ogni vena il sangue. O d'Alboíno

figlia esecrata giá, degg'io scoprirti

anco rivale mia? - Tacciasi... Viene

Almachilde... Vediam, s'io pur m'inganno.

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