Scena terza

Rosmunda, Romilda.

Rosm.

Inoltra, inoltra il piede, alta donzella;

vieni; al mio fianco ti starai secura,

fin che per te nel campo si combatte.

Vieni, t'accosta... Tremi?

Romil.

Oh ciel!... Che fia?

D'orride grida la cittade intorno

risuonar s'ode, e ver la reggia trarre...

Ma, oimè! di qual novella ira ti veggo

tutta avvampante nel turbato aspetto?...

Nulla sperar di lieto omai mi lice...

Sol, che sciolto Ildovaldo... Ah! pur ch'ei viva!...

Deh! prego, trammi or di tal dubbio.

Rosm.

Trarti

di dubbio, or mentre in feral dubbio io vivo?

Cosí pur tutta viver tu potessi

misera, afflitta, orribil la tua vita,

come a me fai tragger quest'ore! All'armi

per te si corre: impareggiabil merto!

Novella Elena tu! rivi di sangue

scorrer oggi farai: per te spergiuri

fansi i mariti; per te prodi i vili,

e superbi i dimessi. - O tu, de' forti

donna, quí vieni; a me dappresso or siedi

regina tu; vieni; or si pugna in campo

per darti regno,... o morte.

Romil.

E che? derisa

anco mi vuoi? di farmi oltraggi tanti

sazia non sei?

Rosm.

Che parli? Io quí derisa,

io sola il son: del mio furor, del giusto

odio, ch'io nutro incontro a te, dell'alta

rabbia gelosa mia, tu il dolce frutto

presso a coglierne stai: te appien felice

io stessa fo; te fra le braccia io pongo

di lungamente sospirato amante. -

Vedi or quanto sien lieve inutil sfogo,

in tal tempesta del mio core, i detti.

Me, me deridi, che tu n'hai ben donde. -

Rotti ho giá i ceppi d'Ildovaldo: armata

giá gli ho del brando la invincibil destra:

or compie ei giá le mie vendette; e a un tempo...

le tue, pur troppo!

Romil.

Or, deh, quel braccio invitto

trionfi almeno! Del primier tuo fallo

cosí la macchia cancellar soltanto

potevi omai. Di speme or sí che un raggio

a me balena, or che Ildovaldo sciolto

sta in armi in campo. Ah! men turbata vita

t'accordi il cielo...

Rosm.

A orribil vita io resto,

qual sia l'evento. Del dolor mio godi;

giá mi allegrai del tuo: godi, finch'io

non tel vieto... Ma forse... Al ciel quai voti

porgo?.. Nol so... So, che finor son tutti

di sangue i voti miei; né sangue io veggo,

che ad appagarmi basti... Altri fia lieto,

dov'io misera sono? - Or or vedrassi...

Ma, chi s'appressa?

Romil.

Un lieve stuolo in armi...

Ildovaldo gli è duce. Oh gioja...

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