Rosmunda, Romilda.
Rosm. |
Inoltra, inoltra il piede, alta donzella; vieni; al mio fianco ti starai secura, fin che per te nel campo si combatte. Vieni, t'accosta... Tremi? |
Romil. |
Oh ciel!... Che fia? D'orride grida la cittade intorno risuonar s'ode, e ver la reggia trarre... Ma, oimè! di qual novella ira ti veggo tutta avvampante nel turbato aspetto?... Nulla sperar di lieto omai mi lice... Sol, che sciolto Ildovaldo... Ah! pur ch'ei viva!... Deh! prego, trammi or di tal dubbio. |
Rosm. |
Trarti di dubbio, or mentre in feral dubbio io vivo? Cosí pur tutta viver tu potessi misera, afflitta, orribil la tua vita, come a me fai tragger quest'ore! All'armi per te si corre: impareggiabil merto! Novella Elena tu! rivi di sangue scorrer oggi farai: per te spergiuri fansi i mariti; per te prodi i vili, e superbi i dimessi. - O tu, de' forti donna, quí vieni; a me dappresso or siedi regina tu; vieni; or si pugna in campo per darti regno,... o morte. |
Romil. |
E che? derisa anco mi vuoi? di farmi oltraggi tanti sazia non sei? |
Rosm. |
Che parli? Io quí derisa, io sola il son: del mio furor, del giusto odio, ch'io nutro incontro a te, dell'alta rabbia gelosa mia, tu il dolce frutto presso a coglierne stai: te appien felice io stessa fo; te fra le braccia io pongo di lungamente sospirato amante. - Vedi or quanto sien lieve inutil sfogo, in tal tempesta del mio core, i detti. Me, me deridi, che tu n'hai ben donde. - Rotti ho giá i ceppi d'Ildovaldo: armata giá gli ho del brando la invincibil destra: or compie ei giá le mie vendette; e a un tempo... le tue, pur troppo! |
Romil. |
Or, deh, quel braccio invitto trionfi almeno! Del primier tuo fallo cosí la macchia cancellar soltanto potevi omai. Di speme or sí che un raggio a me balena, or che Ildovaldo sciolto sta in armi in campo. Ah! men turbata vita t'accordi il cielo... |
Rosm. |
A orribil vita io resto, qual sia l'evento. Del dolor mio godi; giá mi allegrai del tuo: godi, finch'io non tel vieto... Ma forse... Al ciel quai voti porgo?.. Nol so... So, che finor son tutti di sangue i voti miei; né sangue io veggo, che ad appagarmi basti... Altri fia lieto, dov'io misera sono? - Or or vedrassi... Ma, chi s'appressa? |
Romil. |
Un lieve stuolo in armi... Ildovaldo gli è duce. Oh gioja... |