Almachilde, Romilda, Ildovaldo.
Romil. |
Oh ciel! con lui chi veggo? - Oh miei delusi voti! alla non tua regal corona anco l'alloro intessi? Palma oggi ottiene il tradimento? - E l'abbia. - Ma tu, guerrier di generosi spirti, Ildovaldo, perché l'alta tua possa spendi a pro di costui? virtú cotanta dovea mai farsi a tanta infamia scudo? |
Almac. |
Dunque, o ver me non mai placabil donna, non v'ha forza di tempo, o d'opre modo, che un cotal poco rammollisca, o acqueti l'ira tua giusta? A te Ildovaldo il dica, com'io nel campo ricercai la morte, ei che a morte mi tolse. - Ah! mal ti prese pietá di me: morire io lá dovea, poiché qui offende il vincer mio. - Ma il cielo, che del mio cor sa l'innocenza, (ah, pura fosse cosí mia destra!) il ciel fors'oggi non diemmi invan lustro, e vittoria, ov'io morte cercai. |
Ildov. |
Non mi accusar, Romilda, d'aver pugnato. A vendicar tuo padre Clefi coll'armi non veniva in campo; distruggitor del trono ad alta voce ei s'appellava; io combattea pel trono. |
Romil. |
O in libertade questa oppressa gente Clefi ridur, com'ei dicea, volesse, o per se regno; ad ottener suo intento mezzi adoprava assai men vili ognora, di chi l'ottenne pria. Da prode, in campo, alla luce del sole, ei l'armi impugna: e, s'era pur destin, che sul paterno vuoto mio soglio usurpator salisse, dovea toccare al piú valente almeno. |
Almac. |
Codardo me v'ha chi nomare ardisca? Ad assalire il trono altri mostrossi piú forte mai, ch'oggi a difenderl'io? Mai non perdoni tu? l'error, ch'io feci mio mal grado, (il san tutti) io solo il posso forse emendare; io, sí. Dolce mi fia renderti ben per male: ho col mio sangue difeso intanto il vuoto soglio; è tuo il soglio, il so; mai non l'oblio, tel giuro. Per quanto è in me, giá lo terresti. Il preme Rosmunda, ed è... |
Romil. |
Contaminato soglio, di tradimenti premio, altri sel tenga; Rosmunda il prema, ella con te n'è degna. - Ma, se pur finto il tuo pentir non fosse; se a generosi detti opre accordarsi potesser poi d'alma giá rea; mi ottieni, non regno, no, dalla crudel madrigna; sol di me stessa ottieni a me l'impero. Libera vita io chieggo; o morte io chieggo. Quasi appien giá nel mio svenato padre non avess'ella sfogata sua rabbia, l'empia Rosmunda, or per piú strazio darmi, in vita vuolmi, e ad Alarico sposa. |
Ildov. | Che ascolto? |
Almac. |
Odi, Ildovaldo? ah! per te il vedi, s'io con ragion teco era in dubbio... |
Ildov. |
Sposa del barbaro Alarico? |
Almac. | Ah! no... |
Romil. |
Promessa ad Alarico; ed in mercede io 'l sono dei non prestati ajuti: hanne sua fede impegnata colei, che il regno e il padre mi ha tolto: e a patto nullo omai sua fede tradir (chi 'l crederia?) non vuol Rosmunda. Deggio al novello sole irne a tai nozze: ma il nuovo sol me non rischiara ancora. - Deh! se men d'essa iniquo esser tu puoi; s'egli è pur mio destin, ricorrer oggi all'uccisor del padre mio; deh! tenta di opporti almen... |
Almac. |
Ch'io tenti? io ben ti giuro, che non v'andrai. |
Ildov. |
Per questo brando io 'l giuro. Mi udrá Rosmunda... |
Romil. | Ecco; ella vien nell'ira. |