APPENDICE II.

Da tredici lettere inviate a Rovereto dal sacerdote Giuseppe Ferrari, la prima a Giuseppe Negri, l’altre a Iacopo dalla Costa prete di Noriglio, ho cavato i seguenti brani relativi agli ostaggi del Tirolo italiano sostenuti in Mantova, e al trattamento da esso loro avutovi dai Francesi.        (L’Editore.)

Verona, 5 ottobre 1809..... Alle sei di mattina siamo partiti da Sacco, ed arrivati felicemente in Verona. I nostri soldati di scorta ci trattarono da amici. Appena arrivati fummo condotti al quartiere da S. E. il signor ministro della guerra Caffarelli. Non abbiam potuto esser presentati al medesimo, perchè stava pranzando. Egli fece subito scrivere al comandante della Piazza per la nostra ulterior destinazione. In questa lettera veniam nominati (a dispetto della calunnia e della malevolenza) col sacro titolo di ostaggi. Quindi noi verremo trattati come gli uffiziali austriaci prigionieri di guerra. Per questa sera ci fu assegnato quartiere presso i RR. PP. Filippini, ma domani speriamo che il nostro arresto non avrà altri limiti che le mura d’una città. – Verona eccheggia di voci di pace, ma le notizie non sono ancora precise e definitive. Il nostro capitano di scorta Rondinini, romano, che or ora ritornò dal pranzo avuto presso il Ministro della guerra, ci sta raccontando ciò ch’egli ha inteso dal medesimo. Lo ha assicurato che la pace è vicina, e che mille uomini, che erano destinati per partire di qua per il Tirolo, non sarebbero più partiti a quella volta. Notizie di pace sono pur giunte da Milano dal ministro segretario di Stato Caffarelli. Si pretende che i preliminari, sottoscritti già fin dal 7 del p. p. mese di settembre, siano stati ratificati ai 26, ma che a tal epoca mancava ancora la sottoscrizione dell’imperator Napoleone perchè era assente dal luogo del congresso. Noi speriamo che il nostro esiglio sarà breve, viviamo tranquilli, e ci riserviamo maggior tranquillità ed allegria quando saremo in seno alla patria.....

Mantova, 9.... Noi siamo molto tenuti a S. E. il signor generale Saint-Ange comandante la Piazza. Egli ci viene ogni giorno a ritrovare, e jeridì ha fatto sortire dal palazzo Gonzaga il Ministro della Marina per darci un quartiere migliore di quello che avevam prima. Il suddetto sig. generale comandante ci ha assicurati che la pace è certa. Non è ancor stata pubblicata solennemente, perchè il Ministro segretario di Stato Vaccari ha scritta da Milano a questo Prefetto tale notizia con ordine di parteciparla bensì ai dicasteri, ma di non pubblicarla solennemente fin che non giungeranno i preliminari sottoscritti. Si crede che questi verranno da Parigi, ove deve già essere arrivato l’imperatore Napoleone, come a Milano il vicerè....

Ivi, 12..... Jeridì ho ricevuta con sommo piacere la vostra dei 7... Ora siamo in ventiquattro tirolesi italiani alloggiati nel palazzo Gonzaga. Il nostro Parroco locale ci ha ottenuto permesso da questo monsignor Vicario generale di formare una cappella provvisoria nella galleria del palazzo. Abbiam collocato l’altare appiè d’un gran quadro di valente pennello, rappresentante il Sacro Concilio di Trento, e di rimpetto all’immagine di S. Luigi. Trovasi fra noi il campanaro del Duomo di Trento, il quale ci fa da sacristano. Noi riceviamo moltissime pulizie dal signor generale comandante, e dai signori mantovani, ai quali siamo direttamente raccomandati..... ho avute due visite dal Padre Turrini.... Il di lui compagno di viaggio dovrebbe esser qui per goder la caccia delle foliche e delle anitre.... pregate a mio nome il sig. Giuseppe Bettini d’inchiudervi una letterina per me addrizzata a Fogolari di Verona, e ringraziatelo delle graziose esibizioni fatte fare a me ed alla mia compagnia dal suo amico Spandri di Verona. – Vi prego di far una visita per me al signor Gaetano Tacchi, di dirgli che ho ricevuto la sua pregiatissima lettera dei 7 ottobre, e che lo ringrazio moltissimo per i disturbi che gli ho dati ecc.... Il maestro Galvagni riverisce voi e gli altri suoi amici preti.

Ivi, 23... con altra mia dei 20 corrente spedita col mezzo del sig. tenente colonnello Tracol, ch’io stesso ho veduto partire a cavallo.... Vi prego di ringraziare i signori Bridi delle loro gentili esibizioni. I loro parenti di Mantova entrano già nel numero delle persone dalle quali riceviamo continue pulizie ed esibizioni. Rapporto all’intiera nostra libertà, questo Comando della piazza ci lusinga che sarà vicina; ma siamo assicurati che questa non dipende nè meno dal Ministro della guerra. Ci lusinghiamo d’ottenerla al ritorno del vicerè d’Italia, che non può essere lontano. Ier l’altro siamo stati col generale a vedere il palazzo del Te. Ci restano ancora le fortificazioni di Pietole, e poi abbiamo veduto Mantova quanto ci può interessare.... Ier l’altro i signori Fedrigotti han ricevuto un baule di mobiglie, che fu trattenuto sei giorni a Verona.... Qui non è ancor venuto ordine di cantare il Te Deum per la pace. È stata segnata solo ai 14, alle 9 di mattina, dai Ministri Compagny e Liechtenstein. Non si parla ancora del cambio delle ratifiche, nè del contenuto dei preliminari.... Io credo che il Tirolo tedesco sarà ora quieto. Da qui innanzi potete scrivermi direttamente a Mantova, ferma in posta.

Ivi, 30. Ho ricevuto a dovere il bagaglio speditomi.... Non ho ricevuto che la vostra dei 24 e 26, non quella dei 23, nè quella di Negri a Bridi....

Ivi, 9 Novembre.... ho ricevuto quella del 1 dell’amico Negri. La vostra adunque è stata trattenuta in qualche Uffizio, come talvolta succede.... Tutto fra credere che da un giorno all’altro verrà il decreto di nostra liberazione.... Jersera ho avuto notizia certa che Andrea Hoffer ha avuto un passaporto dai francesi onde portarsi in Ungheria. Tutto dunque dee essere finito. L’altr’jeri mi fu detto a questo bureau militare, che passeranno pel Tirolo tre divisioni francesi.... Un signor trentino de’ nostri ebbe avviso da Trento, che....

Ivi, 13.... La nostra liberazione è ancora negli spazi immaginarii. L’arrivo del vicerè d’Italia a Rovereto spero che ci sarà utile, lusingandomi che la città s’impegnerà per noi con buon esito. La stabile opinione di ripatriare da un giorno all’altro mi fece trascurare tante cose, e tra le altre quella di far venire dei reticini.... Mandatemene tre de’ più grandi e più fini....

Ivi 16.... Jeridì finalmente fu insinuata la libertà ai due fratelli Fedrigotti, a Gelmini, ed all’assessore Tschiderer di Bolzano. Questo sarà il preludio della nostra, e mi lusingo che la settimana ventura ci rivedremo in patria.

Ivi, 18.... La notte dei 13 e 14, dopo che nei due giorni antecedenti era caduta molta pioggia, un forte uragano accompagnato da grandine, tuoni ec., ha schiantati in parte, ed in parte spezzati circa sessanta alberi di questa deliziosa piazza Virgiliana. Oggi finalmente abbiamo avuta l’offiziosa notizia della pace conchiusa ai 10 corrente. Verso le sei pomeridiane ritrovandoci noi alla metà del lungo ponte S. Giorgio, di ritorno dalle fortificazioni che si stanno facendo alla testa del medesimo, un improvviso colpo di cannone seguito da moltissimi altri ci annunziò senza equivoci la lieta notizia. I primi cannoni che spararono ci erano di fronte; arrivati al castello abbiamo goduto lo spettacolo sui vicini bastioni. – Stamane ho avuto il piacere di discorrere alla lunga col primo aiutante di questo comandante della piazza generale Saint-Ange. È un certo Grossi piemontese, che ha studiato a Pavia all’epoca nostra, e fu due anni alunno del collegio Borromeo. Ha gettata la toga per prender la spada, è cavaliere della legion d’onore, e gode molta stima. È ritornato l’altro giorno da Comorn ove ha scortato alcuni prigionieri di stato austriaci. Al suo ritorno, sapendo che qui si trovavano degli ostaggi di Rovereto, domandò se tra questi v’era qualche fu studente dell’Università di Pavia, dicendo di conoscerne alcuni. Avuta risposta che v’era io, ha detto di conoscermi, e di conoscer pur voi ed altri. Mi disse che avea sentito a Vienna che d’ordine di Napoleone dovean esser levati in Tirolo degli ostaggi tra le persone più possidenti e che godono la confidenza del popolo. Dovremo adunque ringraziare coloro, i quali furono la cagione che la scelta onorevole sia caduta sopra di noi... Già da alcuni giorni siamo tutti in libertà di sortire a piacere e senza scorta mediante cauzione prestata. I quattro RR. PP. Guardiani ierlaltro ebbero grazia di poter essere trasferiti in questo convento de’ PP. Cappuccini sotto la responsabilità del superiore del convento. Noi riceviamo moltissime pulizie dagli ospitali mantovani. Il generale comandante poi ci tratta con una benevolenza particolare. Jeridì trovandoci alla fine del nostro pranzo si è portato al nostro quartiere in carrozza con apparato di caccia in compagnia del marchese Valenti a prendere due de’ miei compagni per condurli alla caccia delle anitre, foliche, girardine, ecc. Ne han ucciso sedici... Leggete questa lettera all’amico Negri... ditegli che il taglio della coda del Palmeri lo ha fatto diventar un todero brontolone di prima classe....

Ivi, 20.... Ve la ho spedita col mezzo d’un figlio d’un certo sig. Martini di Trento che è uno della nostra compagnia. Colgo l’occasione della partenza del signor tenente colonnello Tracol per replicarvela....

Ivi, 22.... Anche quest’affare fu uno dei trascurati nelle mie lettere, per la solita lusinga di ripatriare in breve, lusinga che tutte le circostanze rendevano fondata, e spezialmente poi la promessa del generale Vial fatta ai nosti deputati civici, ecc. La liberazione parziale dei Fedrigotti, ecc. fu decretata dallo stesso generale Vial in data degli 11 corrente, ed arrivò qui ai 15. Jeridì s’è sparsa per la città la notizia della liberazione arrivata per ottanta individui. Tra questi è nominato il celebre Abate Parisi di Vicenza.... La signora Cosmi ha scritto a suo marito come sabato.... dovevamo esser decretati liberi. Ho nausea di più parlare su di ciò. Quest’incertezza ci rende qualche volta pesante il soggiorno in Mantova. Nulla altro abbiamo di che lagnarci; anzi ce la passiamo come se avessimo intrapreso un viaggio di diporto....

Ivi, 27. Trovandomi per via sotto una dirottissima pioggia m’incontrai in un servo del generale, il quale m’annunziò la lieta notizia della liberazione di tutti gli ostaggi.... vi prego di far sapere tal nuova alle famiglie dei nostri ostaggi compatriotti.... credo che arriverò alla patria giovedì sera....

Ivi, 28.... Jeridì alle 11 di mattina siamo stati tutti dal generale, il quale ce la annunziò (la liberazione) in forma. Ci ha detto che d’ordine del Ministro della guerra lascieremo Mantova a piccole partite, ed ha destinato che queste siano tre. Ogni partita verrà scortata fino a Verona da un aiutante, e saremo tutti presentati a quel Prefetto. Questa formalità sembra non esser altro che una giustificazione del nostro generale d’averci ben custoditi, ecc. A noi roveretani toccava la prima gita, cioè oggi, come quelli che i primi siamo arrivati a Mantova; ma noi abbiamo preferito di partire più tardi, sì per poter fare con comodità le visite di convenienza, come per godere col generale d’una caccia, così detta a restello, di anitre e foliche giovedì prossimo su questi laghi. Partiremo probabilissimamente venerdì per arrivare alla patria sabbato sera.... Non mi scrivete altro a Mantova; ma.... scrivetemi.... a Verona. A rivederci, addio.... Vostro amico vero.

FINE.

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