LETTERA VII.

Permettetemi che vi parli di uno dei fenomeni morali più singolari di questo Paese. Egli è la simiglianza della educazione in tutti i Ceti e condizioni. Senza voler pretendere che vi dica tutto, gradite quello che ne dirò, e alcune riflessioni che mi suggerisce questa condotta; e intanto vi farò rilevare certi effetti generali che ne derivano.

Prima di tutto è da osservarsi che in questo Paese si pensa alla robustezza del corpo: le madri generalmente, eccettuate molte della nobiltà, allattano da se medesime i figli, e quando ragioni invincibili le forzano a dargli a delle Nutrici, gli mandano sempre in [56] Campagna. Un bambino appena nato è esposto in qualunque stagione dell'anno all'aria aperta, colla testa e gambe ignude, e coperto nel corpo poco più che da una tela nella quale è involto piuttosto che fasciato. Fino dalle prime ore della sua esistenza, oltr'esser tenuto con un'estrema pulizìa, è lavato regolarmente ogni giorno nell'acqua comune poco meno che fredda, anche nel colmo del rigor dell'Inverno. Il nutrimento è frequente e non mai troppo da quando nasce fino al progresso della infanzia e può dirsi per tutta la vita, e sempre è semplice perchè dopo il latte, è simile quello del ragazzo a quello che un'altra volta vi descriverò dell'uomo. Poco tempo e nessuna occasione ha di piangere una creatura: quando non dorme, il sistema è di tenerla divertita continuamente: il Padre, la Madre, la donna che la custodisce, la fanno saltare tra le loro braccia, [57] le cantano delle canzoni, le parlano senza interruzione come se fosse capace di comprendere e di rispondere. In questa maniera oltre non darle tempo nè ragione di piangere, sintoma sempre pernicioso se non ad altro alla salute, perchè cagione di sforzo e perciò d'indebolimento, il perpetuo moto dà più presto attività alle membra: e chi sa che l'urto continuo che fa il suono delle voci nelle cartilagini del cerebro, non sviluppi anche più presto quelle parti tenuissime che ricevono le idee, e quelle che debbono servir d'organo alla formazione del raziocinio. È certo che in Inghilterra sono generalmente i bambini a tre anni quello che altrove non sono i ragazzi a otto; sono questi a sette e otto quello che altrove non sono a dodici; e a dodici quello che altrove non sono i giovani a diciassette; e che a diciotto sono uomini, hanno già fatto il piano della loro vita, [58] han già cominciato a porlo in esecuzione con insistenza, con fervore, con tanta determinazione e indipendenza, quanta può averne un uomo altrove nella sua piena e libera potestà sopra i trent'anni. In qualunque maniera succeda questo sviluppo nelle facoltà fisiche e nelle morali, siate persuaso che quà è anticipato, e non può esser che per effetto di educazione. Una creatura ha appena due anni che si lascia correre dove vuole, come vuole, nei giardini, per le strade pubbliche, spesso senza esser sostenuta, senza esser mai chiamata o fermata. In Italia tutti i bambini hanno qualche cosa che difende loro la testa: fino a cinque o sei anni, in ispecie se di qualche condizione, devono aver qualche appoggio quando camminano. Niente hanno gl'Inglesi; se cadono si rialzano, e non ho mai sentito dire che alcuno sia morto o rimasto gravemente offeso e deformato. Nessuna idea [59] di timore è adottata nell'educazione Inglese, e al contrario sono in corso tutte quelle che producono franchezza e coraggio. I bambini montano sopra le seggiole, sopra le tavole, nessuno parla, si lasciano fare; si corron dietro tra loro nelle pubbliche strade, in mezzo alla folla anche di Londra, cascano, si rimettono, seguitano a perseguitarsi, nessuno gli disturba, anzi è sommo il riguardo che si ha per loro.

Seguì in questi passati giorni una scommessa di qualche valore che mostra il sollecito sviluppo della infanzia di cui parlai, e annunzia il carattere umano e pietoso di questo Popolo verso la prima età. La scommessa era che un Bambino di circa tre anni sarebbe andato solo sul mezzo giorno da Temple-Bar a S. Paolo senza timore e senza ricevere inciampo nè danno. Qualche giorno prima la Madre [60] aveva fatta vedergli la strada con fargli intendere che a S. Paolo essa doveva essere ogni mattina. Il fatto corrispose alla promessa. Il Bambino si pose in cammino stimolato di andare a trovar la Madre da una donna già da lui conosciuta: e se voi vedeste il popolo immenso che corre in fretta avanti e indietro su quell'ora per quel tratto di strada, di circa un miglio, per mille diversi premurosissimi affari, vi parrebbe incredibile che quel Bambino arrivar potesse senza aver corso alcun pericolo. La folla di ogni genere di persone che l'incontrava, scansava con attenzione quella tenera Creatura che proseguì tranquillamente come se fosse stata in casa sua, fino al punto del suo destino. Vi confesso che nel principio della mia dimora quà, non avvezzo per le strade pubbliche a questa inquietudine puerile, mi sono spesso impazientato nel trovarmi dei bambini tra i piedi, di [61] somma impertinenza: ma alla fine mi son convinto che dovevano lasciarsi esser così, quando si volevano uomini che incontro ai pericoli conservassero il loro coraggio per la difesa propria e della Patria. In fatti in questa maniera colla robustezza e agilità del corpo cresce un sentimento delle proprie fisiche facoltà, e non s'insinua quella oscillazione di fibre, che nella continuità diventa abituale ed è in progresso pusillanimità e timore.

È interessante e tenero lo spettacolo che dà il numero dei bambini e dei ragazzi nella Primavera e in Estate più che altrove nei Prati intorno Londra e sulle Piazze che sono una specie di Giardini: vi concorrono tutti colle loro respettive Custodi a prender l'aria nella mattina e più nella sera; sparsi quà e là in gruppi, mezzi vestiti sì maschi che femmine, o scherzano o ridono o ascoltano le loro donne, che [62] parlano loro, come sanno, morale e sentimento, o leggono Istorie eroiche favolose che son la loro passione. Là ancora si mescolano insieme tra loro di tutte le condizioni, giuocando e saltando; e quelli che non si mescolano, vedono i loro simili sebbene d'inferior classe, ma che hanno simili occupazioni e divertimenti, in piena libertà e indipendenza.

Da buon'ora cioè dopo i tre anni quà si pensa alla solida istruzione de' figli: questa idea è generale in Inghilterra e forse una di quelle tante che produce lo spirito d'uguaglianza che vi regna. Ognuno vuole che il suo figlio abbia uno stato, perchè vuol che diventi tutto ciò che può diventare; un artista di qualunque genere che sia, nel guadagno giornaliero che deve fare, calcola la spesa che ha da avere per l'educazione dei figli. In fatti quando sono ai quattro anni, molti [63] sono mandati alla Scuola per la quale si paga più o meno, ma sempre molto relativamente alle nostre idee. O in casa o fuori, a quell'età si fa loro imparare a leggere e a scrivere. Vi dissi altrove quanto è raro trovare in Inghilterra uomo o donna, sebben della più bassa condizione, che non sappiano l'uno e l'altro. Si riguarda ed è infatti la base da cui partir si deve qualunque occupazione nella vita. Dopo questo, i ragazzi sono destinati secondo quello a cui sono inclinati per il loro talento o per il rango che occupa il Padre nella Società; quelli dell'ultima classe son rivolti al mare, alla milizia, a qualche impiego servile o alle arti e mestieri. Per quest'ultimo oggetto è lor procurato ciò che chiamano un apprentiship, ossìa l'imparare il mestiere. Questo Noviziato dura sette anni, e in questo tempo i ragazzi in vece di esser pagati come presso di noi, devon pagare più o meno, [64] niente qualche volta, come nelle grandi Case di manifatture. Osservate in questo luogo che l'esercitare un mestiere in Inghilterra senza questo Noviziato si riguarda come dannoso al pubblico Commercio, e la Legge supponendo chi lo professa senza questa cautela, mancante dell'abilità necessaria, glielo impedisce e lo punisce. Quelli di maggior condizione si gettano a quegl'Impieghi Sociali che sono al di sotto dei liberali e al di sopra degli ordinarj; alcuni al Commercio e a quelle tante gradazioni dì stato che il Commercio contiene. Succede spesso in Inghilterra che un Padre che ha una qualche fortuna e più figli, dà a questi, quando sono all'età di 17 o 18 anni, una somma proporzionata e gli abbandona al loro destino; e spesso succede ancora che ognuno di questi impiegatosi nel Paese o fuori, nel Commercio o in altre professioni, prima che il Padre muoja, [65] ritorna più ricco di lui a rivederlo.

Quelli che si dedicano alle occupazioni liberali, sono per lo più di Famiglie comode; col loro ajuto mantener si possono nelle Università e far le spese della lunga carriera che può esser necessaria avanti che siano di profitto. I Nobili e i veramente ricchi dopo le prime scuole, hanno dei Precettori in casa loro o vanno all'Università, ne derivi ciò che può derivarne, per due anni ordinariamente; di là passano a viaggiare per altri due anni; ritornano; sono quello che sono per se, per le loro Famiglie, per il servizio della Patria nel Parlamento o nel Ministero. I titoli e la fortuna son sempre molto per il generale degli uomini in tutti i Paesi. Quello che sono i Nobili quà a differenza di altrove, è l'essere Inglesi e non è poco, cioè l'aver quella Base d'idee nazionali [66] introdotte col latte e con le prime sensazioni sì degli oggetti pubblici che dei privati, quella Base che non può distruggersi. È da lei a mio parere, che sorge quel carattere che buono e cattivo, qualche volta è forzato dalle circostanze a restarsi tacito e occulto, ma che prima o poi a dispetto delle loro contrarietà, regola la condotta della vita e si rende soggette le idee posteriori. Queste che io riguardo per accessorie, non son le fondamentali del cuore umano: nate colle passioni hanno forza e vigore finchè vigore e forza hanno queste passioni: ma nella declinazione necessaria o accidentale di queste, hanno anch'esse la stessa sorte e restano alla memoria, perchè l'ebbe una volta, inattive ed inutili, vedute e considerate soltanto come segni vani di vicende passate: e allora è che le idee primigenie, il carattere più risentito ed energico, come disgombro [67] del peso di quelle che lo tenevano oppresso, si risolleva, ritorna all'impero dello spirito quasi per il diritto di averlo prodotto e di avergli data la prima sua forma e direzione.

Se questa Teorìa ha la verità che io le credo, è trovata la ragione per la quale si vedono molti Inglesi fino a un certo punto della vita negli affari pubblici e nei privati, per ambizione o per interesse, capaci di far uso di ogni sorta di male arti per andare all'oggetto che le passioni o l'esempio avevan fatto prender loro di mira: e tutto ad un tratto, quasi cambiata natura, con un altro costume, con un'altra condotta tanto dissimili da quel che erano, da non riconoscersi, essere il modello di ogni virtù. Tra noi non saprei spiegare in altra maniera come può essere che certi individui finchè contenuti da un'autorità severa, o uniti in società con [68] regole saggie rigorosamente osservate, son comparsi decorati di tutto quel che può fare onore alla specie umana; poi disciolti e lasciati a se stessi, hanno perduto fino il vestigio delle qualità che si ammiravano in loro, e son rimasti vergognosi e ridicoli più forse di quel che sarebbero stati se vissuti fossero in un sistema ordinario: perchè le prime idee, cioè il loro carattere non avrebbe avuta quella estensione ed impeto che succede alla troppa compressione nel rilasciarsi.

È sommo errore, cred'io e potrei provarlo con molti esempj, il supporre inutile nei bambini e nei ragazzi la nozione di certi principj morali, perchè dipendente ne' suoi rapporti dal raziocinio ch'essi non possono avere. Con questa supposizione crede una Madre di nessuna conseguenza un'azione qualunque in presenza della sua bambina. È vero che questa bambina [69] non conosce la natura di quest'azione, nè combina l'idea che ne riceve, colle altre idee che danno le azioni che l'accompagnano e la qualificano: ma è anche vero che riceve queste idee, e perchè son le prime, benchè isolate, saran quelle che non perde più, che combinerà un giorno e che forse decideranno del suo vero carattere quando sia donna. Non crediate che voglia dirvi con questo che le donne Inglesi son tutte virtuose e saggie. La natura umana, amico, è per tutto la stessa: ma come è fuori di dubbio che quà la donna, la maritata in ispecie, ha più virtù che altrove, è anche fuori di dubbio che se non altro è più riservata in tutti i casi, particolarmente con l'infanzia; aggiungete che la donna di qualunque ceto e condotta, illecita ancora, predica non ostante sempre, e più coi ragazzi, virtù, umanità, decenza, raccontando loro, come vi dissi, Istorie [70] e avventure relative, di cui non intende forse nè pratica ella stessa le massime, ma che non lascian per questo d'imprimere quella idea che si ricerca.

Oltre questo, quando in Inghilterra si vuol da una Creatura una certa cosa, si cerca di ottenerla con la direzione, con la persuasione, e si preferisce il non ottenerla e il darne piuttosto qualche segno di scontento, all'averla forzata. Presso di noi si vuole e assolutamente, e per avere si comanda, si minaccia, si grida sempre. Quante volte e da quanti ho sentito dire con aria sdegnosa di tirannìa «I ragazzi hanno da ubbidire»! ebbene ubbidiscono. Così facendo quello che piace a noi che siamo uomini, fanno quello che non devon fare perchè son ragazzi, e allora sono esaltati come prodigj: e facendo quello che non piace a noi, fanno per la ragion contraria quello che devon [71] fare e allora sono strapazzati e gastigati. Con questa alternativa, sempre fuor di tempo e spesso contro ragione, di lode e di biasimo, di adulazione e di avvilimento, non abbiamo poi da maravigliarci che i nostri uomini siano quello che sono, impudenti o timidi, falsi o semplici, e tutto ciò che deriva da queste qualità, e non di raro tutto insieme. Il minor male che può nascere da tal sistema è questo, che se i nostri ragazzi sono tali da parer uomini, i nostri uomini siano tali da parer ragazzi.

E che diventerete, dicevami un giorno con molta libertà un Inglese, che mai diventerete, poveri Italiani, scendendo i vostri uomini per conseguenza necessaria di conseguenza sempre nel meno? Già scordati i vecchj Annali del Mondo, che provano per indigena della vostra Terra la vera pianta dell'uomo, siete passati alla [72] derisione e all'insulto. V'insegnano a leggere, a scrivere, a far di conto per segni normali come se foste scimmie del Monomotapa, e a Voi che foste Maestri di color che sanno, ora vilipesi da superba invidiosa gente, vien supposto appena ingegno meccanico e servile. Ma tutto ciò mi porterebbe a parlar dell'Italia, della mia passione; e non è questo il tempo, che verrà per altro; frattanto confuse le idee, non posso continuar sul mio soggetto e lo rimetto a domani.

Londra 16 del 1788. [73]

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