LETTERA X.

Prima di proseguire nelle osservazioni sopra questo Paese, mi è necessario comunicarvi un mio rapido esame sopra la sua Costituzione ne' suoi essenziali preliminari. Vi è stato scritto sopra da tanti e sì grandi uomini, che forse non farò che ripetere quello che sarà stato detto; ma permettetemelo non ostante. Ciò mi è necessario per facilitarmi la spiegazione di una quantità di contradizioni che s'incontrano nel carattere degl'Inglesi, nella loro condotta, nella struttura della loro società. Lo vedrete in progresso. Per ora ciò che farò per esservi meno di tedio, sarà di esser conciso e di tenermi più che potrò ai risultati che vi esporrò tali, quali compariscono [113] a me. Se m'incontro con l'altrui sentimento, quel che ne dirò non farà che comprovarlo: se no, quello che ne dirò sarà pure affar di opinione, e Voi giudicherete come vorrete; intanto il mio servirà all'oggetto che mi sono proposto.

Vi è noto che la Facoltà Legislativa in questo Regno è divisa nel Re, nella Nobiltà, nel Popolo; e che è necessario il consenso di queste tre Parti perchè ella abbia effetto. La Nobiltà forma la Camera Alta o dei Pari; il Popolo coi suoi Deputati la Camera Bassa o dei Comuni. L'Adunanza, separata per altro, delle due Camere chiamasi Parlamento. Spetta all'una e all'altra il proporre nuove Leggi, l'alterare e annullare quelle che vi sono. Il Re non ha altro diritto che quello di approvare o disapprovare ciò che hanno disposto le due Camere; ed in compenso ha a sua disposizione [114] tutta intiera la parte esecutrice, gli onori, le ricompense, gl'impieghi di ogni genere. Il Popolo ossìa la Camera de' Comuni, ha per antico indisputabil diritto e privilegio, che tutte le concessioni di sussidj ed ajuti Parlamentarj di qualunque denominazione, siano per esigenze del Governo o per oggetti pubblici o privati, devono principiare nella sua Adunanza ed esser prima accordati da lui. La Camera dei Lordi non ha altra facoltà che quella di rigettarne la proposizione, e non mai quella di farla.

Rilevar potete da Voi la bilancia che pare implicita in questo Sistema, tra l'autorità del Re e i diritti del Popolo; e il contrasto che trovano le tre Parti tra Loro per sostenersi.

La riunione nell'istesso Governo della Monarchìa, dell'Aristocrazìa, della Democrazìa è ciò che stabilisce la [115] singolarità di questa Costituzione. Se le qualità loro sono combinate in maniera che niuna possa aver mai una preponderanza decisa sopra le altre, checchè se ne pensi da alcuni, può essere che questa Forma sia la più confacente alla natura degli uomini, perciò la migliore che mai sia stata. Il certo è, che finora si è riguardata dagli Inglesi come il fondamento della loro Libertà e ben essere, e dagli Esteri come l'oggetto della loro invidia e de' loro desiderj. È facile a vedersi che i buoni effetti di lei devono principalmente dipendere dalla composizione della Camera dei Comuni. Questa oltre l'essere una delle tre Parti necessarie alle deliberazioni legislative, è anche quella che vi dissi essere la prima origine delle concessioni pecuniarie, e quella che ha da essere di ostacolo, in difesa dei diritti del Popolo, alla soverchia condiscendenza di quella dei Lordi, che per interesse [116] e per ambizione può naturalmente supporsi del partito del Re e del suo Ministero. Ella è anche di somma importanza per l'opinione che il Popolo ha di lei e del suo voto, come di quella che lo rappresenta e che lo fa partecipe della Sovranità. È questa opinione che nelle operazioni politiche dispone in favore o contro, e sempre con un grande effetto, il Popolo istesso. Dunque la Camera dei Comuni è nel Parlamento quella, che direttamente o indirettamente non dovrebbe aver rapporti, e molto meno dipendenza dal Re e da' suoi Ministri. Per assicurarsi di questo converrebbe che i Membri di lei fossero inarrivabili dalla speranza e dal timore di questo Re, di questi Ministri; che la forma di eleggerli non fosse punto suscettibile della loro influenza; in una parola, che la loro elezione dipendesse onninamente dal libero suffragio di tutto il Popolo Inglese. [117]

Se questo possa essere giudicatelo dal sapere, che di 555 Membri dei quali è composta la Camera dei Comuni, 300 sono scelti da meno di 6000 Elettori; e questo per antico diritto, non mai rivocato, di alcune Provincie e Borghi, popolati un tempo, quasi deserti adesso. Dunque 255 sono quelli che restano per essere scelti dal rimanente della Nazione che se compresa la Scozia ha, per quanto dicono, una popolazione di 8 milioni d'Individui, sarà vero che 6 mila di loro o pochi più essendo compreso in questo numero il Re e 255 Pari incirca che per diritto ereditario formano la Camera Alta, delle tre Parti depositarie di tutto il potere legislativo, ne possiedono due intieramente, e della terza, di quella che è la più gelosa, ne possiedono più che la metà ch'è un dire il totale; perchè in ogni Camera la pluralità dei voti vince l'opinione: sarà anche vero che 7 milioni [118] 994 mila Individui non avendo coi loro Membri che la minorità dei voti, il diritto che hanno di esser rappresentati è di nessun valore, è illusorio.

In questo stato di cose, supposti gl'interessi del Re in contradizione con quelli del Popolo, che cosa ha da far questo Re per ottenere il suo intento? Coi vantaggi che ha in suo potere, ad una rinnovazione del Parlamento ha da corrompere gli Elettori che vi ho dimostrato non esser molti, dei 300 Membri, e scelti questi a suo modo, avrà sicura la pluralità dei voti nella Camera dei Comuni. Aggiungete che quando il Re non siasi data la pena o non abbia potuto influir totalmente nella elezione di questi 300 Membri, la sua Causa non è ancora perduta. È sempre in tempo a guadagnar quel numero che gli manca di loro con le pensioni, con gl'impieghi, con gli onori che può dare, [119] che può promettere, secondo le Persone, secondo le circostanze. In fatti non vi ha più esempio, dopo l'amministrazione del Cav. Walpole, che siano stati rifiutati i sussidj, anche nei casi i più contrarj ai vantaggi della Nazione; e la fatal Guerra con l'America dal principio sino al fine è una prova costante e troppo scandalosa della decisiva influenza del Re nelle deliberazioni Parlamentarie.

Dimostrata la probabilità, per non dir la certezza, che il Parlamento sia con la pluralità dei suoi Voti in favor del Re e de' suoi Ministri, se questo Re, perciò questi Ministri, fossero di pessima tirannica disposizione, che potrebb'egli succedere? Potrebbe succedere un cambiamento delle Leggi che favoriscono la libertà personale, che assicurano la proprietà; un'alterazione delle massime da cui dipende la felicità, il ben essere dell'Inghilterra. [120] E chi potrebbe opporsi per diritto di Costituzione? Il Parlamento d'accordo col Re ha tanto assoluta potestà e giurisdizione, che non ha limiti in verun caso, di verun genere; per veruna cagione: è tale, che può rovesciare, variare la Costituzione istessa, fino la natura di se medesimo: è tale, che se ebbe ragione l'Illustre Lord Burleigh, Gran Tesoriere, di pronunziare che l' Inghilterra non può mai esser rovinata che da un Parlamento, si può aver ragione invertendo la negativa, di temere che un Parlamento rovini l'Inghilterra. Si crede generalmente che i respettivi Membri della Camera dei Comuni debbano render conto della loro condotta ai loro Costituenti: ma questo caso non è accaduto, ch'io sappia, almeno con qualche effetto; e che non possa essere altrimenti è implicitamente compreso nel Privilegio dispotico di onnipotenza del Parlamento. E quando fosse, [121] siccome i Costituenti non possono cambiare i lor Deputati, benchè conosciuti infedeli, che dopo i sette anni della durata di un Parlamento, in questo tempo è da supporsi accaduto della Nazione quel che ne dovea accadere. In somma un'organizzazione di questa natura e privilegj di tanta estensione sono assolutamente incompatibili con l'essenza della libertà. [122]

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