LETTERA XI.

Che volete che dica della libertà dell'Inghilterra, dopo quello che ho detto della sua Costituzione nell'ultima mia? Frattanto questa Nazione si sostiene, è potente, è ricca, è contenta e felice veramente più che altra che sia, e mai sia stata: e questo Popolo, vecchio e fervido amico della libertà, che per esperienza sa i mali del non averla e conosce i beni dell'averla, lascia le cose essere come sono con tutti i loro vizj e difetti. Potrebbe mai essere che appunto il ritrovarsi l'Inghilterra così prossima come vi ho dimostrato, all'invasione del Dispotismo, fosse la vera cagione, per la quale sostiene questa libertà contro gli sforzi del Dispotismo istesso? Certo [123] è che l'imminente continuo pericolo, più che la sicurezza, tien lo spirito desto e in continua cautela e guardia; e certo è che l'opinione reale o immaginaria di aver libertà, come rende l'uomo felice e contento, e gli tien vivo l'impegno di conservarla, così ritiene la violenza e le male arti di chi può avere interesse a distruggerla. La Costituzione ha ceduto troppo, perchè ha ceduto tutto, come sentiste, al Parlamento; ma è rimasto, quasi dirò suo malgrado, in difesa della Nazione un Tribunale che è al di sopra del Parlamento, perchè è al di sopra di lei medesima. Questo è il Tribunale del Popolo Inglese e della pubblica opinione, che ha quell'ultima tremenda giurisdizione che non fa mai sentirsi senza effetto; e il principio di questo Regno ne ha sperimentata l'efficace influenza e l'impero.

E come mai, parmi udirvi esclamare, [124] come può essere e mantenersi nel Popolo Inglese, quando è tanta la corruzione di quelli che lo rappresentano, un sentimento così benefico e generoso? Eppure vi è: e sebben vi parrà strano, non è meno vero che il Tribunale di questa opinione veglia alla vera intrinseca essenza della libertà Inglese, principalmente per opera della corruzione stessa. Il celebre Partito così chiamato dell'Opposizione, nato in Inghilterra dal fermento della gran Ribellione, e necessaria conseguenza dei principj opposti della Costituzione, benchè al giorno d'oggi diretto quasi totalmente da ragioni d'interesse e d'ambizione, divide sempre, con più o men di forza il Parlamento, e fa star sempre sollecito questo Supremo Tribunale a fargli reclamare all'occasione i diritti che sa di avere e che vuol far valere. Il Partito dell'Opposizione è composto d'Individui che per massima sono in [125] contradizione con tutto quello che fa o propone di fare il Re e il Ministero. Per se stesso immorale, perchè di mala fede, si oppone coi suoi voti prima, poi coi suoi scritti, con le sue voci, con le sue cabale, coi suoi intrighi: così conserva nel Popolo quel sospetto, quella diffidenza che arresta la soverchia usurpazione che conduce al Dispotismo. Questo Partito non può non esserci; appunto perchè prende la sua origine e nella Costituzione e nella vera natura dell'Uomo, composta di virtù e di vizio.

Si è veduto e si vede, che presso quelle Nazioni il cui Governo è semplice e di una sola natura, quando abbiano in se una parte di Uomini buoni o che tali voglion parere, e una parte di cattivi o che per debolezza producono gli stessi effetti, risulta che fintanto che quelli hanno più forza o ugual forza di questi, la [126] Repubblica si sostiene e non resta oppressa; ma che quando il vizio prevale, e questo è sempre o prima o poi e più spesso è presto, la Forma del Governo appoco appoco si rilascia, s'illanguidisce e si cambia alla fine. In questo Paese non si cerca di mettere in moto il carattere della Nazione, nè dall'esser divisa in due parti, di buoni una, di cattivi l'altra, si teme che la preponderanza disgraziatamente più probabile, di questa, porti la rovina della Costituzione. È messo in azione il carattere dell'Uomo Individuo, tale qual'è. L'Uomo per se stesso di carattere misto generalmente, come per tutto altrove si presenta agli affari pubblici ora con la parte buona, ora con la cattiva che ha in se, secondo quello che gli detta l'interesse e la volontà del momento. Così esercitando senza finzione il sentimento che in lui prevale, può mostrare e far uso di tutta quella [127] forza di spirito di cui è capace, perchè non contrariato da altra interna occulta passione che lo domini. Quest'Uomo ora ha interesse ad esser del partito della Corte, ora di quello del Popolo. Dell'uno o dell'altro che sia, non può non concorrere in ultima conseguenza a far ottenere il fine che vuole questa Costituzione, quello cioè che nella Nazione vi sia un Re con prerogative di Re, che vi siano Uomini che siano Uomini, liberi e con diritti. Questi due soggetti contradittorj e incompatibili per loro stessi, che mai non erano stati creduti combinabili, lo sono al presente per risultato del contrasto di quest'interesse particolare, che per necessità diviso dirò quasi in due parti uguali, difende e combatte con uguale impegno e forse con uguale effetto ora l'una, ora l'altra di loro.

Quello che jeri nel Parlamento [128] pareva il più strenuo difensore della libertà e dei privilegj del Popolo, oggi sedotto dai vantaggi che gli propone il Re, diventa il più ossequioso adoratore della volontà del Re medesimo, affatto scordato di quello che rappresentava nel giorno avanti. In ugual maniera quello che è oggi nel Ministero e in conseguenza tutto intento ad estendere le Regie prerogative, dimesso domani, s'arruola subito nel Partito dell'Opposizione e ne diventa uno degli acerrimi fautori. Lord North che per 12 anni ha goduto della maggior confidenza del Re, e posseduta un'autorità più che Ministeriale, dimesso alla fineper non poter più resistere alla incessante violenta persecuzione del Partito dell'Opposizione, ora dopo Carlo Fox è forse il primo di questo stesso Partito. Così l'Opposizione esiste sempre: a un Membro che perde, altro ne succede per virtù qualche volta ma raramente, e più [129] spesso per vizio, perchè per vendetta e dispetto, o per dar suggezione al Ministero e così obbligarlo a corromperlo a qualunque prezzo, e far la sua fortuna con acquistar ricchezze ed onori. L'Opposizione compra ancora, ed occorrendo ad altissimo prezzo, Membri del Partito opposto e Individui indifferenti, che crede a proposito per sostener la sua causa col credito o col genio. Intanto ora con perdere, ora con guadagnare, ora si fa il vantaggio del Re, ora quello del Popolo; l'equilibrio si mantiene e la Costituzione si regge.

Tutto è corruzione dunque, Voi gridate, ed avete ragione: ma se concludete per questo, come disse Giugurta dei Romani, che non manca che un compratore per avere un arbitrio assoluto dell'Inghilterra, vi rispondo che per averlo non basta comprare il Parlamento, come non a torto [130] supponeva Giugurta che bastasse per aver Roma comprare il Senato: bisogna comprar tutta l'Inghilterra stessa. Vi ho dimostrato come l'Opposizione è un'Idra le cui teste rinascon sempre; se non deriva da lei la pubblica opinione, ella è che ha interesse a tenerla desta e vegliante. Aggiungete ancora che questa Idra ha la sua riproduzione per natura e per interesse nel Corpo che ha questa pubblica opinione, cioè nel Popolo.

Non mi tratterrò più a lungo sopra questo soggetto: sia quanto vuol essere un ammasso di corruzione e di vizio, Voi non potete non veder l'effetto che ne risulta per ciò che riguarda il Governo e la libertà Inglese. Non terminerò col decidere se fosse meglio diminuire in qualche maniera le sorgenti di questa corruzione, nè avrò il coraggio di dire che il farlo fosse anche facile. So che è stato detto [131] in questi ultimi tempi che non solo la Costituzione Inglese non è la migliore che possa aversi, come per verità troppo estesamente è stato in generale creduto finora, ma che sarebbe vergogna il prenderla per modello. In quanto a me, penso che sarebbe pazzìa piuttosto che vergogna; perchè per aver questa Costituzione bisogna aver questo Popolo; e per aver questo Popolo bisogna essere in questa posizione e succedere, come in Inghilterra, a una serie di vicende troppo note perchè troppo tragiche, onde stabilir l'opinione che domina questo Popolo. Del rimanente ha da vedersi e tra non molto, quel che saranno queste nuove Nazioni che pretendono nella Forma del loro Governo di trovare il punto dell'assoluta indipendenza da un solo, e della perfezione. Potrebbe anche accader loro per minor male, che si trovassero più senza Padrone che in libertà. La Natura [132] umana è un composto precisamente di Virtù e di Vizio, e quella Costituzione sarà la più savia che conciliando quanto è possibile le contradizioni, per le quali bisogna persuadersi non esser che troppo fatto il cuore degli uomini, saprà tollerare e poi tirare un partito dall'uno e dall'altra. Quando vorrà farsi tale che abbia da forzar gli uomini ad esser tutti per la virtù, niente per il vizio, non sarà che fare un sistema precario, di breve durata e dolorosissimo, di violenza e di schiavitù; e non riuscirà frattanto che a mettere in essere la vera Ipocrisìa ch'è il peggiore e il più pernicioso di tutti i vizj, di tutti i mali. [133]

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