LETTERA XII.

Vi tenni nell'ultima mia non senza pena tra la corruzione ed il vizio per dimostrarvi da quali torbide sorgenti proviene in Inghilterra il più prezioso dei beni, la Libertà. In seguito avrete poi luogo assai volte di rilevare anche i mali che ne risultano, e la parte che hanno nel carattere e nei costumi di questo Popolo: ma frattanto per avervi trattenuto sopra verità troppo umilianti, le quali per altro non sono meno verità per questo, voglio compensarvi col piacer di ripetere quello che già sapete, ma che non è mai ripetuto abbastanza, cioè, che nei Paesi che hanno libertà, per quanto grandi esser possano i vizj, grandi sono anche le virtù. [134] In fatti quì è dove si trovano Uomini nella vita pubblica e nella privata con le più sublimi ed energiche qualità. Vi dirò una parola di alcuni di quelli che sono ora nel maneggio degli affari politici, e avrò frattanto l'occasione di condiscendere al vostro desiderio di avere un'idea esatta del celebre Guglielmo Pitt.

Mr. Pitt niente ha di straordinario nella fisonomìa; rozzo piuttosto e scomposto nella persona benchè vantaggiosa, è riservato e anche rigido nel contegno che per altro non è orgoglioso. Poco fatto per guadagnarsi gli uomini con le grazie della figura e del tratto, è freddo e scostante nelle maniere. Interrogato, vuol essere obbligante, e per esser cauto è imbarazzato: ma dice bene quello che dice, senza dir troppo e senza mistero. Benchè semplice e modesto nel suo vestiario, non vuol farsi distinguere per [135] la non curanza. Sommamente frugale in una pubblica Tavola, non si abbandona per non esser sorpreso; sembra distratto, forse per osservar meglio o per non farsi osservare: non senza riguardi per altro, se ricercato. Questo è Pitt agli occhi di un Forestiero, come l'ho sempre incontrato io. Tutta l'Inghilterra lo vuole senz'altra passion dominante che quella di promuover la gloria ed il vantaggio del suo Paese. Il Partito istesso dell'Opposizione non l'accusa di trasporto per le Donne, per il Giuoco, per veruno Spettacolo, e se qualche volta condiscende ai piaceri nazionali della Tavola e della Compagnìa, è nel Circolo il più ristretto de' suoi Amici che ama, non favorisce. Ardito, risoluto e fermo nelle sue intraprese, sa scegliere i soggetti ai quali affidarle e si riposa sopra di loro. La diffidenza fu sempre unita con lo spirito piccolo e con l'insufficienza. Dotato di talenti [136] impareggiabili per dominare un'Assemblea popolare, perspicace e chiaro con la rapidità e fuoco dell'eloquenza, ampio e abbondante nell'esprimersi, sebbene non prolisso nè diffuso, non lascia nel suo argomento veruna circostanza che lo riguardi, che lo spieghi, che lo provi. Felice anche col difetto di ripetersi qualche volta, nella maniera di rappresentare sa scuoter l'immaginazione e persuader l'intelletto, e così guadagna l'opinione con le figure dell'Oratoria e con la forza della Ragione. Economo com'è, e tenace della pubblica rendita, disinteressato in superior grado per se e per gli altri, gli si rimprovera una soverchia ristrettezza e cautela nel maneggio della medesima: benchè necessaria nello stato esausto del pubblico Tesoro, non si crede degna della munificenza e della generosità di una gran Nazione in ispecie in certe occasioni. Gli è anche dato debito di [137] troppa severità nei principj, sdegnando non solo di avere un Partito, ma anche di accordare attenzione a quello che ha. Necessario al bene e alla gloria della Nazione, si vorrebbe fin dai buoni ch'egli si abbassasse al maneggio di quei mezzi corrotti ma efficaci, che l'ambizione e l'interesse hanno resi indispensabili per sostenersi in un Governo, misto com'è questo di sì diversi caratteri. Mr. Pitt che fu inalzato nella prima sua età in veduta è vero della fama e servigj del Padre, ma più ancora dal trascendente suo genio, non dall'impostura, nè dal capriccio, nè dal favore dell'autorità debole e indolente, come non è disgraziatamente che troppo spesso negli altri Paesi, pervenuto a grado sì alto per ragione che anche in questo non è ordinaria, non vuol dovere il sostenervisi alle regole ordinarie dei Ministri comuni. Vuol la conservazione dell'eminente sua Carica dalla nobiltà, [138] dalla virtù de' suoi sentimenti, dall'effetto delle sue operazioni, dalla pubblica opinione, di cui vi dissi il valore in quest'Isola, che queste e quegli hanno saputo acquistargli.

Non posso omettere di parlarvi di alcuni altri che principalmente concorrono con lui al movimento della Macchina di questo Governo. Il primo che mi si presenta è il Gran Cancelliere. Questo per natura della sua Carica, e per le qualità superiori del suo ingegno e del suo carattere, facilita a Mr. Pitt l'esecuzione de' suoi vasti progetti, e sostiene con vigore la causa di lui nella Camera Alta. Il Gran Cancelliere dev'esser Pari del Regno; per questo, quando la scelta a tale importante e luminoso Impiego che si dà e si toglie a piacimento del Re, cade in persona non rivestita di tal dignità, il Re prima gliela conferisce. Così fu per l'attuale Gran [139] Cancelliere Eduardo Thurlow, Uomo di niuna nascita e fortuna, ma di quel merito sublime che dà il talento e l'applicazione. Nei primi tempi in cui sedè nella Camera Alta della quale è l'Oratore e nel fatto il regolatore, il Duca di Grafton discendente per linea illegittima da Carlo Secondo, volle in certa occasione attaccarlo sopra i natali con dire, che si vedeva non esser troppo pratico degli usi e delle forme ch'eran solite praticarsi nella Camera dei Pari. Lord Thurlow, Uomo saggio ma di spirito da non lasciarsi umiliare, soffrì per quanto parve, con indifferenza il sarcasmo; ma pochi giorni dopo, fatta venire una ragione di parlar di se, rappresentò che nell'impegno di fare il suo dovere, aveva in vista l'essere stato promosso a quell'alta onorifica Carica dalla Clemenza del Re che si era degnato di trovare in lui qualche merito, titolo ben più distinto che [140] quello procedente dall'essere of the Offspring of a spurious race, della discendenza di una razza spuria. Questo tratto vi caratterizza lo spirito e il tuono di Lord Thurlow.

Grande ajuto di Mr. Pitt è anche Lord Hawkesbury che è il primo della Commissione sopra tutte le materie che hanno relazione al Commercio e alle Piantazioni estere. Il suo genio e le sue cognizioni fanno già riguardarlo come un Candidato ai primi Impieghi. Ha la qualità rarissima negli uomini di mente superiore, di essere non meno a proposito per il dettaglio degli affari, che capace e pronto nel concepirne e promuoverne dei grandi: gli si legge nell'aspetto serio e riconcentrato, ma con occhio animato che non vede limiti.

Sono ancora di molto vantaggio a Mr. Pitt, Enrico Dundas e Giorgio [141] Rose. Il primo è Tesoriere della Flotta e quello che influisce il più nella Deputazione sopra le cose della Compagnìa dell'Indie Orientali. L'altro è primo Segretario della Tesorerìa. Ambedue potenti nella Camera dei Comuni per il loro sommo ingegno, sono poi di gran penetrazione e di risorse pronte e straordinarie nella condotta degli affari. In questi Soggetti, tutti in intima connessione con Mr. Pitt che sa prevalersene a tempo senza compromettersi e senza avvilirgli, avete tutto quello che vi è di meglio nell'Amministrazione generale. Essi ne sono in sostanza i principali Istrumenti, quelli che di concerto con Mr. Pitt regolano veramente la condotta della Nazione. Poco ho da dirvi dei due Segretarj di Stato per gli affari interni e per gli esteri: partecipando per riflesso dello splendore che emana da un Pianeta tanto luminoso quanto Pitt, il lor nome passerà ai Posteri [142] non senza gloria, non per altro che per il vantaggio di esser involti nell'orbita di lui, e per il merito di seguitarne fedelmente il movimento ed il corso.

Mr. Pitt avendo riunite in se le funzioni di Capo della Tesorerìa e di Cancelliere dello Scacchiere, senz'avere il carattere di Primo Ministro, lo rappresenta in sostanza e lo è in fatto. Tutto è necessario che sia a sua notizia. Niente si fa senza denaro; tutto dunque deve sapersi da quello che somministra questo denaro, la Guerra, la Pace, i Trattati; e siccome tutta più o meno l'Amministrazione Civile ha rapporto all'Economìa generale o alla particolare delle Finanze, così in ogni parte dell'Amministrazione più o meno deve aver luogo ed influenza quello che ha l'incarico di questa Economìa. Già sapete che quando l'Inghilterra per dimenticarsi [143] la vergogna e l'obbrobrio della tragica scena di Carlo Primo, dichiarò la Persona del Re Sacra in avvenire all'occhio della Legge, incapace per se stessa di delitto e non soggetta a render conto delle sue azioni, con la disposizione la più provida e la più ragionevole ch'io conosca per la sicurezza ed il ben essere degli uomini, volle responsabili le persone dei Ministri di ciò che poteva nella condotta degli affari accader di contrario alla Legge stessa. N'è tanto più responsabile il Ministro delle Finanze, quanto che per trovare il denaro che deve somministrare, ha da giustificar l'uso fatto di quello avuto; e perciò giudicandosi quà come per tutto altrove ma con effetto più concludente, del buono o cattivo impiego del medesimo dall'esito buono o cattivo delle intraprese per le quali è servito, ha egli interesse e quasi diritto negativamente almeno, non [144] solo di esserne informato, ma anche di esigere che siano prese tutte quelle misure che crede opportune perchè gli affari riescano felicemente. Mr. Pitt penetrato da queste grandi verità, in continua esaltazione di spirito per il vantaggio e la gloria del suo Paese, spinto da questo doppio motivo, si è messo in possesso con molta ragione di essere il vero ed in sostanza l'unico Consultore del Re; e sicuro della sua probità e buona intenzione, qualità ridicole nei Ministri quando inattive, e colpevoli ancora quando risulta danno nel metterle in opera, incammina dei progetti incogniti qualche volta nel loro principio al Re medesimo. È da questo che nel momento presente nulla può sapersi delle risoluzioni vere di questo Gabinetto. Sono ristrette in così poche persone, che l'occhio il più attento e il più sagace non può penetrarle. Posson sapersi per congettura o per induzione [145] da quel che si fa, ma si ottiene dalla politica, come talvolta anche da combinazioni non prevedute, che quel che si fa non corrisponde a tutto quel che vuol farsi. Certo è frattanto che quà l'imprudenza o il sistema non tradiscono il segreto, e questo è tutto quello che può far l'uomo. Il Re tra le altre ottime qualità pubbliche e private che hanno interessato per lui senza questione l'attaccamento e il favore del Popolo Inglese, ha quella di saper dire solo quel che vuol dire, niente di più, e non dice quello che non deve dire.

Giudicherete da questo che non hanno molto da fare i Ministri Esteri a questa Corte: crederete che non hanno da scrivere ai loro Sovrani che quello che sanno dalle Gazzette: e le Gazzette dicono tutto, ma non dicono che quel che sanno o quel che suppongono; e spesso ancora quel che il Gabinetto [146] vuol che si creda che sia. Uno di loro dei più di spirito, e di quei pochi nella carriera dell'ambizione che sanno non esser vittima delle illusioni, mi diceva ultimamente ch'era contento della sua situazione in preferenza di ogni altra, perchè niente vi era di più facile che far l'Ambasciatore in questo Paese; era sincero e diceva bene. Non è di grave impegno l'estratto di una Gazzetta, il dar dei pranzi se ben pagato, il lasciar molte carte di visite e far riverenze. Il Corpo Diplomatico è all'occhio del Ministero Inglese quello che dovrebb'essere per sua natura, quello che ebbe in oggetto la sua istituzione. Non è che una Scena decorosa di rappresentanza; e anche la Nazione non lo riguarda per altro lato. I Ministri Esteri sono tutti caratterizzati col titolo di Ambasciatore e di Eccellenza. Due soli ne conosco con tal Dignità uno di Francia, l'altro di Spagna; ma quì si dà a tutti il più nell'opinione [147] per poter dare il meno nel fatto, o anche perchè quì il più e il meno dei Titoli significa l'istesso. La Corte che vive la sua vita ordinaria nella maggior semplicità come se fosse una Famiglia privata di Cittadini, due volte la settimana o tre secondo i tempi, dà alcune ore alla Comparsa Reale e all'adulazione pubblica: attorniata dai Ministri, dai Grandi, dai Cortigiani, allora solamente vede, parla senza trascurarne alcuno con tutti gl'Individui del Corpo Diplomatico. Così conserva la sua dignità e la loro, senza comprometter nè l'una, nè l'altra, nè gli affari. Intanto contenta gli uomini perchè gli pasce di Spettacolo; e di nuovo viene ad accordar bene a proposito tutto all'opinione, niente al fatto. In questa presente Casa Reale non vi sono quegl'intrighi di Donne, di Favoriti e di Confidenti che danno tanta gloria e tanto merito a quello spirito di astuzia [148] che si chiama Politica di un Ministro Estero e di un Nazionale in altri Paesi.

Ma basta per oggi. Riprenderò per altro domani la stessa materia. Oltre essere un soggetto di curiosità che vi ha da piacere, osserverete da Voi in progresso, se mi occorre parlare della condotta privata degli affari, quanto ella prende regola e norma da questa pubblica. [149]

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