LETTERA XIII.

Il Corpo Diplomatico non ha che quei giorni in cui la Corte si mette in pubblico, per veder Mr. Pitt e gli altri primi del Ministero. Parla con loro, ma in certe occasioni non può avere altro oggetto che la convenienza; tutto al più il rammentare affari già incamminati. Ha poi nella settimana una conferenza col Segretario degli Affari Esteri, al quale unicamente avanza le sue domande, le sue pretensioni, ch'egli spedisce se di sua ispezione, o passa ai Dipartimenti ai quali appartengono per avere e poter dare risposta. Dovete notare che questa ordinariamente è a voce e col fatto; quà con difficoltà si risponde in iscritto. Questo Ministero non ha [150] in stile quel corso inetto di Lettere e Viglietti di Formulario che si chiamano Ministeriali, che fanno perdere il tempo, e danno agli affari la natura de' pettegolezzi delle Donne: o favorisce, come ho detto, col fatto la proposizione, o tace. Un Ministro Estero che scriva a Mr. Pitt o a tutt'altro Capo di Dipartimento fuori che a quello che gli conviene, non ha risposta: può averla a voce in mezzo al popolo che vi descrissi; e l'avrà sempre ossequiosa e che annunzia buona intenzione, ma sempre inconcludente quando in ispecie non può esser favorevole. Un Ministro Inglese è troppo geloso della sua dignità per non aver dei riguardi a quella di chi rappresenta un Sovrano Estero. Gli accorda perciò rigorosamente tutto quello che gli è dovuto, ma ha un tuono assai laconico e non curante per non permettere o non lasciar prender piede all'importunità in ciò che crede [151] non esser dovuto. Replico, si voglion gli affari per i loro respettivi Dipartimenti; così è evitata la soprabbondanza e la confusione, e deviata l'insistenza di chi domanda; che se continua ed è per cosa che non si vuole accordare, gli si pone un termine, intendo a voce perchè in scritto non si risponde, con l'annunziare un Atto in contrario di Parlamento. Questo è sempre pronto e riservato per ultima final risposta alla pretensione. Vi è tanto numero di Atti di Parlamento in Inghilterra quanto ve n'è di Leggi in quasi tutti i Paesi, dimodochè non è difficile trovarne uno che accordi e un altro che neghi: in conseguenza anche quà come altrove, non raro è l'arbitrio del volere o non volere di un Ministro secondo la circostanza.

A prima vista pare inconciliabile la possibilità che un Ministro in Inghilterra abbia quest'arbitrio, con la [152] natura di questa Costituzione e con la maniera con cui è architettata l'Amministrazione delle pubbliche incumbenze, ossìa la facoltà esecutrice di questo Governo. Già sapete che la maggior parte di questi Dipartimenti, di quelli almeno della maggiore importanza, è consegnata alla riunione di più soggetti che quà chiamano Committee, Boards ec. In fatti le stesse Cariche di Gran Tesoriere e di Grand'Ammiraglio originalmente esercitate da un solo, sono ora divise, quella in cinque Commissarj, e in sette questa. Altri nove Commissarj presiedono alla Dogana. L'Ufizio dell'Eccisa, quello delle Tasse sono divisi in Commissarj. Quello savissimo ed utilissimo istituito non è molto da Mr. Pitt per rivedere i pubblici Conti, è pur diviso in Commissarj. Parrebbe dunque con tal divisione di autorità che dovess'esser prevenuto il caso dell'arbitrio di un solo. E questo è uno [153] forse degli oggetti di tal sistema, oltre quello di avere il Re nella moltiplicità degl'Impieghi una maggior quantità di favore da dispensare per aver la pluralità dei Voti nel Parlamento. Con tutta questa divisione per altro, siate persuaso che uno è sempre quello che dispone di tutto, una è la cagione movente di tutte le risoluzioni di queste Deputazioni. E nel Parlamento non è forse lo stesso? Nella Camera dei Pari fa tutto il Gran Cancelliere; in quella dei Comuni per il Partito del Re Mr. Pitt, per quello dell'Opposizione Mr. Fox. Questo sistema dunque non esclude l'arbitrio, ed oltre questo porta un carico esorbitante di spesa, e quel che è peggio, un ritardo alla spedizione degli affari; perchè per quanto sia uno in sostanza che fa avanti o dopo decidergli a modo suo, il male è appunto, che lo siano dopo piuttosto che avanti del loro vero tempo. Nè fa [154] che sia altrimenti l'essere il numero dei componenti il Dipartimento sempre dispari per dar luogo alla pronta decisione con la disparità dei Voti nella discordanza dell'opinione: la discordanza produce sempre lentezza, e vi è discordanza dove sono uomini.

Altrove ho veduto procedere da un tal sistema grandissimi mali. Quelli del maggior dispendio e di non concludere mai assolutamente nulla con sommo detrimento della Giustizia pubblica e della privata, erano costanti. Ho veduto anche derivarne, se aveva rapporti con l'Economìa, la dilapidazione dei prodotti la più sfacciata e la più concorde, perchè fosse più sicura e meno pericolosa, e un sopraccarico alla Società di Persone autorevoli sempre odioso, dove in ispecie la disuguaglianza è nel fatto quanto o più che nell'opinione. L'interesse [155] che prende il Pubblico alle cose dello Stato in questo Paese, ovvierà forse una parte di sì fatali conseguenze; ma non può esser per questo nè è evitata quella della lentezza e del dispendio; e non può esser non sentita in Inghilterra, dove tutto si osserva e si calcola, per avere in tutto ciò che può aversi di più utile. Si pubblica il risultato e si vogliono i mezzi che vi conducono. Continuano in questo sistema gl'Inglesi frattanto, e così pare che sian contenti: e qual altro è il fine della Società che quello, che gli uomini siano contenti? Se in Inghilterra gli Ufizj fossero amministrati e diretti da un solo Individuo, sebben questo fosse della maggior possibile intelligenza ed onestà, e soggetto a revision rigorosa di Conti e di condotta con sicurezza di gastigo in caso di mancanza: sebbene dopo tutte queste precauzioni e circostanze la Repubblica andasse meglio e costasse [156] minor dispendio, la Nazione molto probabilmente avrebbe dei dubbj, delle inquietudini, crederebbe di esser soggetta all'autorità arbitraria, non sarebbe contenta. Mi confermo anche da questo, che per tutto gli uomini lascian più che da altro governarsi dalla opinione, ed il Governo Inglese deve avere in vista in tutte le sue disposizioni di tener tranquilla e soddisfatta questa opinione. Del resto il sistema di dividere ugualmente l'autorità sopra molti Individui per il maneggio degli Affari di una sola natura, credo al più che anche in questo Paese possa fare ostacolo al male o esser cagione di potersi facilmente rimediare il male, non che possa mai promuovere il bene; e son persuaso, replico, esser seguitato da questo Governo più che per altro, come dissi, per aver più Persone delle quali poter disporre, e per appagare l'immaginazione. [157]

Eccovi un esempio caratteristico e distinto che la Forma della pubblica Costituzione modella la forma della privata. Tutte le transazioni particolari di questo Paese, Scientifiche, di Misericordia, di Commercio, di divertimento, di amicizia anche come i Clubs, sono per la maggior parte promosse e condotte in società. Gl'interessi di queste società sono affidati ad alcuni di quelli che le compongono; e tra questi uno vi è che fa tutto in sostanza e che regola, per altro col loro consenso ed approvazione. Nell'osservare che il maneggio delle grandi e piccole cose private ha generalmente il sistema che ha il maneggio delle pubbliche, abbiamo anche quì una prova della già antica opinione, che gli uomini son fatti per esser governati; e solo si può aggiungere da quel che ho detto, che bene o mal che lo siano, son più contenti [158] quando par loro di governarsi da se.

Avrei terminato se non mi ritornasse adesso alla mente un pensiero che ha relazione alla materia di questa Lettera e che voglio comunicarvi. È un pensiero d'Italia; già mi venne più e replicate volte nel soggiorno anche lungo e in diversi tempi fatto presso coteste tante nostre Nazioni sulla massima, che gli uomini sono in somma quali fa essergli il loro Governo. Il pensier mio non è, che questo avvenga presso di noi per effetto della Costituzione di questo Governo; perchè presso di noi, le Repubbliche eccettuate, il medesimo è per tutti il genere della soggezione; e nondimeno i Popoli d'Italia son differenti uno dall'altro in tutti i sensi, e differenti essi stessi secondo certi differenti periodi. Ho molte ragioni [159] che vi riserbo per altro tempo, che mi rendono propenso a creder piuttosto che la Morale, la Politica, il Metodo di quelli che governano, decidano temporariamente e sensibilmente del carattere, della condotta di quelli che son governati. Certo è che l'uomo per ordinario si regola da un esempio, e quello del carattere pubblico è il più luminoso; un Popolo ristretto non può non vederlo, e per interesse e per natural cieco spirito d'imitazione, non seguitarlo. Non estendo al grande questa opinione, e anche per il nostro piccolo l'avanzo con quella riserva con cui conviene ammettere la novità. Merita per altro l'esame vostro; è d'importanza. Se fosse vero che dal carattere dei particolari e dal sistema degli affari privati potesse rilevarsi qual è il carattere degli Uomini pubblici ed il sistema dell'Amministrazion generale; [160] e per la stessa ragione potesse giudicarsi della natura di quelli da quel che son questi: avrebbe trovata la Storia nostra una prova e riprova senza equivoco per esser sicura della sua giustizia e verità. [161]

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