LETTERA XIV.

Bath 3. Febbrajo 1788.

Vi scrivo da Bath. Son quì da sei giorni e ne partirò domani non senza pena, lasciando questo Paese che riunisce una scelta e brillante Compagnìa all'amenità della situazione. Non starò a parlarvi delle belle Fabbriche che vi sono, perchè tutti i Forestieri che vengono in quest'Isola, vedono Bath e ne parlano; ne sapete già assai a quest'ora. Impiegherò non ostante con Voi le due ore che ho libere in questa sera, parlandovi alla rinfusa di questo Luogo. Vi dirò quello ch'è forse il meno soggetto alla comune osservazione, e deciderete da Voi, se nientedimeno sia d'importanza. [162]

Questa Città si aumenta considerabilmente ogni giorno: si è cominciato ultimamente col disegno dell'Architetto Mr. Baldwin un gruppo di Fabbriche di figura Ellittica tagliata, al di sopra di altro simile terminato non sono 20 anni. È incredibile la rapidità con cui si portano a fine in Inghilterra le Fabbriche le più dispendiose, effetto degl'immensi Capitali che vi sono, della voglia che si ha d'impiegarli, e dell'ardire che è divenuto naturale degl'Inglesi nelle Speculazioni. Immaginate il concorso che hanno questi Bagni dal sapere che quantunque il Fabbricato si estenda ogni giorno di più, le pigioni son sempre d'un prezzo di cui non possiamo aver idea; la Casa dell'Ammiraglio Affieck che secondo la maniera nostra di pensare sulle abitazioni, è molto meno che grande, quasi senza mobili è pagata 12 Ghinee per settimana. È precisamente per questo che [163] il Fabbricato si estende e si estenderà fino che ceda il fanatismo da una parte o troppo si esalti dall'altra.

È degno della vostra riflessione il sapere che all'ingrandimento di Bath, al concorso di persone che vi segue da tutte le parti, con sommo utile delle Popolazioni intermedie e della Comunità in generale che riceve il benefizio straordinario di un'annua circolazione di molti milioni, niente ha contribuito il Governo. Siamo sempre a quel principio, della cui infallibilità mi occorrono prove a ogni passo, che all'uomo si ha da mostrare la buona strada, e si ha da lasciare in libertà di far da se. Le acque di Bath son credute salubri da secoli remotissimi: non ho tempo da farvi la Storia della loro scoperta e della loro qualità; nè tali ricerche sono del mio oggetto. È certo che le acque di Bath erano prima ciò che sono adesso; ed [164] è certo ancora che non sono molti anni dacchè la gente vi corre e vi si trattiene. Riccardo Nash fu l'Uomo che tentò il primo di combinare la loro salubrità coi piaceri della società. È ai primi del Secolo che incominciò Bath ad aver fama: non è però che dopo il 1750 che cominciò ad avere un notabil concorso; e son circa 8 anni che è contro la moda il non andare a Bath almeno una volta dentro l'anno. Il vecchio Pitt, Uomo di Stato, classico per gli affari interni come per gli esterni, persuaso profondamente del Panem et Circenses dei Romani per conservarsi onnipotente in Parlamento, vide che Bath riuniva i mezzi di tener quelli che lo compongono divertiti e la Nazione nutrita e beneficata. Senza parerlo nè volerlo parere, Pitt fu quello che mise Bath in moda: dette la prima spinta a questa Città per diventare quello che è. Il bello e grandioso complesso [165] di Fabbriche, detto il Circo Reale, principiò con una Casa per Lui. Si costruirono le seconde per alcuni dei molti che avevano relazione con Lui; le altre per altri: ecco formata Bath. In seguito l'hanno fatta ingrandire e portata avanti le Speculazioni d'ogni genere: quella di fare dei Matrimonj non è delle meno importanti; ed è per questo che risguardo Bath come il mercato delle Ragazze; e in Inghilterra dove tutto è Commercio, Calcolo, Speculazione, doveva esserci una Fiera di questo genere ancora.

Due sono le ragioni che portano a Bath gl'Inglesi: alcuni vi vanno per salute, i più per divertirsi. In queste due Classi vi son compresi giovani, vecchj, serj, allegri, de' due sessi, di ogni condizione. Ognuno fa quella vita che gli è più confacente. Ordinariamente dividono il loro tempo come sono per dirvi. All'uscir di [166] Casa, e quest'è alle ore 8 se di Primavera o di Estate e alle ore 9 verso le 10 se d'Inverno, vanno a una delle due Pump Rooms ossìa stanze, dove con una tromba si tirano le Acque Minerali da alcune persone addette a questo, che le danno a bere. Lì si passeggia, si siede; la gioventù è in perpetuo moto; esce, torna: essendo queste due stanze a certa distanza, passano ad ogni momento da una all'altra per vedere, per farsi vedere, secondo i rispettivi interessi, per curiosità, alcuni per galanterìa altri. Tutto il mondo è in disabillè, ma di quella eleganza e semplicità che fanno vantaggio più che l'arte e la ricchezza. Le Donne Inglesi non son mai più seducenti che nella pulita negligenza con cui escono la mattina. Intanto si ha della Musica istrumentale che sebben cattiva, basta che sia Musica perchè piaccia agl'Inglesi. È di distrazione se non altro a quelli [167] che restan sotto nel Bagno. Questo è tutto scoperto nel centro della Casa che ha intorno dell'Arcate, dove son quelli che si bagnano, Uomini e Donne, non tutti insieme per l'inconvenienza che vi sarebbe nell'entrare e uscire, nello spogliarsi e vestirsi, ma tutti e tutte esposti al pubblico nell'acqua: ognun può vedere, e se è amico, far conversazione con loro. Per due parti si scende nel Bagno dove sono le Donne, e per due in quello degli Uomini. Ognuna è preceduta da una stanza con fuoco per asciugarsi ed altri comodi. Queste stanze per altro e questo luogo non corrispondono all'eleganza e alla pulizìa non dirò degli Inglesi, ma neppure alla comune degli altri Paesi. Quattro sono i Bagni in Bath, i medesimi tutti appresso a poco; ciascun di loro ha per altro dei prezzi e delle regole particolari: dove si paga più, dove si paga meno, e a tempo lungo [168] si paga un tanto per una volta, come si costuma ai Bagni nostri. Si paga anche per bere l'acqua nelle Pump Rooms che è affittata per la somma di 800 lire sterline l'anno. Questa e i Bagni appartengono al Corpo della Città che si chiama Corporazione, che dirige il tutto col mezzo di certi Deputati che non si vedono mai, essendo la loro ispezione più economica che di polizìa. Devono pensare a farsi pagare secondo le istruzioni stabilite, e devon provvedere ai bisogni delle Fabbriche, al servizio dei Bagnanti, alle spese della Musica, del fuoco e di tutto il resto che può esser necessario.

Ma continuando sopra la vita di Bath, dovete sapere che ora ne' principj della Primavera, tempo che non è il più affollato essendo questo in Dicembre e nel resto dell'Inverno, dopo il rendezvous delle Pump Rooms [169] le Donne e gli Uomini si ritirano o vanno a Cavallo come per lo più; e non compariscono di nuovo che dopo il mezzo giorno. Allora si vedono camminando per certe strade dette le Parate, o facendo visite, o allo spasseggio in alcuni Giardini pubblici, ma di speculazione privata. In quello detto il Giardino di Primavera, si fa due volte la settimana una pubblica Colazione accompagnata da Musica d'Istromenti, da fiato per la maggior parte. In questi giorni il prezzo dell'Ingresso è maggior dell'ordinario, ma si ha il diritto di far colazione in compagnìa se si vuole, e soli. Tale occasione facilita le conoscenze e le amicizie, dà delle lusinghe, delle speranze secondo gl'interessi da cui si è guidati. Il cuore ne ha quà come per tutto altrove, e di tutti i generi. Dopo questo, verso le 2 si ritorna alle Pump Rooms, e sortendo ed entrando si trattengono alcuni fino alle [170] ore 3, molti fino alle 4, tempo che non si oltrepassa in verun luogo per il pranzo. Un Forestiere ha il vantaggio di poter aver questo Pranzo in società: vi son molte Case che tengono una specie di Tavola rotonda a prezzo fisso, colla differenza da quelle di altri Paesi che a queste di Bath bisogna obbligarsi ad andarvi per tutta una settimana e pagare perciò, andando o non andando. Dopo pranzo ognuno si veste per andar prima a qualche Conversazione privata, poi al Teatro che ha sempre una Compagnìa di Comici eccellenti, o all'Assemblee. Queste si tengono in due Sale differenti destinate a tale oggetto, due volte, ognuna a vicenda, per settimana. Sono con ballo; e la spesa è per soscrizione che non eccede una Ghinea per tutta la stagione. Si paga ogni sera altra piccola moneta per il Tè; ed un Forestiere che passa e che non vuol sottoscriversi, paga ogni [171] volta che vuole andarvi 5 scellini. Il prodotto di tutto va in benefizio di quello a cui appartiene la Sala, che è obbligato a illuminarla, a far la spesa della Musica, del Tè e del resto. Ha la soprintendenza di questi luoghi un Maestro di Cerimonie eletto, quando il posto è vacante o per morte o per rinunzia o per non esser contenti di quello che l'occupa, dai sottoscriventi ai Balli. Questo Maestro di Cerimonie che risponde al Governo di ciò che può accadere nell'Assemblea contro le Leggi, dà il sistema da tenersi per l'etichette, per la maniera di vestirsi, per trovar compagnìa da ballare non avendola. Queste etichette riguardano la distinzione dei ranghi e il posto da aversi. Le Milady siedono nei posti superiori della Sala, e le Donne che ballano minuè nei posti d'avanti. Circa il vestire, si vuole che le Donne siano con abito da Conversazione, che non [172] abbiano Cappello nè Grembiale di sorta alcuna; che gli Uomini sian pure in abito intero e con Borsa ai Capelli se ballano il minuè. Queste disposizioni sono stampate a nome del Maestro delle Cerimonie e supposte prese, o prese infatti, col consenso della maggior parte, per non esser licenziato e perciò non perdere un Impiego quanto lucroso, altrettanto, secondo l'idea del Paese, onorifico. Ognuna di queste Sale ha uno di questi Soprintendenti; ed è curiosa a vedersi l'aria d'importanza con la quale portano al collo appesa a un magnifico nastro una Medaglia d'oro contornata di Brillanti che pare un Ordine. I loro profitti procedono dalla sera in cui si fa un Ballo di loro benefizio in ognuna delle due stagioni: questo benefizio è proporzionato alla benevolenza che si ha per loro; ordinariamente nessuno dà meno di una Ghinea, ed in quest'anno quello che appartiene alla [173] Sala che si chiama delle Stanze nuove, ne ha ricavate sopra 1500 lire sterline. Questi Maestri delle Cerimonie si danno il titolo di Esquire, cioè Scudiere, che dovrebb'essere persona di condizione, ma che in sostanza è quello che ha denaro, sia qual si vuol essere la maniera con cui gli viene; questo è Gentiluomo, è Esquire. Tale è, secondo l'idea che ne dà il Cav. Tommaso Smith, quello che può vivere ozioso e senza esercitar lavoro meccanico. Alle ore 11 della sera precisamente termina l'Assemblea, interrompendosi il Ballo a qualunque punto si sia.

Tra le osservazioni che avrete fatte in questo racconto, sarà stata certamente quella sopra l'esattezza degl'Inglesi nel distinguere la precedenza del rango, e sulla prescrizione rigorosa di essere e di vestirsi in certe circostanze: vi farà specie che si abbian [174] questi scrupoli in un Paese come questo, e in una occasione in cui pare che dovrebbe ammettersi la maggior possibile libertà ed uguaglianza. Circa questa uguaglianza farò rilevarvi in seguito, che in Inghilterra s'intende benissimo che come deve esserci di fatto, così è cagione di sommi inconvenienti e contro il buon ordine di una Società Civile qualunque, l'esserci nell'opinione, distinzione che vi spiegherò meglio un'altra volta. Circa l'obbligo di vestirsi con formalità, senza volere escludere che proceda da pregiudizio, perchè pregiudizio è per tutto dove sono uomini, potrebbe essere stato ammesso dalla osservazione che quando l'uomo si trova in uno stato esteriore di decenza e di dignità, dirò così, da doversi aver dei riguardi per averne anche dagli altri, è più facilmente disposto a contenersi in modo da meritarli: al contrario quando abbandonato nella figura e nella [175] persona, gli pare di non aver cos'alcuna che lo faccia rilevare a se e agli altri, crede che tutto convenga, e riguarda per una illusione di cui non è che troppo suscettibile lo spirito umano, quello che fa come non fatto da lui, e come non ricevuto da lui quel che gli è fatto: ed ecco sciolto ogni vincolo pur necessario di reciproca convenienza per non viver male vivendo insieme. Comunque siasi e per qual ragione faccia la nostra testa questa sorta di argomento, non voglio stare a cercarlo: è certo che gli effetti non son meno veri; e presso di noi che abbiamo spinta la libertà del vestirsi e dell'essere al punto che può chiamarsi licenza perchè spesso fuori de' termini della decenza, ci troviamo anche spesso vittime delle cattive maniere e qualche volta dell'impertinenza e del mal costume.

Più di tutto vorrei che osservaste [176] non esservi indizio nella vita di Bath d'ingerenza del Governo; e nessuna ve ne ha in fatti distintamente. Tutto vi è lasciato alla direzione, industria e governo del particolare. Avrete notato anche in questa occasione, come la condotta privata prende il sistema che ha la pubblica. Il regolamento che vi ho detto esser proposto dai Maestri delle Cerimonie per le Sale di Assemblea, è tutto suo in sostanza dal primo articolo fino all'ultimo: ha in se anche del rigore, della molestia, dell'attraversamento alla libertà anche in quelle cose che indifferenti in apparenza, pare che dovrebbero essere all'arbitrio e al capriccio de' respettivi Individui. Pure questa società vi sta soggetta, ed eseguisce con esattezza gli ordini prescritti quasi volentieri. In un altro Paese in cui questi ordini fossero dati dal Governo, tutti ne mormorerebbero e si disgusterebbero. Eppure, se [177] sono ragionevoli ed opportuni nel caso nostro, non lo sarebbero meno altrove. Volete che vi dica da che credo io che dipenda questa contradizione? Dipende, che in un altro Paese queste disposizioni avrebbero l'aria di derivar dalla forza e dall'autorità arbitraria. Si riguarderebbero come una intrusione molesta nei diritti che ha l'uomo di far quel che vuole in certe materie. Quà oltre essere il Maestro delle Cerimonie un Rappresentante della volontà di quelli ai quali soprintende, eletto da loro, con avere i regolamenti l'apparenza di consenso di quelli che devono esservi soggetti, l'uomo non crede di essere spogliato del suo diritto, ma crede di averlo rinunziato, e così è contento.

Terminerò di parlarvi di Bath con far menzione di una Istituzione particolare riguardante la pubblica polizìa, fatta per soscrizione privata. [178] Questa consiste in una società per la protezione delle persone e robe degli abitanti in Bath contro i furfanti, ladri, falsificatori, ricevitori di beni rubati, assassini ec. Fu stabilita son circa 3 anni, ed ognuno della medesima paga annualmente 5 scellini, e ha diritto, a spese della società istessa, di avvertire, di far prendere e perseguitar l'offensore. L'utilità è stata presto visibile, perchè dal tempo dello stabilimento di lei l'Inghilterra non ha luogo di giorno e di notte più sicuro di Bath, con tutto il concorso di tante persone di tutti i ceti e condizioni. Mi diceva l'Ammiraglio Affieck che molti in estate stanno colle loro porte e finestre aperte senza verun pericolo.

Voglio dirvi una parola della visita fatta a quest'Ospedale: questo è una Casa di carità, sostenuta, come la maggior parte di questi luoghi in [179] Inghilterra, dalla umanità dei particolari, che unitisi per soscrizione la mantengono, con certi regolamenti fissati tra loro. Girai questa Casa nell'ora del pranzo, ed osservando che gli ammalati mangiavano a 8, 10 e 12 insieme, ricercai uno di que' primi Ufiziali che era meco, se questo era per sistema o per combinazione straordinaria. Mi disse in risposta essere per sistema, che spesso poteva avere effetto a cagione della molta analogìa che passa tra le malattìe che conducono ai Bagni; e fece rilevarmi, che questo tenergli uniti insieme di tavola, introdotto da non molto tempo, dava l'economìa di un terzo della spesa solita. Questo Spedale è servito da Donne vecchie, ma ho trovato che la pulizìa sì necessaria in questi luoghi, è al di sotto non solo dell'espettativa in un Paese come questo, ma anche del bisogno. [180]

Share on Twitter Share on Facebook