LETTERA XIX.

Londra Aprile 1788.

Eccovi uno di quegli avvenimenti che nell'esame dello Spirito umano lasciano indeciso il Filosofo se ha da crederli prodotti o dalla forza o dalla debolezza, nè ardisce pronunziare che siano figli della follìa o della ragione.

In questi passati giorni si è annegato spontaneamente nel Fiume del Parco di San Giacomo, Beniamino Car-penter. Uscì di casa nella mattina prestissimo prima di vedere alcuno di suo servizio, andò nel Parco, lasciò il suo cappello e il suo bastone in luogo appartato, e si gettò nel fiume: [246] il suo cadavere fu poi trovato nella sera. Questi era Generale e Colonnello di un Reggimento delle Guardie, Ajutante del Re, e suo Amico e Confidente. Aveva circa 60 anni con sana e robusta complessione; era assai ben provveduto di Beni di fortuna; godeva di molta stima per la sua probità, e di molta considerazione per i suoi talenti militari e per i servigj che aveva resi: aveva anche assistito non senz'applauso all'educazione di qualcheduno dei Figli del Re. Da molti giorni era di una tristezza invincibile: i suoi amici non potevano distorlo dalla profonda meditazione nella quale pareva immerso; era fino difficile il farlo parlare. Quest'uomo avea perduto un figlio sono due anni, e dopo quel tempo non fu più veduto con aria ilare: fu tale accidente forse la prima cagione del disordine delle sue idee. È circa un mese che il Re in uno di quei momenti [247] d'afflizione perdonabili a un Padre tenero e sensibile a qualche sconcerto nella Famiglia, gli disse forse senza volerlo, qualche parola equivoca di rimprovero che vi aveva relazione. Carpenter ne sentì vivamente l'oggetto, e fu allora forse che decise la sua distruzione. Tanto è vero che la conseguenza delle parole dei Sovrani è per la Gente d'onore di più importanza di quello che essi credono, e che può essere il maggiore dei premj o il maggior dei gastighi.

La Legge Inglese gastiga il Suicidio con la confiscazione dei Beni del Suicida e con seppellire il corpo di lui in mezzo ad una strada pubblica perforato con un gran palo di legno. Raramente per altro si esercita la disposizione della Legge, in ispecie quando si tratta di persona di condizione e di carattere. Non si manca mai [248] di pretesti per farla passare per Lunatick ossìa per impazzita. Eccovi come la Giustizia procede in certi casi. Appena è trovato il cadavere di quello che si è ucciso, chiamasi un Magistrato che ha il nome di Coroner: ogni Contea ha diversi di questi Coroner la cui giurisdizione è sopra i Suicidj, Naufragj e ritrovamento di Tesori. Questo aduna 12 Giurati che sopra il cadavere esaminano il caso, le circostanze, e pronunziano se l'uomo che si uccise, era reo o non reo. Sebbene procedano colla previa forma del giuramento come negli altri Processi criminali, non mancano questi Giurati e il Coroner di lasciarsi sedurre dai Donativi e dalle promesse della Famiglia a cui il morto appartiene, e con tutto il giuramento, pronunzian quello che forse non pensano. Se scoperti, sarebbero soggetti a delle pene; ma essendo simili cause trattate senza quella [249] pubblicità e scrupolosa chiarezza che giustamente si vuole nelle criminali ordinarie, restano sempre inosservate e le mancanze impunite, anche perchè nessuno vi è che abbia interesse nell'esercizio di una giustizia esatta e rigorosa. Questo apparterrebbe alla pubblica Ragione che dovrebbe riguardarsi come disappuntata nella frequenza de' Suicidj in questo Paese. Anche nel mese passato un Giovine di circa 24 anni, Legale di professione, abitante nel Tempio, finì la sua vita in questo istesso Parco di S. Giacomo: era a cavallo che sforzò ad entrar nel fiume, nel quale calò subito a fondo per aver le tasche piene di piombo.

Accadono così spesso e si riguardano con tanta indifferenza in questo Paese gli accidenti di tal natura, ed in persone di ogni rango e condizione, che mi son creduto in impegno [250] di far le più esatte ricerche sopra le cagioni che gli producono, esaminarle e tentar di fissare se è possibile, quali sono quelle che possono essere le più probabili.

È fuori di dubbio che questa strana passione di far terminare avanti tempo la carriera della propria vita, domina non solo le persone afflitte dalla miseria e dalle disgrazie, o agitate dal rimorso di delitti atroci e forse irreparabili; ma quelle ben anche dotate dalla natura di uno spirito violento, impetuoso, o debole di soverchio e pusillanime: nè solo le affatto incredule di uno stato futuro o di opinione storta riguardo al medesimo; ella prevale ancora sopra quelle di coscienza rassegnata e timide del-la loro sorte avvenire, e fin sopra quelle che sono veramente oneste, umane, innocenti nella loro condotta verso se e verso gli altri, illuminate [251] e colte, e in apparenza felici rapporto alla loro Famiglia e alla loro situazione nella vita sociale. Son determinato perciò a credere che questa funesta disposizione proceda dai due grandi princìpj che influiscono e agiscono sopra la maggior parte delle azioni degli uomini in tutti i Paesi del Mondo, la qualità del Clima e la natura del Governo.

Per non estendermi di troppo nelle prove che potrei darvi di questo mio giudizio, mi basterà farvi riflettere che la maggior parte de' Suicidj Inglesi seguono in Londra, o sopra persone che in Londra passano quasi tutta la vita loro. Londra per la sua situazione e più per la quasi incomoda soverchia popolazione che contiene, ascendente a poco men d'un millione d'uomini, e per l'uso universale e continuo che vi si fa del fuoco di carbon di terra, [252] ha un'aria perpetuamente caliginosa e pesante che rende torpidi e lenti gli umori, basso e malinconico lo spirito. Quà non si parla che di libertà: sapete che è da vedersi se in fatto questa libertà vi è; è certo intanto che l'Inglese crede di averla; lo crede e n'è persuaso appena nato; tutte le differenti modificazioni che posson darsi all'educazione tendono tutte a far credere il possesso di questa libertà. Non vi è Inglese in conseguenza che non creda di poter fare quello che vuole: concepì quest'idea ne' primi suoi anni, fu impastata colla sua essenza, passò in sangue. La Costituzione si trova bene di questa generale opinione; ed è in questa che ha la sua base l'orgoglio di questa Nazione. La Società per altro ne ricava i caratteri più bizzarri e le azioni le più stravaganti che possano immaginarsi in tutti i generi. [253]

In fatti nei primi tempi che mi trovavo in questo gran Paese, non assuefatto a queste maniere, passeggiando le strade che servono di diporto, spesso avevo occasione di fermarmi sorpreso dai gesti e movimenti fantastici d'alcun che passava. Là vedevo una Donna atteggiata correre smarrita come Semiramide inseguita dall'Ombra di Nino; e forse erano possedute allora le sue idee da tal funesta immagine. Più avanti mi si presentava un Giovine col contegno deciso e braccio steso, qual Muzio Scevola giurando all'Ara. Più oltre..... in una parola l'Inglese quando è a se stesso, è quel che è, nè s'incarica di parere quel che non è: gli è forse di troppo quando è in compagnìa il dover contenere quei segni che corrispondono a ciò che ha in mente. Son sicuro che molti che passeggian Londra, e che son riputati e son realmente aggiustati e di buon senso, in [254] un altro Paese dove sarebbero distinti dalla singolarità, fisserebbero l'attenzione di chi gli vede, e farebbero nascer dubbio sulla coerenza delle loro idee.

Se è vero, come è vero pur troppo, che altra differenza non siavi tra il savio e il matto, che questo esterna i suoi pensieri di qualunque genere siano e stravaganza, e quello con molti di questi medesimi pensieri, ma che quasi occulta a se stesso, non esterna che quelli che sono più consentanei ai costumi, alle maniere, all'opinion ricevuta, sarà vero che in Inghilterra dove niuno prende norma dagli altri, ma crede di poter regolarsi in pubblico, per esser libero, secondo quello che pensa in privato, gli uomini senza essere in sostanza differenti da quel che noi siamo, devono comparire secondo quella bizzarra varietà che dà la varietà infinita o almeno [255] indeterminabile della umana fantasìa. Assuefatto dunque l'uomo dalla più tenera età a credersi libero ed assolutamente padrone di se medesimo, confermato dal costante esempio altrui, in tutto assicurato con replicata esperienza e dopo vari saggj pubblici e privati della sua illimitata libertà, non mi fa maraviglia che nel momento in cui le vicende degli accidenti gli suggeriscono la distruzione di se medesimo (e qual è l'uomo che non abbia questo fatal momento!) aggravato il corpo e mesto lo spirito, non mi fa maraviglia, dico, se quest'uomo si uccide.

Non faccio menzione delle altre cagioni che posson concorrere a far risolvere a questa orrida destinazione, come la smisurata passione che hanno gl'Inglesi per le ricchezze, e la conseguente disuguaglianza temporaria [256] forse ma non meno esistente frattanto, che queste producono: neppure di quelle circostanze particolari che in tutti i Paesi del Mondo possono combinarsi e si combinan pur troppo sopra certi individui così infelicemente costituiti, che tutto essendo loro contrario, fanno che l'uomo sensibile e compassionevole se non dirò giustifica, scusa certamente quel disgraziato che pon termine ad un'esistenza inutile agli altri e di peso a se stesso: ma tutto questo è secondario ed accessorio in Inghilterra, e comune con gli uomini degli altri Paesi. I Romani che ebbero, ne' loro ultimi tempi in ispecie, questa manìa per il Suicidio, non l'ebbero forse che per cagioni generali rese più sensìbili dalla circostanza di succedere in certi tempi la cui natura faceva comparirle troppo differenti da quelle che furon dopo. [257]

Termino questa mia col rincrescimento di non veder mezzo col quale il Governo Inglese, senza diminuir la pubblica coscienza della Libertà preziosa che tanto sopra le altre esalta la sua Nazione, potesse tentare che questa non fosse origine, se pur n'è una, come credo, delle essenziali, di un effetto così lugubre. Mi raccolgo perciò in me stesso, e concludo con rattristarmi sopra la sorte nostra, esser nel Mondo indispensabile forse l'aver certi mali per poter godere di sommi beni. [258]

Share on Twitter Share on Facebook