LETTERA XX.

Per me non è Problema, se l'Inghilterra tragga maggior vantaggio dal suo Commercio interno o dall'esterno; almeno, se il suo ben essere derivi più dal primo che dal secondo. Son persuaso che questo non è che un effetto di quello, perciò secondario: son persuaso, che volendo rinunziare alla prepotenza sul Mare che ha assunta in Europa, e all'orgoglio che le danno soverchio e qualche volta insopportabile, i mezzi di sostenerla, son persuaso che potrebbe esister felicemente, anche grandemente col suo solo Commercio interno. Vi parlerò altrove dell'antichissima origine del Selfish che per ora chiamerò egoismo degli Inglesi, e dello spirito di centro [259] che ha prodotto. Fino che questo Selfish continuerà, e fino che l'Inghilterra sedotta dal Lusso e dal Vizio non metterà tutta la sua vanità nell'uso dei Generi esteri sì naturali che dell'industria, ancorchè dalla maggiore intelligenza delle altre Nazioni di Europa fosse privata del concorso che hanno favorevole e in molte parti esclusivo per l'altrui mala condotta, e follìa le sue manifatture, l'Inghilterra resterà sempre comoda e agiata, e anche ricca e rispettabile.

La rapidità della Circolazione, da cui è nutrita ed animata ogni più remota e nascosta parte del Regno, sarebbe è vero da un tal cambiamento diminuita ma non arrestata per questo; nè sarebbe mai diminuita al segno a cui è quella della maggior parte degli altri Paesi. Vi vogliono dei secoli prima che si possa estinguer l'attività alla quale son pervenuti [260] gl'Inglesi, e in questo corso di anni debbono introdursi fra loro per ottener l'effetto, il Dispotismo e la Tirannìa. Veduto il vantaggio di questa Circolazione in Inghilterra, tutti i Sovrani d'Europa hanno desiderato averla, e tutte le Persone applicate alla Scienza Economica hanno cercato qual sarebbe la maniera di averla. Si son dette in conseguenza infinite cose sopra questa materia, e d'altro non si sente parlare che di Circolazione; e la Circolazione dell'Inghilterra è sempre rammentata la prima.

Siamo riusciti nel darne la definizione, nel descriverne i felici effetti; ma nell'assegnarne le cagioni, la cui scoperta sarebbe forse la scoperta dei mezzi per introdurla nei Paesi che ne mancano, siamo stati, ch'io sappia, sempre lontani dal prendere in esame il vero punto di vista dal quale potrebbero essere conosciute. Chi [261] ha detto esser l'industria e il Commercio, chi gli stabilimenti esteri e le Colonie, qualcheduno ancora l'estensione delle Tasse. Pare a me per altro, che questo sia effetto e non principio della Circolazione: ha forse l'apparenza di principio presentemente, e lo è anche perchè tutto è cagione ed effetto nel tempo stesso nel gran giro delle Cose; ma la vera original cagione e principio della Circolazione dell'Inghilterra è da cercarsi altrove cred'io.

Lo Spirito di uguaglianza degli Inglesi secondo la mia opinione, è la vera sorgente della rapidità della loro Circolazione. Da questo Spirito deriva la uniformità della Vita, de' Costumi dell'Inghilterra, in conseguenza la uniformità de' bisogni e de' piaceri. Negli altri Paesi vi è una tal differenza nella maniera di vivere dei Signori, dei Mercanti, degli Artigiani, [262] del Popolo, che ognuna di queste Classi è separata con una linea visibile di demarcazione dall'altra. Questa differenza si ravvisa a colpo d'occhio tra gli abitatori della Capitale, delle Città di Provincia, dei Borghi, dei Villaggi: è disorientato affatto uno che passa dall'uno all'altro di questi luoghi: vi si mangia, vi si beve, vi si veste, vi si alloggia in forma differente; vi si hanno altre maniere, altri costumi: pare che non vi sia comunicazione fra loro; e in un certo senso non vi è in fatti: dunque non vi è Circolazione. L'Inghilterra è tutta simile. Londra è il centro; le Provincie sono i Circoli che di continuo si accostano e si allontanano alternativamente da questo centro, di cui hanno l'identico carattere e forma. Si vive negli ultimi punti del Nord e del Sud, come si vive in quelli dell'Est e dell'Ovest. Si vive in ognuno di loro come in Londra; hanno [263] l'istesso nutrimento, l'istesso vestiario, le istesse maniere, perchè gli stessi costumi, l'istessa educazione, gli stessi oggetti. Non si conosce in Inghilterra quella distinzione che è senza equivoco in Italia, in Francia e ovunque non è Inghilterra, che fa rilevare essere uno della Capitale o della Provincia; non vi è la distinzione, perchè non vi è la differenza: neppure vi è tra quello che è nato Lord e quello che è nato Comune, nè vi può essere. La loro educazione è appresso appoco la stessa, e quello che è Comune, forse è Figlio di Lord, e quello che è Lord, fu Comune e forse della Classe più bassa del Popolo. L'espressione nostra allusiva alla distinzion della nascita, quando si dice, opera secondo quello che è nato, non ha senso in Inglese. Come non si conosce questa distinzione nelle maniere; così non si conosce nella condotta della vita privata, economica, [264] domestica. Tutti vogliono alloggiar propriamente, mangiare abbondantemente, vestir decentemente nell'angolo più oscuro del Regno. Ecco le Arti in perpetua azione; dunque la Circolazione in perpetuo movimento. Dove sono Arti è Circolazione, dov' è Circolazione sono Arti.

Ma questo Spirito d'uguaglianza com'è nato? come si sostiene in un Regno, la cui Costituzione ha tanto dell'Aristocratico e tanto più del Monarchico? in un Paese dove i privilegj esclusivi, quelli in ispecie accordati alla Compagnìa dell'Indie Orientali, producono in tutti gli anni dell'infinite e sproporzionate disuguaglianze?

L'origine di questo Spirito si perde nei tempi i più remoti della Monarchìa. Fu l'effetto delle tragiche convulsioni che l'agitarono; entrò fin [265] d'allora nella natura della Costituzione Inglese: nè gli si oppone la molta parte che ha di Monarchico, nè quella minore di Aristocratico, perchè la Democrazìa è loro così strettamente implicita ed annessa, che l'azione di questo Spirito può soffrire e soffre differenza di modificazioni e di apparenze, ma resta sempre in sostanza la medesima anche nell'opinione, ogni volta che l'occasione si presenta di esser contrastata nel fatto. Questa circostanza s'incontra in mille maniere, e quella dell'elezione dei Membri del Parlamento è la più sicura, è la più generale e la più diretta a mantenere questo Spirito benefattore, e per la considerazione di cui gode ogni Cittadino, e per l'effusione immensa che produce di denaro sparso e gettato sopra ogni Classe, per cui vengono a distruggersi o almeno a diminuirsi gli effetti disuguali, derivati dal Sistema Monarchico [266] e dai profitti dei privilegj esclusivi. Non voglio omettere di rammentarvi che tutti in Inghilterra a questi privilegj esclusivi possono prima o poi aver parte, se vogliono.

Ma per continuar del Commercio da cui mi son partito, replico che in Inghilterra a' miei occhi comparisce più vantaggioso al ben essere degli Individui e più sicuro di nutrimento e di risorsa l'interno che l'esterno: ed è da osservarsi, per l'oggetto di trovar ne' sistemi Inglesi ciò che sarebbe applicabile presso di noi o in altri Paesi con diverse Costituzioni, che questo Commercio esterno dell'Inghilterra altro non è che un esuberanza dell'interno, fatto anche a perdita, qualche volta creduta necessaria per l'incoraggimento e sostegno dell'altro. Sono moltissimi i Negozianti Inglesi ai quali ho fatte delle ricerche su questo soggetto in Londra, [267] in Bristol e altrove: ho trovato che tutti anche nelle loro più lontane speculazioni, sempre hanno in vista che il loro profitto deve essere nel Paese, e perciò le loro linee quasi senza avvedersene sono tirate tutte verso l'interna consumazione, cioè verso il Commercio interno. Gli stessi Direttori della Compagnìa dell'Indie, i Mercanti i più orgogliosi ma non sempre ì più intelligenti nè i meno avidi, trattano del Commercio dell'India come di un oggetto politico, e che più ha rapporto col resto del Globo che con l'Inghilterra: ma se vorranno prendersi con attenzione in esame le loro transazioni Mercantili, si troverà che anche questi pensano come gli altri. La consumazione in ispecie del Tè in Inghilterra, è in ultimo risultato il punto a cui terminano le loro esportazioni e il cambio dei Generi che fanno d'India in India. Il Governo, quando ha alla testa [268] un grand'uomo come Mr. Pitt, su questo particolare e sopra il totale del vasto Commercio della sua Nazione è da credersi che abbia anche delle viste più estese; e quella, che non abbiano gli altri quello che ha l'Inghilterra è delle prime sicuramente: ma il particolare, la massa dei Mercanti Inglesi, non vede che il suo individual profitto, e questo, replico, è sempre ripetuto dall'interna consumazione. Questa per la ragione che dissi, è vastissima; e per il Selfish di cui parlai, è di materie e lavoro Nazionale tanto quanto è possibile: è così vasta che non solo assicura il Commercio di una estesa costante occupazione, ma anche gli rende facili i mezzi d'impiegarla. [269]

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