LETTERA XVII.

Il Metodo che vi descrissi nella mia precedente, osservato nelle Università di Oxford e di Cambridge sì per gli Studj che per conferire i primi Gradi di onore relativi a loro, è evidente, cred'io, avere in oggetto piuttosto l'attitudine al possesso che il possesso reale delle Scienze o Arti che si vogliono professare: e forse non hanno torto gl'Inglesi. È fuor di dubbio che la mente umana acquista tutta la sua rettificazione dal buon ordine con cui sono disposte le prime sue idee. È tanta e così stretta la relazione che queste hanno tra loro, che servendo reciprocamente di cagione e di effetto l'una all'altra per catena tanto lunga quanta è la forza [214] dello spirito che la sostiene, se le prime tra loro son solide e di buona natura, quelle che succedono si risentono della giustezza del principio dal quale son derivate, e proseguono con facilità e sicurezza il loro andamento sino alla fine di quell'oggetto che si son proposto, o almeno tanto avanti quanto la fisica organizzazione che serve d'istrumento a formar queste idee, permette portarlo. Al contrario quando queste prime idee non son fondate sopra una base solida e ben composta, quelle che si acquistano in progresso devono esser così deboli e poco coerenti, che invece di poter formare una catena ordinata per cui possa lo spirito umano scorrere con franchezza avanti e indietro, e trovar sempre l'anello a cui sono unite prima e dopo, esser devono tutte distaccate e confuse e in un ammasso tanto maggiore, quanto maggiore sarà il loro numero. In tale stato sarà puro [215] azzardo se alcuna n'esce talvolta giusta rigorosamente, e più azzardo ancora se questa potrà combinarsi con altra parimente giusta: e quand'anche segua l'uno e l'altro, lo spirito sempre smarrito come in una foresta senza traccia e senza segni distinti di recognizione, resterà in quell'incertezza e dubbio che conduce in errore, o fa esser lento e molte volte inattivo. Se trovate giusta questa Teorìa, troverete ragionevole il Metodo degl'Inglesi che persuasi e non a torto, che il possedere una Scienza qualunque è l'effetto di lunghi anni e di lungo esercizio, voglion piuttosto nel conferire i Gradi Accademici aver riguardo a quelli che son ben disposti ad acquistarla, che come presso di noi, a quelli che falsamente si presume averla acquistata.

Attribuisco alla stessa ragione l'importanza che si dà quà alla cognizione [216] della Lingua Greca. Benchè gli Autori di questa Lingua siano tradotti per la maggior parte e bene in Inglese, non ostante si crede necessaria tra gli Studj preliminari, anche per quelli che sembra non dovere averne, come i legali, bisogno alcuno. L'oggetto credo che sia per abituar l'uomo di buon'ora all'applicazione intensa e seguitata, e disporre intanto lo spirito con quelle sublimi idee madri che ebbero i primi Pensatori. È questo il luogo nel quale far voglio una osservazione che a prima vista vi parrà contradittoria, ma che non è meno vera, e che esaminata più da vicino termina con persuadere.

In questo Paese dove tanta è l'attenzione a dare una base consistente e solida all'ingegno umano nel suo nascere, quando poi questo diventa adulto, si trova inclinato meno di [217] quel che si crede fra noi, alle Scienze astratte e che esigono assidua e profonda meditazione. In fatti come posso nominarvi Professori classici nella Storia Naturale, nella Chimica, nella Botanica, nell'Anatomìa, non aspettate da me che v'indichi in questi tempi un Geometra o un Matematico Inglese un poco fuori dell'ordinario; neppure posso darvi un gran Metafisico. Ha un grand'uomo l'Astronomìa; ha Maskelyne, e questo mi dicono, ha il suo principal merito nelle Osservazioni. Herschel pure grande per le Osservazioni e grandissimo per la forza maravigliosa data ai Telescopj, non ha luogo tra gli Astronomi Inglesi perchè è Tedesco. Potete metter per certo, che tutte le Scienze e Arti che non son direttamente di utile o di diletto, in questo momento non si trova in Inghilterra chi voglia professarle, nè chi voglia occuparsene. Dirò di più ed è, che anche l'esercizio di [218] queste Scienze utili e di diletto essendo riguardato come un oggetto di speculazione per far denari, appena ha prodotto l'effetto, che per l'altra parte del carattere degl'Inglesi di voler godere della fortuna fatta, è abbandonato senza curarsidi andare a quel punto lontano e difficile, perciò raro per tutto e glorioso, della novità.

È per questo che poco avete al giorno d'oggi che vi soddisfaccia dalle Transazioni Filosofiche della Società Reale. Il nostro Italiano Sig. Cavallo è forse unico a sostenere il loro nome con le sue Esperienze Fisiche. Anche la Poesìa è diventata mestiere; è estinto quel sacro fuoco che animava i Sogni di Milton e le Ombre di Young. Sono molti anni che gl'Inglesi neppur ci hanno date Opere Filosofiche da chiamarsi di Genio. David Hume e Adamo Smith sarebbero stati gli ultimi, se non ci fosse Gibbon con la [219] sua Storia sulla Decadenza dell'Impero Romano, Opera grande e che mostra l'Autore esser tale che niuno in Europa sa più di lui. A proposito della Storia di Gibbon, ne ha pubblicata ultimamente la continuazione in tre altri Volumi in Foglio. Ero in Londra quando vide la luce per sottoscrizione a una Ghinea per Volume. Quanto credete che i Libraj Inglesi abbiano pagato all'Autore il Manoscritto? Lo hanno pagato cinque mila lire sterline, somma che fa quello che noi chiamiamo lo stato di un onest'uomo. Così conviene di far l'Autore; ma bisogna esser Gibbon, ed aggiungete bisogna essere in Inghilterra. La Storia di Gibbon è di quel genere che piace perchè istruisce e diverte: ma anche di lei è da domandarsi se veramente è figlia del Genio o della Dottrina. E quando sia di quello come di questa, un solo esempio non smentisce quanto si è sempre veduto, esser cioè [220] la sterilità dello spirito nella stagione in cui le Nazioni godono dell'estrema opulenza e dell'estrema felicità; e a questo punto è l'Inghilterra precisamente. Ciò non diminuisce per altro il merito del metodo degli Studj delle Università e degli altri luoghi di educazione letteraria di questo Paese. Grande è sempre quando ne deriva che gli uomini con la testa bene organizzata son più idonei che altrove al maneggio degli affari sociali sì pubblici che privati. Quello spirito d'ordine e di calcolo che domina tanto e con tanto buoni effetti in Inghilterra, chi sa che non abbia parte della sua origine da questo metodo? Perchè ne derivi questo non è necessario che tutti vadano alle Università; il bene come il male fluisce dall'uno all'altro, e più il bene perchè più utile. Gli uomini copiano volentieri quasi senz'avvedersene quello in ispecie che è loro giovevole. [221]

Con far menzione dell'andare alle Università, mi viene in capo un'idea che ha relazione al grave dispendio che non a caso feci osservarvi nell'altra mia portare il mantenersi nelle medesime, e alla conseguenza che bisogna trarne, molti per tal ragione non poter esser quelli che si applicano a certe professioni relative. Questo appunto succede, e questo è quello che credo essere un vantaggio alla Repubblica. Il generale degli uomini è meglio che sappia pensare per fare, che per far fare. Ha da essere istruito proporzionatamente alla sua condizione, non ha da esser dotto, perchè ha bisogno di vivere, non di gloria; e la società sussiste con le azioni, non colle immagini. Le Professioni Liberali danno da vivere ma tardi, e quando non son comuni come presso di noi. Aggiungete che è della loro natura l'essere esercitate con comodo, senza viltà: perchè questo [222] sia, non hanno da esser professate da chi non ha pane. Il povero ha da ricorrere all'Arti Meccaniche che son più sollecite e più sicure nel dare ajuto. Gl'Inglesi hanno molti meno di noi Medici, Legali, Teologi, Letterati, e lascio che pensiate da Voi come stiamo nella tanta turba che noi ne abbiamo. Certo è che i loro son più abili dei nostri, e che hanno più di noi persone di buon senso in tutte le Professioni, Arti e Mestieri. Presso di noi un ragazzo di qualunque sia classe e fortuna, il quale ha della vivacità che può esser talento, e che spesso non è che un sintoma valetudinario di nervi o di sangue, subito è destinato per una Profession liberale: non si pensa ad altro: sembra di troppo per la Meccanica o altra occupazione che non sia generosa: si hanno a sdegno le Arti e gli Ufizj sociali ordinarj, e si crede che non faccia d'uopo d'ingegno [223] e di coltura per esercitarli. Perciò presso di noi questi e quelle sono avvilite e mal trattate quanto lo sono; e quel ragazzo con un poco di talento, che ben diretto sarebbe un Cittadino comodo, istruito ed utile, resta dopo gli Studj un Gentiluomo povero, ignorante ed incomodo.

Le Professioni liberali giustamente esaltano il rango di chi le esercita, ma per questo appunto non devono esser molti quelli che vi sono impiegati, e perchè le medesime possano dare il mezzo conveniente per sostenerlo, e perchè sia sostenuto con quei requisiti che son necessarj e sia evitato l'abuso di tal privilegio quanto è possibile. La maniera indiretta, e che perciò non oltraggia la civil libertà, più efficace ch'io veda per evitar questo abuso è, come segue in questo Paese, di far esser dispendiosa l'educazione che fa acquistarle. Ne [224] deriva un altro vantaggio, ed è che l'uomo il quale voglia appigliarvisi, vedendo certa nel grave dispendio la sua rovina se non riesce, fa tutti i suoi sforzi per riuscire e riesce. Ma di questo basta per Voi: vi conosco assai per saper l'ingrandimento che darete a queste idee; io non posso che accennarle in una Lettera, tanto più che ho qualche altra cosa da dirvi sopra le Università di Oxford e di Cambridge.

Nei tempi andati queste Università, quando più in vicinanza alla loro monastica Istituzione, avevano in vista soltanto lo studio e una o due dotte Professioni, l'Ecclesiastica particolarmente. In seguito col cambiarsi di questa Costituzione, apertasi al pensare una strada più larga e più generosa, si estese il piano di questa educazione, e non solo si dette luogo all'acquisto di altre Scienze, ma [225] anche fu riguardato, per sentimento del celebre Gran-Cancelliere Lord Clarendon, come una parte dell'adornamento di queste dotte Accademie, l'insegnare la Cavallerizza, la Scherma, il Ballo in quelle ore nelle quali sono sospesi gli esercizj più serj. In questa maniera e col non essere assoggettata la gioventù ad un sistema di vita separato e ristretto, e coll'esser condotta da una disciplina esatta ma disinvolta e libera, si son ridotte Luoghi di educazione completa per ogni genere di condizioni e di rango nel destino avvenire.

I Collegj poi che le compongono e formano, internamente hanno ancora un non so che degli antichi Monasteri, perciò una quasi simiglianza ai nostri d'Italia con la differenza essenziale che i loro Individui possono andarsene ed accasarsi quando lor piace. Il solo Capo del Collegio può aver [226] moglie, e vi resta sempre con un ottimo appartamento e uno stipendio proporzionato alla rendita del luogo. I Compagni se vogliono maritarsi, devono rinunziare al loro posto e andarsene. Prima di questa rinunzia gli Statuti non permetton loro di stare assenti dai Collegj, ma è tollerato al giorno d'oggi, quando in ispecie hanno prestati lunghi servizj: stanno dove vogliono; vengono nell'anno a risedere in Collegio per qualche settimana; prendono la parte dell'entrata di cui parlai, che spetta loro nella divisione, e tornano ad andarsene. Sempre vi è qualche Compagno Giovine che supplisce negl'Impieghi a quello particolarmente difficile di Tutore. Per questa carriera si fanno merito, e così acquistano dei Titoli per ottener Benefizj Ecclesiastici, Vescovadi ed altro. L'attuale dotto ed eloquente Vescovo di Lincoln fu Tutore di Mr. Pitt che lo promosse a tal Dignità; [227] non era che un Compagno del Collegio di Pembroke. Mr. Preston era Compagno del Collegio della Trinità; poi fu Segretario di varie Ambasciate; in seguito con la protezione del Duca di Rutland, quando Vicerè d'Irlanda, fu promosso al Vescovado di Fern in quel Regno meritamente, perchè è uno degli Uomini più illuminati e saggi che io conosca.

In somma le Università di Oxford e di Cambridge sono un Seminario di Uomini di prim'ordine in pietà e in dottrina, sempre preparati a supplir degnamente a' più importanti Ufizj dello Stato, a quelli in ispecie di Dipartimento Ecclesiastico.

Se i loro Collegj sono una risorsa e un ricovero per il talento non accompagnato dalla fortuna, sono anche di sommo comodo per quelli che hanno [228] questa fortuna questo talento, e della voglia di applicarlo costantemente: quelli di Cambridge in ispecie che son situati nel giro esterno della Città, ritirati, solitarj, tranquilli, per la maggior parte lungo il placido Fiume Cam. Que' semplici ed eleganti Giardini tutti natura, quei Prati che hanno intorno, quei lunghi Viali ombrosi e quieti, quegli antichi Alberi maestosi annunziano esser questo il soggiorno della meditazione e dello studio. Quì l'uomo senza distrazioni, senza rumori, con oggetti innanzi tutti uniformi di vita ascetica o filosofica, può veramente, nè può far altro, pascer lo spirito di cose serie, diventar grande con probabilità di sommi onori, con certezza di gloria o almeno di considerazione. Avete una qualche immagine di questi Corpi nell'Istituto degli Oblati di Milano. Questi hanno, come i Compagni dei Collegj, [229] quella maniera Fratesca e precettoria, tutta propria delle persone adunate in società, con vita in comune e dedite all'educazione. Hanno appresso appoco l'istessa libertà e la stessa dipendenza, l'istessa condotta privata, l'istess'aria di bigottismo, perchè è dagli uni come dagli altri che escono le principali dignità Ecclesiastiche dello Stato; hanno l'istesso rigore nell'ammetter persone nuove nel loro Corpo, e l'istesso interesse nel volerle istruite e di buoni costumi.

In somma queste Università quando pur non abbiano altra conseguenza che il mantener nello Stato un Corpo non separato dal resto della società, che perpetua per interesse e per mestiere la Dottrina in una Nazione anche senz'aver riflesso che da lui necessariamente ha da diffondersi, appunto per non esserne separata, sopra [230] il rimanente della Nazione stessa, saranno per me un perpetuo oggetto di tal venerazione e rispetto, che desidererò con la maggior vivacità del mio cuore di vederne adottate per tutto le massime ed il sistema. [231]

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