LETTERA VI.

Leeds è il grand'Emporio dei Panni grossi di Lana di questo Regno, di quel genere di Manifattura che è una delle principali sorgenti della ricchezza di lui. Ne vidi il Mercato e mi parve montato con sì nuovo sistema, che credo possa darvi piacere il farvene la descrizione: anche perchè lo credo il migliore che possa aversi per sostener le Manifatture di tal natura e per prevenirne quanto è possibile il monopolio.

Questo Mercato di Panni si tiene nel Martedì, e per i Panni bianchi anche nel Sabato. Si fa in due differenti grandi Fabbriche che chiamansi Cloths Halls Sale dei Panni, che consistono [100] in quattro lati, che chiudono un gran Cortile. Ognuno di questi lati ha dei lunghi Corridori per cui due file di Panche lasciano in mezzo uno stretto passaggio. Sopra queste Panche sono ammontate le Pezze dei Panni; dietro ad esse vi è il Proprietario che le vuol vendere. Le Sale si aprono in due differenti tempi: quando è aperta una, è chiusa l'altra, una è aperta dalle 8 fino alle 9 ore della mattina, l'altra dall'un'ora dopo mezzo giorno fino alle due. Questa è per i Panni tutti bianchi da farsi tinger dopo, se si vuole; quella è per i Panni di colore di ogni sorta. Si apre il Mercato col suono di una Campanella, e allora tutti i Compratori corrono dentro le Sale, e passando tra le File descritte, osservano i Panni e contrattano.

La contrattazione tra il Compratore e il Venditore è fatta per l'ordinario [101] con voce molto sommessa e in poche parole; questo chiede, quello risponde; se convengono, il Compratore scrive con uno spillo sul Piombo che ha ogni Pezza (di cui in appresso vi dirò l'oggetto) il prezzo che egli ha fissato, e passa avanti ad un altro. Chi non è pratico o non ha Persona che l'informi, nulla comprende di questo giro; non sa se il Panno è comprato o no, non sa che significa, che oggetto ha quella gente che corre in su e in giù in silenzio o parlando all'orecchio rapidamente. Il Sig. Eduardo Markland, ricco Mercante di Panni per esportazione in Spagna, nel fare egli stesso molte compre in quella mattina, mi istruì della loro manovra di cui perciò ebbi luogo di rilevare e comprendere l'intera pratica. L'oggetto di questo linguaggio che si può chiamar muto, è per occultare quanto è possibile, il tenore delle respettive contrattazioni. [102]

In leggendo voi queste mie Lettere a Persone non curanti che quelle cose che credon grandi e che, se fanno cose, ordinariamente non le fanno che piccole, farete far loro le maraviglie al trovarsi d'aver io fatte osservazioni che esse riguarderan per meschine e poco importanti per i loro genj sublimi. Permettete che seguiti questo Piano non ostante, e graditelo voi che non vi piccate di essere un genio, ma che però intendete non esister veramente nel Mondo cose grandi per se, e se pur ve ne ha delle grandi, esser queste sempre per l'opportuna naturale o artificiale combinazione di molte piccole: e voi sapete che nell'agire in ispecie, se non si conosca la natura e la concatenazione di queste, è difficile o di semplice azzardo l'ottener quelle. Ritorno dunque al proposito.

Un'ora dopo l'apertura, suona di [103] nuovo la Campanella e allora tutti i Compratori sono obbligati a ritirarsi, nè posson fare contrattazioni di questo genere nella Città e nei Contorni in privato; aspettar deggiono l'altro Mercato del prossimo Martedì, perchè deggiono esse farsi in pubblico, in concorrenza. I Panni invenduti restano nella Sala ai respettivi posti, giacchè ogni Venditore, che vi dirò poi chi è, ne ha uno fisso e distinto col nome suo proprio e del suo Villaggio, scritto in testa della Panca che gli appartiene; i venduti poi si portan dal Venditore al Magazzino del Compratore. L'istesso precisamente succede all'altro Mercato che si apre a un'ora dopo mezzo giorno per i Panni bianchi.

Sebbene il Piombo che vi dissi aver la Pezza, sia un attestato giuridico della sua misura; ella è contuttociò riscontrata di nuovo in presenza [104] del Venditore; e intanto sospesa in alto sopra due cilindri di legno per cui si fa scorrere, ella è visitata se ha difetti di qualche sorta. Se non ne ha, il Compratore ne prende registro e ne paga la misura al prezzo convenuto in contanti o con polizza a termine secondo l'accordo, e si passa ai Manifattori per essere rifinita.

Non vi parlerò del processo delle operazioni, a cui il Panno è assoggettato dal Mercante, non essendo di mio mestiere e anche perchè n'è comune la notizia, inutile però senza la pratica, che per acquistarsi convien forse aver consumata la vita sopra tali materie. Continuerò piuttosto a farvi rilevare ciò che ha rapporto al Governo: e per questo v'indicherò prima che per Atto di Parlamento è proibito l'alterar la misura fissata dell'altezza del Panno Inglese di queste parti. Sapete forse, che il Panno [105] può essere slargato e allungato quanto si vuole, quando perchè sia disposto a esser rifinito, deve esser prima bagnato e steso al Sole sopra certi legni che hanno un meccanismo di molta semplicità, per cui viene esso a stirarsi da tutte le parti.

Per mostrarvi la precisione di questa Legge e il metodo che vi è prescritto per farla valere, prima devo dirvi che il Piombo di cui parlai, contiene il nome di un Ministro autorizzato dal Governo a segnare ogni Pezza che esce dall'Edificio che chiaman Mulino, dove i Tessitori la portano a subire l'operazione necessaria per digrassare il Panno e feltrarlo. Egli è in questo luogo e sullo stesso Piombo che è segnata in numero la misura della Pezza nella altezza e nella lunghezza. Quando essa è esposta al Sole bagnata sopra i legni nominati poc'anzi, la Legge accorda [106] che si faccia crescere una mezza Yarda sopra ogni dieci nella seconda, e un pollice sopra ogni 12 nella prima. La Legge vuole ancora che i legni sopra i quali si stende il Panno abbiano esattamente indicata in numero la loro misura da ogni parte cominciando da uno fino a trenta, quaranta, secondo la lunghezza che hanno, e l'altezza. Il Panno deve avere attaccato questo Piombo non solo per tutto il tempo in cui egli è steso, e questo è in prati aperti e accessibili a ognuno, ma ancor fino a che non è portato al suo total finimento, quando egli è da registrarsi ad un Ufizio pubblico a ciò destinato. Allora il Mercante può toglierlo e attaccarvene un altro che ordinariamente indica il segno, per il quale è conosciuta la Manifattura dai suoi Corrispondenti esteri.

Attaccato come è al Panno questo [107] legal distintivo, può vedersi da ognuno se nella stiratura sono stati oltrepassati i limiti prescritti dalla Legge, e quando questa sia violata, vi è luogo al ricorso che è immancabile, per esser la pena corrispondente sempre in denaro, di cui ha larga partecipazione, secondo lo stile Inglese, quel che ricorre. L'oggetto di questo provvedimento è per prevenire gli effetti della mala fede o dell'ignoranza di un Mercante che potrebbe stirar tanto il Panno da fargli perder la forza, e così verrebbero a perdere o a diminuire queste Manifatture di Lana quel credito che hanno presso le estere Nazioni.

In Inghilterra ho spesso avuta occasion di osservare esser meno che altrove ricevuta la Massima di accordar libertà alle Arti, ai Mestieri, al Commercio. Eppure è quella che è più alla moda presso gli Autori in [108] materie economiche; e per se stessa e in generale ella è giusta, più giusta almeno che quella di tener soggetta l'Industria alla immediata sempre sospetta ispezion del Governo, al rigore di troppe regole e restrizioni. In quanto a me però, come vi dissi altrove, ho il sentimento di non doversi in economìa pubblica adottar massimi nè minimi. Son persuaso in conseguenza che l'assoluta libertà su tal proposito, come l'assoluta dipendenza siano dannose ugualmente alla Repubblica. Credono alcuni che il danno della falsa Manifattura cada soltanto sopra quel particolare che la fa tale, che perciò non deva interessar punto l'attenzione dell'Amministrazion pubblica; credon di più che possa servir d'incitamento ad altri a farla buona, per chiamare a se i profitti che perde quello per difetto di ricorrenze, di credito; e concludono che la Repubblica non sta meglio nè [109] peggio per questo, e che altronde sciolta e libera l'Industria da ogni difficoltà, da ogni vincolo, possa esaltarsi e distendersi, e che perciò la Repubblica debba averne vantaggio e prosperità.

Non starò a entrare in una questione che è stata ormai agitata assai e che ha ragioni tali da addurre in favore e contro, da restar sempre soggetto non deciso di discussione Accademica. Dirò bene che nel caso di doversi prendere un partito da una Nazione, converrebbe per determinarsi rifletter prima e seriamente alla situazione, alle circostanze fisiche e morali sue e dei rapporti, in cui ella si trova. Ciò che può giovare in un tempo, in un altro può nuocere; ciò che favorisce un Popolo, rovina un'altro. Sbaglierò forse, ma così penso di buona fede. Penso ancora che per regola generale in fatto d'Industria [110] possa stabilirsi soltanto, che le Arti, i Mestieri, il Commercio sia libero in massima, ma che abbia delle restrizioni in dettaglio, che queste restrizioni siano fisse, generali per tutti, e sopra ogni altra cosa che esse sian dettate dall'opinion della parte maggiore e più savia di quelli che hanno da seguitarle, se non per altro per tener tranquilla e soddisfatta la loro immaginazione.

In quanto poi al credersi che la Repubblica non soffra danno dalla malizia e dalla ignoranza di quelli che esercitano le Arti e i Mestieri, anche senza addurre esempj di fatto incontrastabili che pur avrei, e che son pur troppo noti anche a voi, credo che possa provarsi l'assurdità dell'argomento riflettendo sopra ciò che accade ogni giorno a qualunque di noi che abbisogna di estere Manifatture. Lontani come siamo dai luoghi dove [111] queste si producono, e inesperti noi per la maggior parte delle qualità loro, la nostra ricerca è generalmente indicata con quella del Paese onde esse vengono. Ognuno di noi sa per esperienza che quando queste non riescono secondo la nostra aspettativa, il lamento non è contro la qualità nella quale ci siamo incontrati noi, ma egli è contro il genere in massa della Manifattura di quel Paese. Se abbiamo poi per una seconda volta l'istessa disgraziata sorte, persuasi e convinti che quel Paese è deteriorato nel genere del suo lavoro, lo abbandoniamo per sempre, e rivolgendo la nostra opinione in favore di altro, facciamo ricerca nei nostri bisogni delle Manifatture di questo e non di quello. Voi ed io ci siam certamente trovati più volte in questo caso, e più volte forse gli Amici nostri sulla nostra parola e sul nostro esempio avran cambiato indirizzo nelle [112] loro provviste. Eppure la differenza del genere probabilmente sarà stata soltanto effetto dell'ignoranza o della mala fede di pochi, e i molti saran rimasti nel loro lavoro onesti ed abili. Ma il Paese intanto onde esse vengono, diminuisce di credito, e questo credito passa ad un altro; e voi sapete senza che io lo dica, essere nel Commercio la pubblica opinione rapidissima nelle sue determinazioni sì nel bene che nel male, sì in vantaggio che in isvantaggio, qualche volta senza ragione, sempre per altro senza ritegno, senza rimedio.

Se si ha da convenire come forse non si può fare altrimenti, che gl'Inglesi per quello spirito di osservazione e di calcolo che impiegano sopra tutte le transazioni sociali, e precisamente sopra il loro interesse pubblico e privato, quelli sono di tutti i Popoli che esistono e che forse esisterono, [113] i quali più degli altri sanno in Industria ciò che è da farsi e sanno volere ciò che credono iI meglio; bisognerà ancor convenire, che le lor provvidenze sopra l'Arte della Lana son le più savie e le più a proposito per sostenerla e per favorirla; ella è in somma la più utile e la più estesa che abbia il Regno. Oltre la sicurezza che in essa hanno, di continuo commercio attivo con gli esteri per il consumo indispensabile del lavoro, essi conoscon troppo che è somma la sua influenza nella maggior produzione della terra, che dà sollievo a ogni classe di Persone, alle povere in ispecie di ogni età, da quelle di sei anni fino a quelle più provette e più mal concie, senza toglier popolazione ai Villaggi e alle Campagne, e che forse è origine di quella interna salutare circolazione, che è necessaria alla prosperità di ogni Paese, e che particolarmente costituisce la forza, la [114] ricchezza, la prosperità di questo. Tali ragioni fortissime che hanno gl'Inglesi mi par che debbano aver valore uguale per tutt'altra Nazione, e intanto non penso senza maraviglia e senza rincrescimento che l'Arte della Lana è la più trascurata tra noi in Italia: eppur sarebbe ella di sommo vantaggio all'Agricoltura, per cui Natura ci ha date delle prerogative superiori forse a quelle accordate al resto di Europa.

Girando solo a piedi per i contorni di Leeds e col mezzo di pochi scellini entrando in varie Case, mi ha fatta tenerezza il trovar tutta la gente occupata nel lavorar la Lana; alcune di queste povere Donne mi han detto che filandola colla loro Macchina di non maggior valore di mezzo scudo, guadagnano fino a tredici Denari Sterlini che equivagliono quasi a 33 soldi Toscani per giorno. Le [115] più giovani di loro sono applicate a tesserla in conto proprio o d'altrui. Sono tra queste Famiglie quelli che hanno un posto nella Sala dei Panni per diritto comprato quando fu edificata, o acquistato dopo, o che tengon da altri, corrispondendo annualmente con un compenso in denaro.

La Contea di York, la Provincia più vasta di ogni altra, tutta più o meno ha parte in questa Manifattura. Ella è forse la principal cagione della considerazione di cui gode nel Regno, non escluso il titolo che le dà a questa l'aver la razza dei Cavalli più belli dell'Inghilterra, di quelli a cui si dà un prezzo tale che è più vero che verisimile, di quelli che son veramente particolari per le forme, per la docilità e per la bravura. Secondo un calcolo d'approssimazione da me veduto, si vuole che nella Parte Occidentale di questa Contea [116] e in quella adjacente di Lancastro, si lavori in Lana ogni anno per sopra 3 milioni Sterlini, e di questi che ne siano esportati quasi per due terzi. Uomini di somma intelligenza mi hanno assicurato in Londra che l'annuo prodotto delle Manifatture di Lana del Regno va in questo momento a 16 milioni, e che gli Uomini che trovano in quelle impiego e sussistenza, compresi coloro che vivon sopra questi con somministrar ciò che è necessario per la vita, non messi in conto i Proprietarj delle Terre e i Produttori, dirò così, delle Lane, eccedono i tre milioni. Mi è stato anche detto esser dimostrato con calcoli autentici, che la mano d'opera fa crescere alla Lana greggia cinque volte il suo primo valore, e che l'annua esportazion generale della manifattura che se ne ottiene, non è per meno di cinque milioni Sterlini: di questi si aggiunge che un terzo è prima pagato [117] in Tasse al Governo dal Manifattore, terzo ripagato in ultimo dal Compratore estero in conseguenza.

Con tanti vantaggi che ha l'Arte della Lana per se e per i suoi rapporti, pare incredibile che nell'anno passato abbia ottenuta l'attenzione del Parlamento Britannico la dimanda di aver libera l'esportazione dal Regno delle Lane greggie. Ne fu mossa petizione nel 1782 a richiesta di alcune Contee, principalmente di quella di Lincoln, dove esse avean sofferto un abbassamento di 50 per 100 nel loro valore. Il celebre Adamo Smith, gran fautore della libertà dell'Industria, aveva già sostenuto con una sua ingegnosa opera pubblicata sono ormai 40 anni, che le Leggi proibenti l'esportazion della Lana implicavano permission di Monopolio contro i Proprietarj di questa Lana, e tenevano il prezzo di lei sotto il valor naturale che aver dovea. [118]

Se il Monopolio è una parzial concessione a pochi di un diritto che esclude tutti gli altri Sudditi dello Stato, sarà difficile il persuadere che possa darsi tal nome odioso al Mercato di tutta la Gran-Brettagna; come sarà difficile a far comprendere che la rivalità della moltitudine di Compratori che deve avere un tal Mercato, promossa e spinta dall'interesse di più che il terzo della Popolazione del Regno, possa ammetter combinazioni u-surarie, dannose a quella che non vi ha parte. Potrebbe succeder questo, se l'Arte della Lana fosse soggetta in Inghilterra a una Deputazione composta di alcuni di quelli che vi sono impiegati, e che essa avesse la facoltà di regolare, di far alzare, abbassare i prezzi della Lana, dei Panni. Ma quando questi son liberi, all'arbitrio rispettivamente di tutti i Proprietarj delle Terre, che hanno e che non hanno Lane di tutti i Manifattori, [119] di tutti i Mercanti sparsi per ogni dove, non so come possa trovarsi base da stabilire un principio in un caso che non ha la possibilità nè i mezzi da sostenerlo.

Comunque sia, Smith ebbe o almen disse di avere una tale opinione: vero è per altro che egli non fu totalmente coerente alla sua massima, forse perchè appunto in questo caso non potè non vedere che non bastava la prodigiosa finezza del suo ingegno a sostenerla in tutta la estensione. Dopo aver molto detto, egli propose che si accordasse un premio alle Manifatture di Lana da esportarsi, di un 10 per 100, e che s'imponesse un Dazio di altro 10 per 100 sopra la Lana greggia che fosse esportata. Quando poi si venne a domandar formalmente questa esportazione, chi ne sostenne il progetto escluse anche le restrizioni indicate. Fortunatamente [120] per questo Regno, il rumor che fu fatto in tale occasione sebben grande e appoggiato, non saprei dirvi per quali occulti motivi, da persone di rango e importanti, non fu bastante a vincere la pluralità delle opinioni Parlamentarie. Si sostenne la buona causa principalmente per essere stato dimostrato che l'abbassamento del prezzo delle Lane procedeva da deterioramento di qualità, ridotta la Lana di fine e corta che era, lunga e grossolana e poco adattata perciò all'uso delle Manifatture. Fu provato nel tempo istesso che se la Lana aveva diminuito di prezzo in alcune Contee, era essa aumentata perchè buona in molte altre; e che anzi queste non comprendevan meno che due terzi e più del Regno. In somma la proposizione cadde allora, e ultimamente e in questo momento gli Abitatori delle Contee di Lincoln che facean maggior forza e in apparenza avean [121] più ragione degli altri, non desideran più questa esportazione per essersi introdotta tra loro, dopo il primo strepito, la Manifattura della Lana. Questo è stato per impegno e cura dell'onesto e coraggioso M. Bowyer, della cui opera, sebbene ormai troppo lunga e forse nojosa sia questa Lettera, non posso trattenermi dal dirvi una rapida e breve parola per il piacere che ho di render giustizia, e per far correr fortuna a un buon esempio.

M. Bowyer venuto dalla Fiandra, dove visse molti anni e nacque, credo, Ecclesiastico di professione, si ritirò con beni quanti bastano e si stabilì nella Contea di Lincoln; egli volle esservi utile, e vide che poteva esserlo, essenzialmente con introdurci il lavoro della Lana. Quel Popolo non ne aveva idea, e col ribasso del prezzo sofferto dalle Lane deteriorate per generale [122] scoraggimento, era il più afflitto dell'Inghilterra dalla miseria. La buona intenzione fece far di tutto a quest'uomo per arrivare all'intento; egli adoprò insinuazioni, accordò premj, azzardò minaccie. Le Donne non volevano adattarsi in maniera alcuna alla Macchina per filar la Lana, e molto meno a mandare i piccoli Figli alle Case da lui destinate e mantenute per insegnarne l'uso. Le Madri traevano dalle loro creature qualche tenue risorsa con mandarle a girare per la Campagna per piccoli servizj, o con far loro dimandar l'elemosina, e intanto rubacchiando forse, come succede in tutti i Paesi senza industria, e che non conoscono i solidi costanti vantaggi del lavoro: Esse temevan di perdere e non volevan perder questa risorsa. Tanta è la forza dell'abitudine e l'illusione dell'ignoranza, e tale è lo stupido calcolo della poltronerìa! M. Bowyer non si scoraggì; ajutato da [123] altre Persone benefiche col mezzo di una ricca soscrizione a cui dette principio egli stesso con riempirne una gran parte, sparse per tutto Stabilimenti d'istruzione e di ricompensa a chi ne avrebbe profittato; donò Macchine, attrezzi, utensili per il lavoro della Lana. Poi essendo egli uno degli Sceriffi della Contea, accordò gli altri e determinarono insieme di far rifiutare il soccorso delle Parrocchie a quelle Madri che non mandavano i Figli alle Case di lavoro: alla fine dopo un'instancabile, assidua fatica di molti anni, nella Contea di Lincoln si fila la Lana, e ora s'incominciano a tessere dei Panni. Fate una riflessione, vi prego, perchè è importante, a quanto sono per dirvi; ella mostra quanta è l'influenza che hanno le Arti sopra l'Agricoltura. Dopo quel tempo i Proprietarj delle Terre e i Pastori si sono applicati con tanto effetto a migliorar la razza delle [124] Pecore e a quest'ora hanno tali qualità di Lana, che cede di poco a tutta altra più stimata del Regno. Sollevata così essenzialmente e in tante maniere questa gente, M. Bowyer ne ha quel premio che merita e che solo è degno di lui. Scossa la Provincia dal letargo in cui era e in mezzo ai vantaggi che ne risente, ora quando egli passa da qualche Villaggio appena è scoperto, il Popolo dà per gioja nelle Campane, e gli va incontro ballando e saltandogli intorno; lo riguarda come il suo Benefattore, come il suo Padre. Tanto è vero che il Popolo è grato quando veramente si sa fargli bene; ma è difficile poter far bene al Popolo per tutto, fuori che in Inghilterra. [125]

Share on Twitter Share on Facebook