LETTERA X.

Sono agli ultimi confini dell'Inghilterra: vi scrivo da Carlisle. Partii da Liverpool Domenica mattina, con una Vettura pubblica e arrivai nella sera stessa a Kendal nella Contea di Westmoreland, distante 74 miglia. Mi fermai a pranzo a Preston, Città grande, ma che non ebbi luogo di scorrere, stante la pioggia più dirotta che abbia veduta in questi Paesi, dove non è mai rovinosa quanto presso di noi. Potei non ostante godere a un miglio e mezzo di distanza prima di arrivarvi, di un Paesaggio de' più variati e romanzeschi che possa immaginarsi. È il fiume Ribble che lo rende interessante; le curiose e brevi tortuosità che fa nel suo corso, sono della stravaganza la più singolare. È dominato [174] il fiume e la Valle per dove passa, da un Colle che superiore ai molti altri, come lui coperti del più bel verde, che li fanno corona, viene ad essere sommamente adattato per una vaga quanto semplice Casa di Campagna che vi è situata sopra. Gli Inglesi quanto sono indifferenti alla magnificenza e alla vastità delle loro abitazioni, altrettanto sono esatti e difficili nella scelta della loro situazione: la vogliono ordinariamente eminente perciò salubre, e dominante un Orizzonte, largo e di vario aspetto; il campestre o il boschereccio è il più favorito. Confesso che mi dolse non essere in circostanza da potere andare a veder da vicino il grande e selvaggio spettacolo che la Casa deve avere innanzi per Anfiteatro.

Proseguii verso Lancastro Capitale della Contea di questo nome, grande e ben fabbricata. Essendocisi [175] fermata la Vettura circa due ore, ebbi luogo di girarne e vederne la parte migliore, e trovai che conserva dei magnifici vestigj della sua antica Nobiltà. Dove sono attualmente le Prigioni, ha dovuto esservi una volta il Castello, perchè la Fabbrica ne ha la forma e la forza: è d'Architettura Gotica con due grandi Torri all'ingresso, del gusto maestoso di quel tempo: mi dissero che il reparto interno delle Prigioni è il meglio inteso, e che i regolamenti per la salubrità e per la sicurezza sono benissimo eseguiti. Mi sembra di avervi fatto osservare altre volte, e se non lo feci, lo faccio adesso, che gl'Inglesi si credono in dovere di alleggerire l'infelicità di quelli di cui le Leggi vogliono assicurarsi per supposti delitti. In fatti l'Uomo è assai gastigato quando gli è sospeso l'esercizio della sua libertà, ed avrebbe anche diritto a un compenso dell'esserne stato privato [176] se poi trovato fosse innocente, quando non debba riguardarsi per delitto il dar ragionevol sospetto di aver violata la santità delle Leggi. Vi ho voluto replicar questo tratto non dirò dell'umanità ma della giustizia Inglese, perchè se per caso leggete le mie Lettere ad alcuno di quelli che influiscono sopra il destino degli Uomini in Italia, in sentir parlar di queste Prigioni possa prender voglia di veder le nostre. Se mai le vedesse, mi pare impossibile che non ne sentisse ribrezzo ed orrore, e forse rimorso e pietà.

Lancastro giace quasi tutta sopra una Collina che scende sopra un braccio del mare d'Irlanda; e per questo ella è Porto di Mare, che sarebbe di maggior considerazione, se fosse più distante da Liverpool: questa, vicina come è, alle Città di Manifatture, con quei vantaggi di Canali, di cui vi [177] scrissi in altra mia tutta ha in favor suo la concorrenza del Commercio di queste parti. Non ostante, Lancastro deve considerarsi come Porto di Mare, ha poche Manifatture, e di queste nessuna di riputazione. È abitata da molte Famiglie che hanno larga proprietà in fondi di Terra, e che vivono con molto comodo e decenza: in fatti tutta insieme è tale che può classarsi tra le prime dell'Inghilterra, e tra quelle dove mi piacerebbe di vivere; tanto più che gli Abitatori, per quel poco che ho avuto da far con loro e per quel che me n'è stato detto avanti e dopo, hanno quel tratto civile e ospitale che dà la sicurezza della esistenza agiata, la cui felicità non è alterata dalle cure e dalla smania dei desiderj dell'opulenza. Mi piacquero più di quelli di Liverpool che son più ricchi e più attivi, ma meno dolci e meno compiacenti. Già sapete che le osservazioni generali hanno [178] sempre qualche eccezione, e in questo caso la meritano in particolare i nostri comuni amici gli Earle, e i Williamson che conservano quella stessa amabilità che loro trovammo in Italia. Gli Abitanti di Liverpool mi parve che sentissero delle barbare Nazioni con le quali annualmente comunicano, e il loro costume comparisce quello di un Popolo che la fortuna di un Commercio ardito fa esser ricco e potente, piuttosto che quello di un Popolo già arricchito e raffinato dalla scienza del Commercio nelle sue maniere e nel suo gusto.

Passai nell'istessa sera, come vi dissi, a Kendal e nella mattina dimandai un Cavallo per andare al Lago di Windermere, distante otto miglia, voglioso di vederlo per la sua riputazione di essere il più bello dell'Inghilterra. Mi mossi verso quella parte di buonissim'ora, ed alle sei ero [179] a Bowness. Girai intorno al Lago, curioso per le molte Isolette che ha nelsuo seno. Alcune son piane, altre più e meno rilevate, e per esser tutte affollate di alberi, da una certa distanza sembrano Boschetti artificiali di varie forme. Il Lago è di figura lunga, le sue acque son placide e chiare, e resta in mezzo a una quantità di Colline e Promontorj sommamente diversi tra loro senza numero. Non può dirsi che vi siano monti, eccetto quelli vicini ad Ambleside, dove andar dovea per proseguir fino a Penrith nella Contea di Cumberland, e lì raggiungere la Vettura pubblica sulla sera, e continuare il mio viaggio verso la Scozia. È da notarsi quì che nel Nord dell'Inghilterra la lingua è così alterata, che è tanto difficile l'intendere ciò che dice il Popolo, quello in ispecie della Campagna, quanto lo è il farsi intendere. In fatti sebbene fossi partito da Kendal col progetto di [180] non tornarci, e la mia guida avesse avuto ordine dall'onesto Padrone del mio Albergo di condurmi a Penrith, non so qual cosa gli dissi, perchè si determinasse a condurmi indietro per altra strada. So che tutto a un tratto mi riconobbi poco distante da Kendal dove mi trovai di nuovo verso le ore dieci. In seguito lo sbaglio non mi dispiacque: oltre l'avere avuta una sufficiente idea di questi celebri Laghi di un'altra specie, ma non più belli dei bellissimi nostri Italiani, ebbi tempo di vedere la Città di Kendal medesima, che è la prima e più importante Città della sterile ed orrida Provincia di Westmoreland. Il suo fabbricato non annunzia pretensione alcuna; è molto umile se non povero: essa è tutta di Manifatture non ostante: ve ne sono assai da occupare un'intera giornata, condotte avanti senza pompa, ma con vera utilità del Popolo, che sebbene in una parte di Mondo [181] ingrata e deserta, vive comodo e felice. Le principali di queste Manifatture sono di Panni di Lana grossolani. Altre ve ne sono di Sottovesti di Cotone e Seta, sul fare di quelle di Manchester, ma molto più ordinarie; vi si fa gran quantità di Calze; e vi sono molte Concie di Pelli. Visitai con attenzione due o tre di queste, e trovai esser trattate le Pelli come nei contorni di Londra e altrove, con la scorza di quercia macinata, in cui le tengono circa un mese, non facendo uso della Mortella come presso di noi.

È il luogo questo di farvi osservare essere un errore ciò che si crede in Italia, che si abbia in Irlanda una maniera particolare di conciar le Pelli, anzi che per tal Manifattura si abbia in quest'Isola un qualche segreto; e di più che vi si tengano in Magazzino molti anni prima di esporle alla vendita. Niente vi è di tutto questo, e ne sono [182] stato assicurato da molti Irlandesi, persone istruite che ho esattamente interrogate su questo punto. Dovete sapere in primo luogo che in Inghilterra non si conosce ciò che in Italia ha tanta riputazione sotto il nome di Cuojo d ' Irlanda. È così vero, che per tutti quei molti e alcuni finissimi lavori di Cuojo che si fanno in Londra, e per tutta l'Inghilterra per il proprio consumo e per esportazione, si prende il genere dalle Concerie sparse per ogni dove nell'Isola; e se si lavora del Cuojo d'Irlanda, è indistintamente, senza che sia riguardato come particolare o per migliore d'ogni altro.

Ricercando qual può essere l'origine di un'opinione così estesa da esser comune in Italia, sopra questo Cuojo, credo che sia prodotta dall'aver l'Irlanda tanta abbondanza di animali Vaccini, che non solo manda [183] delle Pelli lavorate nell'Inghilterra, ma la supplisce di gregge in vasta quantità, come supplisce di queste Pelli gregge anche altre parti di Europa, mandandone fino in Francia e in Olanda. Queste Pelli sono l'articolo principale del Commercio attivo di quell'Isola, dove si conciano colla scorza di quercia come in Kendal; nè vi si tengono in Magazzino più che in altri Paesi. È anche un errore ciò che si crede comunemente tra noi, che in Irlanda vi siano delle vaste Fabbriche per conciarle. Nessuna ve n'è che sia rimarchevole, nè che abbia una riputazione distinta. Ve ne sono in quà e in là per tutto il Regno, maggiori o minori secondo la maggiore o minor ricchezza dello Speculatore che le manda avanti. Tutto questo fissato, vorrete forse dimandarmi, perchè il Cuojo che viene dall'Inghilterra è molto superiore a quello che si fabbrica in Italia, e anche in [184] Francia, benchè l'una e l'altra facciano uso delle Pelli gregge d'Irlanda. Confesso che non posso rispondervi: so che nella loro Manifattura non vi è segreto nè misterj; so che si servono come vi dissi, della scorza di quercia, ridotta in fatti rara e di molto prezzo per l'immensa consumazione: non so altro. Non avrei perciò difficoltà a persuadermi che la qualità dell'acque e della calcina, e anche il clima contribuiscano essenzialmente alla maggior perfezione di questo articolo.

Partii nella mattina seguente per Carlisle distante 44 miglia, e per vedere la rinomata desolazione di questa Provincia, essendo solo feci il viaggio sopra l'Imperiale della Carrozza. Ebbi perciò campo di godere estesamente, se può dirsi godere in vedendo la parte più incolta, più spopolata e più solitaria che possa immaginarsi. Così è la maggior parte della [185] Contea di Westmoreland abitata soltanto da poche e magre Pecore, e da moltissime Oche che vivono malinconiche in quelle umide Valli, forse molte di loro senza padrone. Il Paese è tutto coperto di Turf che quà chiamano Pit e che in Italia chiamiamo Torba, che serve per il fuoco di questi Abitatori.

Tra Kendal, e Penrith, Lord Lonsdale ha un'immensa tenuta la quale in gran parte è senza coltura, come il resto del Paese. Per coltivarla e popolarla egli fece anni sono costruire una lunga fila di Case rustiche, una unita all'altra, e le destinò a qualunque voleva andare ad abitarle: vi aggiunse l ' offerta di un'Acre di Terra, da pagare dopo un certo tempo una tenuissima annua rendita; ma sono state inutili le sue premure. Quelle Case sono rimaste sole e non vi sarà, pare, che il tempo che vorrà [186] consumarle, in conferma che è difficilissimo poter determinar gli Uomini per un sistema contrastato dalla natura.

Nel passare per Penrith profittai della mezz 'ora che dà la Vettura ai Forestieri per desinare, e corsi a vedere un Monumento nel Church-Yard Circondario della Chiesa, che ha una celebrità non so perchè, se pur non è per la sua orrida rozzezza e per la sua inintelligibilità. Questo Monumento che probabilmente è Druidico, essendo stato tutto questo Paese abitato dai Druidi come fanno fede altri Monumenti di natura simile e che non sono equivoci, situati tra Penrith e Keswick, non consiste in altro che in una gran Pietra quadrilunga, tutta nera e rozzissima, giacente in mezzo ad altre Pietre poste per lo lungo dentro Terra, di figura stravagante, che è da indovinar se furono così, o se vi sono state ridotte dal capriccio di [187] alcuni de' tanti Uomini di tante età che ci sono stati intorno, o dagli urti che ponno aver loro dati le stagioni ed il tempo. Tutta questa parte dell'Inghilterra, mi hanno detto alcuni de' suoi abitatori, ha un Inverno regolare di nove mesi, e i tre mesi che ha d'estate, per ciò che ho potuto giudicarne da me stesso, molto rassomigliano all'Inverno di Pisa e di Napoli quando vi è Inverno. Non ostante gli Uomini vivono contenti; non vi è miseria: la sussistenza vi è a buon prezzo, e sebbene non abbiano Manifatture capitali, sempre hanno qualche cosa da fare: hanno ciò che non ha la maggior parte delle nostre Città d'Italia, e più di quelle che hanno qualche cosa. Esempio di questo è Carlisle, Città piccola, povera, ma non senza industria, perciò felice. [188]

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