LETTERA XIII.

Giugno 30. 1788 .

È incredibile e maraviglioso il cambiamento delle cose morali e fisiche che può produrre il Governo, quando prende in vista di buona fede il vantaggio di una Nazione; e più incredibile e maravigliosa è ancora la rapidità con cui segue questo cambiamento, quando conosciuta l'indole di lei, sa egli formare e sostenere per sollevarla un Piano illuminato e prudente di Amministrazione. Ritorno da un giro fatto per vedere alcuni dei più celebri di que' tanti Laghi che ha la Scozia; ho visitata cioè una parte di quel Paese interno che chiamasi Highlands Terre alte, già deserto e inaccessibile e solo cognito a que ' poveri e rozzi Montanari che l'abitavano, [223] e dove ora la Natura ha preso un altro aspetto. Quel Suolo che inutile prima per la maggior parte, o tutto al più Pastorale, non conosceva la mano degli Uomini, ora si osserva per tutto assoggettato più o meno alla loro cura, dove tentato con esperienze, dove preparato a ricevere con una gradazione che indica senza equivoco il processo della diffusion dell'industria, che si parte dai grandi luoghi abitati delle Terre basse, e guadagnando sempre e sensibilmente ogni giorno, giunge poi a beneficare le alte. Nel mio venir a Glasgow dall'Inghilterra vi descrissi lo stato di questo Paese che trovai andando dal meno al più; ora partendone immaginatevi quanto dovea parermi curioso il vederne l ' andamento dal più al meno, e con qual chiarezza in conseguenza dovea distinguere che l ' Industria perchè abbia effetto convien che abbia una base solida di popolazione e di ricchezza, [224] che è un dire un complesso di mezzi efficaci e costanti di produzione e di consumazione. Che sia questo Paese affatto nuovo potea vederlo da me medesimo, e sarebbe sembrato tale a chiunque abbia vedute qualche volta Campagne e Coltivazioni; ma nè io nè altri che non han visitati mai questi luoghi, senza il confronto dello stato lor precedente, non potevamo giudicar dell'epoca nè del diverso effetto che cagiona alla loro fisionomìa questa novità. Era io dunque assai soddisfatto della comparsa che essi fanno, e la freschezza della lor gioventù mi dava diletto ma non sorpresa: si eccitò per altro nel mio spirito questa ancora, quando osservai che il Sig. Giovanni Hamilton e il Sig. Giacomo Murdock, due Gentiluomini nel Commercio di Glasgow, che ebbero la compiacenza di accompagnarmi nella mia escursione, estatici e maravigliati, fermavano quà e [225] là i loro Cavalli per esaminare il Contorno e riconoscer dirò così un Paese che era per loro sei anni prima di un altra natura, di un altro aspetto.

Non vi sia discaro che per risparmiar tempo a me, e per assicurar voi della esattezza nel riferirvi le semplici curiosità di questo viaggio, trascriva quasi letteralmente le parole del mio Giornale. Se mai alcuno di quelli a cui leggete queste Lettere, si risolve a venire in Scozia, non dovendo trascurar di vedere questo Paese, l ' indicarne precisamente certe particolarità, potrà non esser inutile, in specie se non potrà egli avere il favorevol riscontro di compagnìa nazionale che gli serva di scorta e di guida. Lasciato Glasgow dopo dieci miglia di cammino in mezzo a Campagne fertili e tanto ben coltivate quanto possono essere presso qualunque Nazione più illuminata di Europa, si trova [226] un punto di vista singolare per la sua vastità e varietà, sopra una Collina chiamata Dalnotter-Hill. In verità è degno di una pausa sentimentale. Si osserva che dalla parte donde si è arrivati, la coltivazione è al suo maggior punto di accrescimento, per esser non molto distante da una Città grande e popolata non senza lusso, come Glasgow: voltando l'occhio nella continuazion della strada, si vede il famoso antico Castello di Dunbarton che è in alto sopra un grande Scoglio isolato, confinante col Fiume Clyde, e quasi nel centro della gran Valle formata dalla catena di Monti che seguitano in distanza il corso del Fiume stesso: questo Castello rammentato tanto dalla Storia di Scozia, e negli antichi tempi non ora riputato imprendibile, somiglia da questa parte il celebre Scoglio di Gibilterra. A sinistra, in andando cioè verso Ponente, si scuopre la Baja di Clyde, detta [227] il Frith of the Clyde, cioè un braccio di mare che trovando un largo seno, entra nella Terra e s'incontra col Fiume Clyde. Questo vasto pezzo di acqua contornato da Case tutte nuove, da nuove piantazioni, da nuovi ripari, forma una prospettiva naturale e artificiale di grandiosità e di gioventù d'Industria che ferma e sorprende, e che può immaginarsi ma non descriversi. Proseguendo il nostro cammino ci fermammo dopo circa un miglio, a un delizioso Casino di M. Crawford, da cui fummo benissimo accolti, e dove passammo con vero piacere due ore. Egli è situato sulle sponde del Clyde in non molta distanza dal suddetto Castello, e dominante il Fiume, le Campagne e le Colline; la Navigazione benchè nascente in queste parti, aumenta la varietà del suo Spettacolo, e i Giardini che ha intorno, procurano allo spasseggio dei comodi rip osi che servir possono intanto al divertimento della pesca. [228]

Si giunge a Dunbarton dal cui bel Ponte si fa vedere il Castello in un punto di vista così differente, che lo Scoglio sembra diviso in due parti, fabbricata una, asprissima di sasso l'altra. La Città non è molto; è antica e già assai povera; annunzia per altro essersi risentita ancor ella dell'urto politico verso la prosperità, dato alla Nazione. Molte delle Abitazioni han già preso un aspetto moderno di comodo e di eleganza. Vi son Fabbriche di Mussoline, di Tintorìe, di lavori di vetro; le Arti di prima necessità già rozze, come bastano ai Popoli rozzi, si trovano ora elevate al livello delle nuove più fortunate circostanze. Questo è un segno non equivoco di civilizzazione; è anche quel segno che quando in un Paese si trova mancante, si può asserire con sicurezza esser gli Abitatori veramente ignoranti e poveri. [229]

Il Ponte di cui parlai, attraversa le Acque che scendono dal Lock-Lomond, il più bel Lago della Scozia quello ch'era il principale oggetto del nostro viaggio, e che andammo a cercare continuando verso il Nord. Dopo circa tre miglia mi si presentò avanti un'alta colonna formata da pezzi di marmo che seppi essere un Monumento eretto alla memoria del celebre Dott. Tobìa Smollett dalla Famiglia di lui, originaria e vivente in questi Contorni. Vi ricorderete che abbiamo conosciuto quest'Uomo d'ingegno e dotto, in Pisa nei primi anni della nostra Gioventù, quando ammirando la sua Storia d'Inghilterra e le sue Novelle, fummo spesso sorpresi dalle sue stravaganze; sappiate che queste sono state poi la cagione per cui la Discendenza che uscì da lui, viverebbe ora in queste solitarie parti in una desolante miseria, se in qualche maniera non fosse sostenuta dalle [230] altre Case della stessa Famiglia in circostanze migliori. Questo luogo chiamasi Bonnhill che 15 anni sono avea soltanto la Casa degli Smollett, e che ora è un piccolo ma vago Villaggio, con una vasta Stamperìa di Tele di Cotone dette Callicò, e con un Circondario che nasce a una florida e ben intesa Agricoltura.

Due miglia più avanti si ha la prima vista del Lock-Lomond al cui principio sono, dentro una Foresta che gli resta sopra, due nuove ed eleganti Case di Campagna, una chiamata Cameron, l'altra Bel ritiro : il Paese intorno comparisce tutto Selvaggio. Si entra in seguito nei vasti Territorj del Cav. Giacomo Colquhoun, occupati solo da Bosco e da Pascolo, e con tutto ciò gli danno di Bestiame e di legname 4 mila lire Sterl. l ' anno. Egli vi ha una nobile e spaziosa Casa situata sopra una lingua di Terra [231] coperta di Alberi bellissimi e che entra dentro il Lago, quasi per goder della vista della maggior parte delle verdi Isolette che vi sono; il loro numero tra grandi e piccole, si fa ascendere a niente meno di 24. Confesso che non vidi mai Prospettiva più monotona e più variata nel tempo istesso; la mia penna non sa descriverla, e forse non potrete averne idea neppur da altri; per averla bisogna venire in Scozia e vederla; non basta per immaginarla il conoscere il Lago di Garda, nè quel di Como; nemmeno il Lago maggiore, benchè più semplice di quelli e più naturale, ma non quanto questo. Pajon sempre figli dell'arte quelli: solo a se stessa natura ha lasciata la custodia di questo.

Il Lock-Lomond è molto lungo e assai stretto, ma tortuoso com'è e scenico, sembra spanso con le sue acque e men lungo: le Isole han tutte differente [232] figura; alcune pajono spesso altro non essere a certa distanza, che un mazzo di Alberi posti in fresco nell'acqua; altre danno l'immagine di un verde Castello; certe compariscono un piano erboso. Tutte annunziano una florida e vigorosa vegetazione, naturale per altro non forzata, non regolata dall'Arte o dal capriccio. I Monti che circondano il Lago, in qualche parte son bassi in forma di Colline coperte di Alberi selvaggi ma di ogni specie; in qualche altra sono altissimi, tutti di nudo Scoglio con perpetua nebbia nella sommità, soggiorno di pioggia e di tempesta. Oh! se vedeste qual sommo ordine risulta, quale inimitabil armonìa da quel disordine!.... Aumenti l'Industria in Scozia: lo vorrei io pure; ma il suo Genio, il suo interesse mi lasci star questo luogo tal qual egli è. Gli Uomini hanno anche bisogno di qualche grande oggetto unito e semplice che determini [233] la calma della loro Anima, che sospenda in lei il movimento di quelle tante idee composte, figlie dell'amor proprio e madri delle passioni che l'agitano e la confondono. Non distratta allora e occupata tutta dal magico stupore che dà la magnificenza della materia, parte minima della universal creazione, può essa umiliarsi innanzi alla incomprensibilità del Supremo Essere che n'è l'Autore, e così tributare a questo con un estatico contemplativo silenzio l'omaggio più proporzionato che darle possa l'umana piccolezza.

Ma torno al mio proposito e dico che questo è quel Paese dove visse Ossian: dopo averne veduto il clima, il suolo, le posizioni, non mi maraviglio che egli solo avesse le belle immagini naturali che ebbe e che altri non ebbero mai; egli è anche quello che fu dominato più lungamente [234] di ogni altro dai Druidi, dei quali penso parlarvi una volta se ho tempo. Mi trattenni un intero giorno girando quà e là sulle rive di questo Lago, preso alloggio coi miei Compagni in un luogo chiamato Luss che non ha altre Abitazioni che la comoda Osteria dove vive la fiera e vivace Miss Grant, e dove mangiai le Trote più saporite che abbia mai sentite: sono del Lago che ne ha in abbondanza; egli ha pure qualche Sermone che monta per il Clyde, e delle Aringhe che tengon la stessa strada; potemmo aver qualcheduna anche di queste che son molto più delicate e han più gusto di quando son tratte dal mare. Questo Lago ha le acque lucidissime, e il fondo chiaro di pietre minute portate dai molti Ruscelli, Fonti e Torrenti, che sgorgano dai Monti che lo circondano. Nell'Inverno che deve esser orrido veramente in queste parti e lungo di nove mesi, [235] mi diceva Miss Grant che essendo essi gonfi per le spesse continue pioggie e cadendo in Cascate altissime, formano un tal tetro e maestoso Spettacolo che ne imponeva anche a lei sebbene assuefatta a vederlo dalla nascita. È stato a Luss dove ho avuto un attestato così genuino e caratteristico della dolcezza della lingua nostra Italiana, che essendomi stato di vero e sensibil piacere, non posso far a meno di comunicarvi come questo è accaduto.

Già sapete che nelle Terre alte della Scozia si parla ancora l ' antica lingua Celtica o Gallica come volete chiamarla, alterata forse, ma sempre la vera nel totale, e distante dall'Inglese più di quel che l ' Inglese sia dalla nostra. Dopo aver vedute più volte in Inghilterra e quà Poesìe ed altro scritto in quella lingua senza intenderne mai parola, ed avendo curiosità di sentirne l'accordo e il suono, [236] profittai dell'occasione di essere con varie persone di quelle parti e pregai Miss Grant senza occultarle l'oggetto, a parlar con loro nella lingua sua natural del Paese. Essa volle compiacermi e per assai lungo tempo da farmi distinguere le molte dolci e molli differenti modulazioni che ha quella lingua, che nell'armonìa mi parve somigliare alla Greca, derivante in parte come sapete, da lei. Osservando quella Gente che ero molto soddisfatto della lor maniera di parlare, fece istanza che facessi anch ' io sentir la mia, nè seppi rifiutarmi al lor desiderio: lo condescesi e non essendo io inteso da alcuno in quel luogo, mi lasciai trasportare a dire con quella franchezza e con quell ' abbandono che dà la sicurezza di non esser soggetto a critica, e che spesso fa dir meglio di quel che si dice quando si ha ragione da voler dir bene. Quelle parti son troppe poetiche, perchè non dovessi [237] prenderle per mio soggetto, e perchè poetica esser non dovesse la descrizione che me ne feci. Comunque fosse, quel che dovete saper voi è che produsse in tutte quelle persone un effetto che non aspettavo: fissate immobilmente sopra di me in aria d'incanto, non vedevo in loro altro moto che quello della fisonomìa che prendeva a tempo il carattere delle mie voci. Può essere che le differenti modulazioni del tuono e le differenti espressioni del mio volto contribuissero all'alterazione del loro, ma questa poteva anche esser prodotta dal suono naturale delle parole quando hanno la proprietà, come possiamo vantarci che abbian le nostre, se scelte a proposito, di corrisponder fedelmente al soggetto che devon rappresentare: In fatti gli stessi miei due Compagni di Glasgow, Persone colte e intelligenti ambedue quanto basta della lingua Francese, e uno anche [238] della Tedesca, mi assicurarono che eran sorpresi della bellezza e della varietà della mia lingua, che pur non avevan mai sentita pronunziar prima. Una specie di vanità nazionale m'indusse allora a dimostrar loro succintamente la relazione che ha nella nostra lingua la combinazione felice delle consonanti e delle vocali con gli oggetti che si vogliono rappresentare: pretesi anche di dar loro un'idea per quanto può darsi a chi non intende una lingua, dell'effetto delle nostre desinenze sopra quelle tenuissime fibre interne che modificano le sensazioni. Riuscissi o non riuscissi, il certo è che restarono o vollero parer di restar persuasi che niente manca alla lingua nostra per farla esser adattata non solo a descriver e direi quasi, a copiar l'immagine degli oggetti materiali, ma anche a produr col meccanismo del suo suono l ' istesso effetto sopra di noi che vien prodotto dal tocco delle cose esterne col mezzo dei [239] sensi in quegli organi intimi delicatissimi che ci risvegliano alla gioja o alla tristezza, al coraggio o al timore, al piacere in somma o al dolore. I miei Montanari poi che per la maggior parte non intendevano o intendevan pochissimo della lingua Inglese, dopo aver io discorso coi miei Compagni di viaggio, vollero ancor essi dirmi il loro sentimento, di cui fu l ' interpetre la spiritosa Miss Grant. Prima d'altro essa mi ringraziò in nome comune della mia compiacenza; poi gentilmente lagnandosi, mi rimproverò della poca opinione che temevano aver io di loro, perchè essendo la mia lingua di una armonìa tutta nuova a parer loro e senza poter darsi la simile, con lodar io molto il suono della Celtica supponevano che per rendermi grato a loro mi fossi creduto in bisogno di adulazione. Per quanto possa dispiacermi sempre anche il sospetto di sincerità di cuore, [240] confesso che ne fui quasi lusingato in questa occasione, perchè mi serviva di prova della impressione piacevole che fatta aveva la lingua del bel Paese là dove il sì suona; e questa impressione era naturale sicuramente e imparziale: il loro giudizio è anche competente perchè gli Abitanti della Scozia hanno la riputazion di avere ed hanno in fatti, come dimostrano le lor canzoni e la lor maniera di cantarle, un gusto vero musicale, ed un orecchio tanto fino ed armonico quanto quello che nessuno contrasta a noi in Italia.

Continuando nella mattina il nostro viaggio, si trova che i Monti si ristringono e che il Lago diventa come un Fiume. Mi fermai in una situazione dove la strada resta più elevata chiamata la punta di Firkin. Da questa si scuopre tutto il lungo del Lago , che ombreggiato com'è dalle [241] Isole raccolte per la lontananza in punti strettissimi, fanno parerlo un Parterre di Giardino, e presentano intanto un colpo d'occhio a perdita di vista dei più romanzeschi che abbia dati natura. In faccia a questa punta è il tetro e nebbioso Ben-Lommond menzionato da Ossian, Montagna altissima 3280 Piedi Inglesi sopra il livello del Mare, che dà il nome al Lago e che è coperta di eterna neve. Poco più avanti si perde la traccia del fiume, e proseguendo tra i Monti, si arriva a Inverary, Città di nessuna considerazione che appartiene al Duca d'Argyle, uno dei tre Signori principali della Scozia, per l'influenza che hanno sopra i Clans ossìa Tribù delle Terre alte. Gli altri due sono il Duca d'Athol e il Duca di Gordon. Quei Popoli sono così attaccati ancora a queste illustri e già potentissime Famiglie, che son capaci di tutto per loro, benchè non sian più soggetti [242] alla estesa autorità Feudale che esse avevano una volta. Tanta continuazione ha nei Popoli semplici e poveri la forza dell ' abitudine e della riconoscenza per un'antica protezione!

Tornando indietro da Inverary si passò da Arrockar, Sede già della potente or decaduta ed oscura Famiglia dei Mac'-Farlan, Leard ossìa Capo della Tribù di questo nome. È situata nel fondo di una Valle tutta coperta di antichi Alberi della stessa età, e che termina sopra un altro Lago detto Lock-Long. Seguitandone le rive andammo nella mattina seguente per ristorarci e riposarci a Fasslam, luogo miserabile con una sola Casa o Capanna, dove non trovammo altro che uova, latte e focaccie di vena. Di quì si scuopre un altro Lago che chiamasi Gaer-Lock che seguitammo poi lungo una nuova ottima strada fatta costruire per circa 20 miglia dal [243] Duca d'Argyle, che alla sponda opposta ha una vasta ma non elegante Casa di Campagna col nome di Rosmuth-Castle. Quasi tutto questo Paese di appartenenza del Duca, per ora non produce altro che Orzo, Vena e Patate, oltre molti Alberi da costruzione. Seguitando il Lago si viene in faccia della Città di Greenock che è sulle sponde del Firth of the Clyde, e due miglia più oltre verso il mare, si scuopre Port Glasgow, dove si fermano tutti i Bastimenti verso le 300 Tonnellate, che non possono arrivare a Glasgow, di cui questa è Porto come dovete rilevar dal suo nome. A non molta distanza da questo punto si ritrova Dunbarton. [244]

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