LETTERA XVIII.

Quando la Scozia non avesse altri Uomini di Lettere che Adamo Smith, Robertson, Blair, e Mackenzie, ancor senza Ferguson, Cullen, Black, Anderson e molti altri che non conosco personalmente, questi basterebbero per renderla rispettabile nella Repubblica delle Lettere quanto qualunque altra Nazione. Devo la conoscenza di quelli e di altri di minore sfera al Cav. Guglielmo Forbes, che mi ha usate tante e tali attenzioni, che avendo impegnata tutta la mia riconoscenza, mi è di vero piacere il darvi idea di quest'Uomo che è un vero modello di virtù sociali. Mi presto volentieri a tal progetto anche per sapere che Voi prima di tutt'altra qualità, vorreste [345] nell'Uomo queste virtù, e avete ragione: senza queste i beni che può dar la natura e la fortuna abbagliano chi gli possiede e quelli che ne sono Spettatori, ma non consolan quello alla lunga, nè alla lunga interessan questi. Voglio darvi prima d'altro la Storia di lui, benchè sia Uomo privato, come noi siamo. La Società ha così poco e così di raro bisogno di Eroi, che è di troppo quel che inimitabil sempre, inutile spesso, già sappiamo di loro tra vero e falso. Gradite dunque che vi dia un esempio di ciò che è più utile, di ciò che possiamo esser noi, e saremo molto agli occhi della ragione e per la felicità altrui e per la nostra, essendo come il Cavalier Forbes.

Egli è di Famiglia distinta, figlio di uno dei primi Magistrati della Città che lo lasciò nell'infanzia. Venuto avanti cogli Anni dopo una educazione [346] ingenua, si pose nella carriera Mercantile, e ora è alla testa dell'unico Banco particolare che sia in Edimburgo. Giudicate del credito che ha saputo acquistarsi dalla estensione de' suoi affari, e di questi dal saper che tiene impiegate circa 25 Persone. I suoi Viglietti che non volle mai maggiori di venti lire Sterline pagabili al Latore, corron come moneta effettiva per tutta la Scozia; tale è la favorevole opinione che si ha non solo della solidità ma del carattere del Cav. Forbes. In questi ultimi tempi egli ebbe una occasione luminosa di confermarla. Involto come egli era nelle disgrazie Mercantili dell'Inghilterra, si disse per 30 mila lire Sterline, i suoi amici temerono per lui di grave danno; per evitarlo corsero alcuni più premurosi con l'offerta di somme considerabili. Egli con molta disinvoltura e buona maniera le rifiutò e continuò ne' suoi affari come se nulla seguito [347] fosse, corrispondendo all'affluenza de' Viglietti che facevan con fretta insolita ritornare al Banco il timore e la diffidenza. La prontezza dei pagamenti e la sua ferma tranquillità rassicurarono l ' animo degli Scozzesi dopo pochi giorni, e le cose ripresero il corso ordinario naturalmente. Intanto il Cav. Forbes non cambiò mai di contegno nè di condotta civile, sempre essendo senza alterazione il cortese ospite dei Nazionali e dei Forestieri. Di niuna persona e in nessun Paese ho mai più generalmente udito parlar tanto bene quanto di lui; e per verità non è possibile aver maniere più nobili e più obbliganti di quelle che egli ha; e sopra tutto bisogna ben che abbia un capital senza fine di eccellenti qualità morali perchè sia acclamato come egli è da una intera Nazione. Sposo affettuoso, Padre tenero e vigilante, amico sollecito e sicuro, essendo a tutti e per tutto con [348] somma agilità, niun oggetto trascura nel veloce corso del giorno de' suoi doveri, de' suoi comodi, delle sue inclinazioni. Egli non vanta Letteratura nè esercizio di belle Arti; è portato per altro e con molto impegno per queste e per quella e più per chi le professa; ha del gusto, lo vuole e ne cerca: una collezione che aumenta di ottimi libri moderni, ben disposti e ben tenuti, pronta è Sempre per gli amici e per occupar le poche ore che ha di ozio. Ha delle Stampe migliori che possano aversi e de' Disegni eccellenti Italiani e Inglesi. Il Cavalier Forbes prende volentieri l ' occasione di adunare insieme e far conoscere ai Forestieri gli Uomini di Lettere del suo Paese, perchè stima quelli, e ama questo, e gode di far valere ambedue. È in Casa sua dove come vi dissi, vidi per la prima volta quelli che vi ho nominati, e tra loro il Dott. Robertson è quello che dopo ho veduto [349] il più spesso in particolare, e quello a cui, vi confesso, devo il più di ciò che vi ho scritto e che son per scrivervi di questa Nazione.

Eccovi il Dott. Robertson. Egli è Uomo di 69 anni, di aspetto vivo ma grave e venerando; egli è piacevolissimo in compagnìa, compiacente e obbligante sempre, franco, spregiudicato, in specie sopra il suo Paese che ama subordinatamente per altro alla verità. È un vero danno che in certi giorni sia tale la sua sordità, che lo renda inadeguato affatto al Dialogo. Si presta non ostante quanto può mai, e siccome l'interesse di un Viaggiatore dev'esser non di parlare, ma di sentir parlare, egli è sempre di somma risorsa per chi vuole istruzione in Edimburgo. Come Letterato, egli gode di una reputazione senza pari, ancor come Uomo di Politica, di prudenza, di probità; è come [350] Ecclesiastico che non ha tutto il credito a lui dovuto: si ha maggiore stima del Dott. Blair. Questo è tutto Chiesa, Morale, ritiro; quello avvezzo a esaminar le vicende delle cose passate, non sa trascurar le presenti, ed è accusato di mescolarsi troppo negli affari Civili e di Governo del suo Paese. Il rigorismo Presbiteriano è la cagione di quest'accusa. In quanto a me non condannerò mai il Dott. Robertson; superiore com'è, agli altri, di lumi e di esperienza, non so che lodarlo se procura di concorrer per quanto è in suo potere, al meglio della sua Nazione. Ho sempre creduto che vera virtù sia l'esercizio in vantaggio altrui positivo e volontario delle buone qualità morali che l'Uomo possiede, nè ho mai saputo chiamar virtù il non far male soltanto; per me vi confesso che questo neppure è bontà. Frattanto son confusissime le nozioni di queste differentissime idee: Ciò accade [351] forse per la ragione che rarissimi essendo gli Uomini che fanno il bene perchè far lo vogliono, e rari essendo ancor quelli che non fan male; i pochi che non fan questo male, benchè spesso nol facciano per non saper farlo o per non voler farlo per timor di lor danno, buoni e virtuosi chiamati sono pur essi o per non esservi più idea di quelli, o perchè la rarità fa dare a questi un pregio superior di gran lunga a quello che meritano. Noi Italiani poi dobbiamo amare il Dott. Robertson particolarmente; Egli parla di noi come in generale non parlano gli Oltramontani. Mi diceva un giorno che aveva tra i rimproveri della sua vecchiezza quella di non aver visitata l ' Italia in gioventù; e il non aver visitata l'Italia sarà veramente un rimprovero ad un Uomo grande? Suppor dovete il sentimento con cui risposi a sì gentile espressione, che non so se per modestia [352] o per prudenza applicai al nostro bel Clima e ai Monumenti della nostra antica, convien pur dirlo, spenta grandezza. Ma il Filosofo che era di buona fede o non volle umiliarmi nella mia umiliazione, manifestò l'oggetto: distinse i tempi e le circostanze ...... mi osservò turbato; e forse non potè non turbarsi ancor egli: Poi ...... sentite; mi consolò …... e consolatevi ancor voi; mi disse " so quel che foste, ma so ancor quel che siete, e quello che potete essere …... upon my honour, aggiunse con enfasi, sull'onor mio son persuaso che vi è più spirito in Italia che in tutto il resto insieme di Europa " . Forse pochi Oltramontani pensan diversamente; certo è che pochi il confessano. In fatti poco o punto si parla di quà dalle Alpi della nostra Letteratura: si usurpan per altro e spesso le nostre idee; si copian fino non senza impudenza le Opere nostre che si danno [353] e si passan come nuove, come loro; neppure il nome si sa dei nostri Uomini che pur ne abbiamo tuttora e di grandi; Felice Fontana, Cotugno, Toaldo sono i soli che ho trovati cogniti: ma questi grandi felici Scuopritori della Natura è necessità non giustizia che sieno conosciuti da chi non è affatto incolto, e molto più da chi va in traccia di lei; sarebbe giustizia il conoscer tanti che noi abbiamo che pur contribuiscono non senza effetto al progresso delle Scienze e della Letteratura. Ma se ingiusti sono gli Oltramontani con noi, nol siamo noi con loro: continuo nel mio proposito.

Il Dott. Blair è Curato della Chiesa principale di Edimburgo. Sono stato presente a varj de' suoi Sermoni che sempre ho trovati di quella sana Morale che è tanto utile per la condotta della vita. Annunziati com'essi sono, con uno stile semplice e persuasivo, [354] riescon di facile intelligenza; ed essendo più sentenziosi che ragionati, fanno profonda e lunga impressione nel Popolo al cui vantaggio in tutti i Paesi del Mondo dovrebbero soltanto esser diretti questi discorsi. Il Dott. Blair ha pubblicati alcuni di questi suoi eccellenti Sermoni, e i due Volumi delle sue Lezioni sopra la Rettorica godon giustamente della più estesa riputazione. Egli è un Uomo di circa 70 anni, facile e liberale nel Dialogo, ama la Compagnìa e non si rifiuta ai piaceri della medesima in ispecie a Tavola. Ben provveduto di beni di fortuna, passa tranquillamente spesso in Campagna la sua vecchiezza, senza voler prender parte in cosa alcuna. Piace nel Sistema Presbiteriano che gli Ecclesiastici tengan questo procedere. A me piace la virtù attiva in chi è in grado di esercitarla, e appena scusar posso il Dott. Blair dal non averla, sebben compensi la Società [355] con istituirla veramente con le parole. Quando poi son queste senza il distinto merito che hanno le sue, il creder di aver fatto assai con voler esser solamente utile con tal mezzo, fa per il meno ch'io supponga una meschinità di carattere che non fu mai propria della virtù maschia e positiva, di quella che rende cara e perpetua la memoria di chi la possiede, e che fa perdonare e scordare i difetti anche i vizj che potessero esservi stati annessi.

Adamo Smith, il grande Autore delle Ricerche sopra la Natura e la Cagione della ricchezza delle Nazioni, è uno degli Uomini d'ingegno più acuto e più profondo che abbia avuti la Gran Brettagna. Fu prima Professor di Filosofìa Morale nella Università di Glasgow e quel che scrisse allora relativamente, mostra quanto meritava di esserlo: poi andò a viaggiar per la Francia e tra gli Svizzeri col [356] Duca di Buccleugh, e in tal tempo vedendo gli stabilimenti esteri, e conversando con Uomini dotti e con Persone di affari e di Finanza della Francia in ispecie, concepì e formò il suo original sistema di pubblica Economìa. Al ritorno pubblicò la sua Opera in 2. Vol. in 4 to , di nuovo stampata ultimamente in 3 in 8 vo , ch'egli mi ha detto aver aumentata e corretta da se stesso, e che è perciò Edizione senza paragone miglior dell'altra. Con questo merito e colla fama acquistatasi, fatta valere dalla protezione del Duca di Buccleugh, ottenne l'Impiego di Commissioner of the customs di Edimburgo, ossìa di esser uno dei Capi della Dogana, Posto lucroso e onorifico di cui gode ancora. Il Dott. Smith è Uomo che sa bene le lingue estere, di prodigiosa memoria, di profonda meditazione, e facile nella concezione delle grandi idee. Non l'è però altrettanto nell'esprimerle in Dialogo; [357] intrigato e confuso e spesso troppo metafisico, è anche spesso trasportato dove non sa forse egli stesso: Questo con qualche difetto organico della bocca che rende il suono della sua voce grasso, cupo, malagevole, fa che molte volte non è possibile intenderlo da quelli neppure avvezzi a trattarlo. Egli è anche di un carattere singolare, distratto spesso, e qualche volta altiero e di tuon dommatico e decisivo; pien d'opinione e non senza ragione, di se medesimo e del suo giudizio. Non soffre contradizione, eppure egli abbraccia volentieri l'occasione di esercitarla, che non è rara quando si han lumi com'egli ha, molto maggiori degli altri; egli è compatibile dunque non scusabile, perchè Uomo grande e di Mondo quale gli è, deve ricordarsi che per ordinario è più facile persuadersi che persuadere, e a calcolo fatto resta problema se gli Uomini in generale vagliano [358] la pena di persuaderli. Per tutto questo l'invidia che perseguita sempre e per tutto gli Uomini superiori, dice esser egli Soggetto da leggersi più che da trattarsi. In quanto a me per altro con tutti i suoi difetti, se ne ha, vorrei pure averlo vicino: Parli egli chiaro o parli confuso, contradica o sia in distrazione, da lui traspira sempre qualche lampo di genio, rare volte infecondo. Egli è Uomo tale che credo aver contribuito non poco, particolarmente con la sua Opera, a far esser la Scozia montata sul piede regolare in cui la vediamo; ho detto questo a lui stesso, e il mio rendergli giustizia fu accettato con quel genere di modestia con cui si riceve quel che si crede dovuto.

Il Sig. Mackenzie è l'Autore di due Opere periodiche, una intitolata the Mirror " lo Specchio " in 4. Vol. in 8 vo , l'altra the Lounger " l'Ozioso " . [359] Ha composto anche l ' Uomo di Sentimento e l'Uomo di Mondo. Le due prime sono a imitazione dello Spettatore di Addison, dopo il quale delle tante produzioni in questo genere che si son pubblicate, queste son le migliori e le più stimate; anche il suo Uomo di Sentimento godè di molta fama. Ho trovato M. Mackenzie essere un Uomo assai istruito, e credo di somma penetrazione e vivacità. A vederlo serio com'è, e freddo, sebben cortese quanto basta, se ne ha altra idea, e si crede di carattere severo e poco accostante; mi dicon per altro esser molto sensibile, buono, sincero e umano. Se è una disgrazia per quelli che han queste qualità l'averle accompagnate frequentemente da un esteriore ingrato e contrario a loro, quella di aver il cattivo animo per ordinario una maschera di dolcezza e bontà che invita e seduce e tradisce poi, è assai fatale per le persone che [360] si fidan della bella apparenza; e più è disgrazia e in ogni caso per un Forestiere che passa e che non ha luogo nè tempo di distinguer tra l'apparenza ciò che è sostanza: Per questo il giudizio de' Viaggiatori è spesso fallace, e lo è in buona fede, se pur è buona fede il non far valere questa contradizione della Natura. Perchè possiate rilevar da voi quanto è grande la rapidità dei progressi di questo Paese, voglio farvi osservare che M. Mackenzie Uomo di circa 45 anni, si ricorda essere stato a caccia dove è ora la parte più bella della nuova Città di Edimburgo.

Ma basta dei grandi Uomini della Scozia; voglio dare il resto dì questa Lettera a uno sfogo della riconoscenza del mio cuore, alla memoria che non perderò mai, di uno dei caratteri più rispettabili che abbia conosciuti in quel sesso amabile che potrebbe [361] far la delizia della nostra vita, e che al contrario è sì spesso l'infelicità nostra, quando s'incontra avvolto come lo è anche spesso, nell'ignoranza, nel capriccio, nel pregiudizio, nell 'i nconseguenza. La Donna di cui parlo è Elisabetta Keir. Dotata dalla natura di tutte quelle grazie che piacciono ai sensi, ebbe la sorte di aver quella educazione, che poi conduce a incantar le immagini dello spirito, e a obbligare i sentimenti del cuore. Assai giovine piacendo a tutti, non potea non piacere a M. Keir; e fra i molti che si presentarono, benchè non distinto dalla natura con figura straordinaria, e molto men dalla fortuna che niente avea fatto per lui, egli era quello da piacere a lei, perchè egli era dolce, sensibile, istruito, virtuoso. Due anime sì fatte l'una per l'altra, presto e facilmente s'intesero, e i Parenti che in questi Paesi non consultan generalmente nei Matrimonj la vanità [362] o l'interesse, ma le inclinazioni dei loro Figli, presto e facilmente condiscesero a vedere insieme questa coppia già unita dall'amore e dalla virtù. Io non la conobbi mai che per metà: so però la storia dello stato lor conjugale dall'amabile Elisabetta, che più volte non senza lacrime me ne ha parlato: e la so bene, perchè, in seguito affidar mi volle per un momento un suo Manoscritto prezioso che contiene tutta la vita sua e dello Sposo, rispettabil geloso monumento della sua filiale e conjugal tenerezza, e degli inesauribili suoi affetti materni. Egli era Medico di professione, con sommi talenti, e con quella determinazion di spirito, che in Inghilterra, in Londra, centro immenso di ricchezze e di voglia di spanderle, fa acquistarne a uno che non ne abbia quante ha bisogno di averne. Appena furono in quella vasta Capitale, appena M. Keir incominciò a veder luce in quel Caos [363] di confusione, M. Keir morì. La dolente inconsolabile Sposa, giovine, isolata, senza esperienza, altro non ebbe da far che raccogliersi in seno due innocenti pegni che avea dell'amor suo, e senz'altro bene che loro, ritornarsene a Edimburgo a piangere afflitta sempre tanta perdita irreparabile. Nella Casa che l ' avea veduta nascere trovò da vivere; ma non bastava questo a tal Donna Madre. Conoscendo l'alta necessità di dare istruzione ai Figli, senza cui nulla si fa nella Gran Brettagna, e per cui vi voglion mezzi e non indifferenti che non avea, volle pur averne: gli cercò nell'istruzione sua propria e nel suo spirito. Scrisse un'Opera in due Vol. in 12 intitolata Interesting memoirs " Memorie interessanti " . Esse altro non sono che un Trattato eccellente di educazione come noi non abbiamo. La simpatìa Britannica per la virtù oppressa dalla disgrazia, chiamata con sì morale e lodevole intrapresa, corse [364] tutta a sollevar la tenera Madre, e tal fu l'esito del suo Libro e la ricompensa, che ella potè trarne un capitale di sopra 100 lire Sterl. annue di rendita. Incoraggita pubblicò pochi anni dopo, cioè nel decorso anno, la Storia di Miss Greville in tre altri Volumi, che ha uguale e maggior incontro, e meritamente. Oltre il contenere ancor questa massime della più sana Morale e della maggiore utilità per la condotta della vita, ella è scritta in Lettere di ottimo stile, e abbraccia tanta moltiplicità, varietà, e naturalezza insieme di accidenti, che coll'istruzione facendo trovar illusione, fa creder di percorrere una serie di quelle vicende che passan sotto i nostri occhi ogni giorno, ma che pochi sanno osservar riunite, perchè pochi hanno forza di sostener la gradazion lenta che le accompagna. I Figli Maschio uno, e l'altro Femmina, occupano quasi tutta la vita di Mistress [365] Keir; ella non lascia per questo di far la delizia dei pochi Amici che voglion vederla, e di buon'ora accostuma i Figli intanto agli Uomini e alle cose. Sono stato assai fortunato da far subito al mio arrivo quà la sua conoscenza, e potete immaginarvi non aver io lasciato trascorrer giorno senza il piacere di esser con lei, di cui avrete più giusta idea quando potrete leggere i suoi Libri. Donatimi da lei stessa, gli conservo con cura e con gelosìa, ancor per esser decorati di alcuni versi di sua mano, che mostrano che una Donna con tanti sentimenti di amor conjugale, di pietà materna, di Religione, di scienza, di virtù in somma, non può non aver quelli ancora che sanno di là dai Mari e oltre l'Alpi, tenere in lega Anime simpatiche dai più distanti poli. [366]

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