IV.

Eleggere sapesti il re splendente

nello sciame diviso,

ridere d’un tuo bel selvaggio riso

spegnendo il fuco sterile e sonoro.

Con la man tinta in mele di sosillo

traesti fuor la troppa

signoria. Cauto e fermo le calcavi.

Sporgeva a modo d’uvero di poppa

il buon sire tranquillo

che fu re delle artefici soavi.

Poi franco te n’andavi

sonando per le prata di trifoglio,

incoronato d’ellera e d’orgoglio,

entro la nube delle pecchie d’oro.

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