La Vittoria navale

Se quella ch’arma di sue grandi penne

la prua della trière samotrace

venir dee verso me che senza pace

persèvero lo sforzo mio ventenne,

non altrove ma fra le vive antenne

di questa selva nata dal focace

lito, in vista dell’Alpe che si tace

gloriosa di suo candor perenne,

l’attenderò dicendo: «Ben mi vieni

dalla piaggia che i Càbiri nutrica,

dall’isola che sta di contro all’Ebro.

Io son l’ultimo figlio degli Elleni:

m’abbeverai alla mammella antica;

ma d’un igneo dèmone son ebro».

(Data di composizione sconosciuta)

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