All’alba

All’alba ritrovai l’orma sul posto,

selvatica qual pesta di cerbiatto;

ma v’era il segno delle cinque dita.

Era il pollice alquanto piú discosto

dall’altre dita e il mignolo ritratto

come ugnello di gàzzera marina.

La foce ingombra di tritume negro

odorava di sale e di ginepro.
Seguitai l’orma esigua, come bracco

che tracci e fiuti il baio capriuolo.

Giunsi al canneto e mi scontrai col riccio.

Livido si fuggí per folto il biacco.

Si levarono due tre quattro a volo

migliarini già tinti di gialliccio.

Vidi un che bianco; e un velo era dell’alba.

Per guatar l’alba disamarrii la traccia.

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