MARIO
a Camilla che entra
Che cos’hai?
CAMILLA
pallidissima
Perché?
MARIO
Sei tutta stravolta!... Hai corso? Ti ha turbato la notizia del povero Orsini? Anche a me ha fatto una penosissima impressione...
CAMILLA
con dolore e con collera mal repressa
È spaventoso! Ma come mai, tutto a un tratto?...
MARIO
Tutto a un tratto... Un momento: intanto suo padre è morto di tubercolosi!...
CAMILLA
Ah sì?
MARIO
E una sorella, maggiore di lui, ha fatto la stessa fine.
CAMILLA
Ma se a noi non disse mai nulla!
MARIO
Capirai... non sono cose che si raccontano volentieri. Anch’io l’ho saputo soltanto stamane. È arrivata una sua parente da Torino, che l’assiste e che abbiamo lungamente interrogata.
CAMILLA
Ma tu non ti accorgesti mai di nulla...
MARIO
Quando frequentava la nostra casa?
CAMILLA
Sì.
MARIO
Mi ricordo di aver avuto qualche sospetto. Il suo pallore... la sua magrezza... Ma era così gaio!... Così pieno di vivacità! E io poi in quel tempo ero così occupato, così appartato dal resto del mondo... E poi si vede ch’egli non aveva troppa confidenza in me...
CAMILLA
È una cosa terribile!
MARIO
Eh, mia cara! La natura è una creditrice implacabile! L’eredità – ha detto un uomo di scienza – potrebbe divenire un giorno il più possente fattore del progresso umano, se ciascun uomo fosse convinto che ogni atto della sua vita dovrà pesare sulla propria discendenza!
CAMILLA
seguendo il suo pensiero tenebroso
È un’infamia!
Indi con durezza
Non si frequenta la casa di un galantuomo quando si è malati così... o per lo meno...
MARIO
Andiamo... Sei troppo severa... Chi sa con quante persone irremissibilmente condannate la gente sana discorre tutti i giorni... a quante stringe la mano, a quante offre l’ospitalità nella propria casa senza sapere... Ma questo non è niente.... Il delitto è di prendere moglie! È di mettere al mondo dei figliuoli!... Io, per me, obbligherei tutti quelli che vanno allo stato Civile a sottoporsi a una visita medica... Orsini per lo meno è stato onesto: è rimasto scapolo!
CAMILLA
Ma potrebbe lo stesso aver avuto dei figli!
MARIO
Oh! Già... Potrebbe averne qualcuno disperso per il mondo... E che cosa vuoi che ti dica?... Che venga da me... Che lo portino al «Sanatorio» e lo salverò... Cara, come sei bambina... Ti ricordi, a proposito, quando io diventai, a un tratto, dopo la nascita di Ferruccio, geloso di Francesco Orsini?... Son persuaso che se non l’avesse formalmente voluto il dottor Parisi, che lo cura, non mi avrebbe mandato a chiamare...
CAMILLA
assorta
Sicché... se quel disgraziato avesse un figlio... sei proprio sicuro che sarebbe condannato?
MARIO
Io che conosco in che condizioni si trova Francesco Orsini posso dirti che novantanove probabilità su cento...
CAMILLA
sentendosi mancare e pur sforzandosi a nascondere l’ansia interiore
È come dire: certo...
MARIO
Ti spaventa solo l’idea... Eppure quanti, quanti, sia per ignoranza, sia per egoismo, sia anche per fatalità... Ma che importa, oggi, se c’è una «linfa Salvani»? Che importa se c’è una «Casa dei Fanciulli»?
CAMILLA
stringendosi con le mani le tempie e riversando in alto il volto che s’illumina stranamente
Ah sì... Che importa?
Una pausa
...Ma se nessuno lo sa... S’egli ha tenuto segreto a tutti il suo male... e supponiamo che un bambino ci sia... lasciamo stare il fatto di Francesco Orsini... Consideriamo il caso umano, che sarà anche frequente...
MARIO
Ebbene... questo ragazzo crescerà fors’anche con tutte le apparenze della salute, e sarà gaio... sarà folle... sarà un frugolo... finché, arrivato al periodo dell’adolescenza... della pubertà... eccolo mutarsi, improvvisamente, in un giovinetto gracile, pallido, recante in viso – presto o tardi – come un’aria di febbre... E sarà il principio!...
CAMILLA
che ha seguito le parole di Mario con un’ansietà angosciosa, prorompe ancora sordamente
Un’infamia! Un’infamia!
MARIO
teneramente
Cara!... Di questo tuo orrore dovrebbero tutti gli uomini fare l’ammonimento della propria coscienza...
CAMILLA
con strana voce, quasi supplicando
Taci! Taci! Taci! Io sono una piccola donna come tutte le altre... Io non sono niente...
Indi quasi con furore
Niente, capisci? E tutta la mia vita votata a te, alla tua pace, e tutta la mia tenerezza di donna... – son nove anni! – è niente, niente... Io ti scongiuro di considerarmi una piccola anima fragile...
MARIO
Ma che hai, Camilla... Sei inquieta, così?... Ti hanno impressionato i miei discorsi? Ma allora che cosa sarebbe di te, se fossi una di quelle suore di carità che passano la vita per le corsie degli ospedali?... Andiamo, via!... La moglie di un dottore deve avere del coraggio... Sicuro! Bisogna che rimanga serena dinanzi alla vita che ha, necessariamente, delle deficienze... ma che ha pure delle grandi, delle formidabili risorse!
Sorridendo, incoraggiandola
Ma allora... ma allora io non mi potrò fidare di te quando dovrò affidarti la vigilanza... spirituale, nel Sanatorio, di tanti ragazzi...
CAMILLA
implorando
Sì, sì Mario!
MARIO
E pensa alla tua gioia di poterli restituire guariti alle loro mamme... e al tuo orgoglio di vederle sorridere, quelle mamme, di vederle piangere di giubilo, quando tu avrai partecipato con me a ridare la vita – capisci? La vita! – alle loro creature!...
Camilla gli si stringe al petto, come soffocata dall’ansia.
MARIO
Vedendoti poi in mezzo a tanti altri ragazzi, e così preoccupata di loro, Ferruccio diventerà geloso...
Camilla sempre col capo sul petto di lui ha un singhiozzo che la fa sussultare.
MARIO
E c’è bisogno, per questo, di piangere? Ma Ferruccio capirà che gli altri hanno più bisogno di lui, delle cure amorose di una mamma adottiva...
CAMILLA
staccandosi da lui all’improvviso e guardandolo disperatamente in faccia
Ascolta, Mario... Ascolta!...
MARIO
siede
Dimmi...
CAMILLA
c. s.
Se anche a lui, per precauzione...
MARIO
Per precauzione?... A chi?
CAMILLA
inginocchiandosi accanto a lui
Sì... come dire?... Se anche a Ferruccio, per immunizzarne l’organismo...
MARIO
ridendo
Ah ah! Per questo eri agitata?... Ma non c’è bisogno, amore!... Ma chi è più sano di me? E chi è più sana di te?... I genitori miei e i tuoi, abbracciati insieme, raggiungono gli anni di Matusalemme!... Senza dire che sottoporre inutilmente un organismo sano a una cura scrupolosa... a una cura da principio debilitante, come quella che richiede il beneficio della mia «linfa»... è contrario a ogni principio di scienza...
CAMILLA
con un grido, disperatamente
Ma allora... ma allora... non c’è nessun mezzo... allora preferisco spezzare la mia vita!...
MARIO
spaventato
Camilla! Camilla! Che vuoi dire?
CAMILLA
stremata di forze, con un filo di voce
Salvalo... Salvalo... quel bambino...
MARIO
in una terribile ansietà
Ferruccio?
CAMILLA
c. s.
Sì, Ferruccio...
MARIO
scuotendola, preso da un’angoscia mortale
Ma parla! Parla!
Va a chiudere, rapidamente, la vetrata della veranda e torna presso di lei
Parla!
CAMILLA
c. s.
Non è tuo figlio...
MARIO
con un grido rauco, avventandosi su di lei
Ah!
CAMILLA
c. s.
È di Francesco Orsini.
Mario indietreggia, come trattenuto dall’orrore, rabbrividendo per tutte le fibre.
CAMILLA
restando sempre in ginocchio, col volto e la persona protesi verso di lui, e gli occhi chiusi
Ora puoi salvarlo... Prenditi Ferruccio con te e mandami via.
MARIO
con voce terribile, ma come tenuto da un filo di speranza che la cosa possa non essere vera
Camilla!... Vuoi tu farmi impazzire?... O sei tu, impazzita?
Una pausa, durante la quale si sente il respiro affannoso di Mario, mentre Camilla piange silenziosamente
Rispondi!... È vero?... È vero?...
Scuotendola furiosamente, vinto ormai da un’infinita disperazione, persuaso dall’atteggiamento di lei della verità della cosa
Con Francesco Orsini?... Miserabili! Vigliacchi!... Vattene, o io ti strozzo con queste mani! Vattene prima che io diventi pazzo!...
Si aggira disperatamente per la stanza, con la testa tra le mani. Poi si ferma, fa qualche passo verso di lei, considerandola con disprezzo
Ti sei data a un tisico per portare anche il marchio del suo corpo nel retaggio della tua infamia... E non ti sei vergognata di rimanere in questa casa? Non ti sei vergognata di sentirti da me espressa tutti i giorni la mia devozione?... La mia ammirazione?...
Sogghignando con indicibile strazio
Fino a oggi... fino a un minuto fa!... Ma sei tu... tu... Camilla... tu?...
CAMILLA
con un filo di voce
Non voglio che tu abbia nessuna commiserazione di me. Solo ti dico che se ho seguitato a restare nella tua casa... è stato perché il mio amore per te... fatalmente... è incominciato dopo... quando non ero degna... Una nuova vita s’iniziò, che non poteva niente cancellare ma che mi veniva suggerita dalla mia anima rinnovata. Ho sentito di non avere diritto di spezzare la tua esistenza, poi... e d’intralciarti la strada con la mia confessione... E il mio silenzio – credilo tu che mi sai fiera – mi è valso per la maggiore espiazione... Da che ho incominciato veramente ad amarti – tu sai da quando – non sono stata che tua con la mia anima e con la mia carne... Prima... fu una sola aberrazione – che io non scuso e che mi fu suggerita da un senso di rivolta... contro di te... Ho tanto aspettato che mi nascesse un bambino «tuo»... Sono stata punita anche in questo... Ora... è per la vita di quella creatura... salvala... salvala... Non m’importa niente di me...
MARIO
con voce sorda
Andrete via tutti e due da questa casa!
CAMILLA
con un grido
No! Lui no!...
MARIO
c. s.
Lui... il figlio di Francesco Orsini... andrà via con te... Sarà il solo bambino che io non vorrò curare, che non vorrò salvare...
CAMILLA
No, Mario, no!...
MARIO
Io benedico, ora, alla mia scoperta non foss’altro che per questo: per vendicarmi... per avere nella mia mano, io solo, il diritto della sua vita, e per negarglielo, questo diritto!
CAMILLA
c. s.
No, per pietà!... Uccidimi, straziami, prendimi tutto il mio sangue... Saziati di tutte le vendette...
MARIO
Ti è caro, eh?... Ti è caro quel bambino che appartiene al tuo disonore...
CAMILLA
Hai il diritto d’insultarmi... è vero... Ma io ho orrore della mia colpa... e un orrore non può essere che un distacco!...
MARIO
Hai tollerato che io lo baciassi... che io lo facessi crescere sulle mie ginocchia... Che io lo amassi... che io mi compiacessi di chiamarlo mio figlio... mentre tu mi avevi poi colpito in ciò che formava la mia gloria... Ed è precisamente alla mia scoperta scientifica, conquistata a forza di fatica e di veglie e di ansietà... che io devo quest’altra, assai lusinghiera, della mia vergogna!... Tutto ciò è burlesco... è tollerabile in una parodia... ma non in questa casa... Io non sono che un uomo... Non sono che un Cristo... Non sono un eroe, quale tu speravi di ritrovarmi in questa occasione, no... E mia moglie adultera... la scaccio via... e i bastardi non li allevo in casa!...
CAMILLA
Mario!... Mario!...
MARIO
corre ad aprire la porta della veranda e chiama
Ferruccio! Ferruccio!
Poi va verso la moglie
Alzati... E non farti vedere. Nessuno in questa casa deve sospettare di nulla. Partirete tutti e due per la campagna... per il mare... poi si troverà un pretesto.
CAMILLA
supplicandolo
No... tienti Ferruccio!
MARIO
udendo Ferruccio che sale dalla veranda
Vattene di là...
Indica la porta a destra