SCENA SECONDA.

Primo Mago.

Ci prendono per tre maschere. Ma non bisogna abusare dell'equivoco.

Secondo Mago.

Lascia andare! Che te ne importa?

Terzo Mago.

Io direi, giacchè abbiamo il privilegio di renderci invisibili....

Secondo Mago.

Per carità! Sono tremila anni che ci nascondiamo! Io non resisto alla tentazione di essere scambiato per un mortale qualunque!

Primo Mago.

Hai ragione. Se gli illustratori di favole non avessero pensato per conto loro a fabbricarci un viso sui libri, chi ci avrebbe mai visti?

Terzo Mago.

Profittiamo quindi del carnevale per stare in mezzo alla gente. Olà! vecchio Pierrot! Come va la tua pallida amante? L'hai lasciata in soffitta?

Il Pierrot

scattando in piedi.

Ma signore! Sono un pubblico funzionario e non ho un'amante pallida! Mia moglie si chiama Carolina!

Se ne va sdegnato a sinistra. Il Cameriere crolla il capo e se ne va a destra.

Terzo Mago.

Anche lui è ingrassato!

Secondo Mago.

Tutto il mondo è ingrassato.

Primo Mago.

E intristito.

Secondo Mago.

Imborghesito.

Terzo Mago.

Dove sono più i sogni e dov'è più l'infanzia?

Secondo Mago.

Nulla! Più nulla!

Primo Mago.

Queste maschere sono in un disagio enorme.

Secondo Mago.

Manca il cuore leggero, per la maschera!

Terzo Mago.

L'ultimo Reuccio che incontrai per la strada in cerca di una Reginotta era falso, fuggiva da un istituto di corrigendi e pretendeva una dote.

Secondo Mago.

Non vi dico dell'ultima Reginotta! Era isterica, letterata, e cercava l'indirizzo di una levatrice!

I tre Maghi

sollevano il braccio toccandosi con le estremità delle dita e ridono di un riso grasso e pacifico. È la maniera di ridere dei Maghi.

Primo Mago.

Può darsi che si esageri da parte nostra. Gli uomini sarebbero gli stessi se non andassero troppo in fretta. È la fretta che rovina tutto. Forse è per questo che non si accorgono più di noi.

Secondo Mago.

Il fatto è che non abbiamo più credito.

Terzo Mago.

Ebbene, io faccio una proposta. Va bene che non siamo mai andati d'accordo e ci rimproveriamo l'uno coll'altro una quantità di cose.... Io – secondo voi – come Mago della Poesia, ho proiettato troppa luna sul mondo....

Primo e Secondo Mago.

Oh! non ne parlare! Va' là!

Terzo Mago.

Come non ne parlare! Guardatelo qua lui!

Accennando al primo mago.

Hai fatto più male tu, con la tua verità assoluta, che tutti i peccati mortali uniti insieme!

Secondo Mago

ironico.

Non parliamo poi di me....

Terzo Mago

deridendolo.

Ah! la giustizia di quest'altro! La giustizia pura! Che ingiustizia!

Secondo Mago.

Bene! Un momento! Un momento! Lasciamo andare!... Ascoltate la mia proposta.... Giacchè ci siamo ritrovati miracolosamente riuniti in questo paese, e dal momento che tutti e tre miracolosamente siamo d'accordo nel ritenere che il mondo è troppo intristito, perchè è diventato deserto di sogni e povero d'infanzia, torniamo all'antico e facciamo un miracolo....

Terzo Mago.

Vuoi dire: un incanto!

Secondo Mago.

Sì, un incanto!

Primo Mago.

No! Io non mi presto più alle favole.

Secondo Mago.

Ma sì! Regaliamo una fiaba a questo paese. Nessuno qui ci conosce. Nessuno ammette neanche probabile la nostra esistenza dal momento che ogni uomo ha ben altro per il capo. Il mondo è borghese. Il mondo gonfia i suoi otri d'olio e sperpera sul sangue! Orbene, alla solita avventura umana, alla prima che ci càpita in questo salone, proviamo a dare uno stile, uno stile di sogno, e vediamo che cosa ne viene fuori.

Primo Mago.

Un momento! Approvo la cosa. Ma facciamo in modo che l'esperimento ci possa servire. Che stranezza! Dopo qualche millennio di pellegrinaggio, manchiamo ancóra di esperienza! Riuniamoci dunque sul campanile della città, illuminiamola della nostra luce d'incanto e dividiamo la fiaba in tre giornate: la mia, la tua, la sua. E stiamo a vedere....

Terzo Mago.

Stiamo a vedere chi compie la maggior quantità di disastri....

Secondo Mago.

Sarà una lezione!

Terzo Mago.

Ahimè! Fratelli in magia! Ahimè! Dopo tremila anni! Ma che cosa abbiamo imparato durante questo tempo?

Primo Mago.

A stabilire delle morali.

Secondo Mago.

E il mondo che ha imparato?

Terzo Mago.

A sconvolgerle.

I tre Maghi ridono alla maniera di prima.

Secondo Mago.

Andiamo dunque! Di chi sarà questa prima giornata?

Terzo Mago.

La Verità anzi tutto!

Primo Mago.

Ebbene, sia! Vi ringrazio della precedenza!

Secondo Mago.

Andiamo!

Terzo Mago.

Un momento. Stabiliamo prima una cosa. Ci rendiamo o no invisibili?

I Maghi si guardano interrogandosi.

Primo Mago.

Io dico che ciascuno faccia come crede e si regoli a seconda dell'opportunità.

Secondo Mago.

Benissimo. Andiamo sul campanile!

Via.

Share on Twitter Share on Facebook