Primo eSecondo Mago dalla sinistra.
Primo Mago.
Confessa, fratello mio, che è una disfatta. Confessiamo che è una disfatta! Se lasciavo quella gente in preda alla verità pura, si mangiava viva.
Secondo Mago.
Ecco perchè hai preferito....
Primo Mago.
Che si rimangiassero la verità! Ma del resto la tua giornata non è stata meno disastrosa della mia! Tu sei arrivato alle ultime conseguenze!
Secondo Mago.
La Giustizia io non la concepisco che così. La sua faccia è implacabile.
Primo Mago.
Tu confondi il giudice col carnefice! Perciò, amico mio, ritiriamoci a vita privata. Noi non siamo che dei provocatori di delitti!
Secondo Mago.
Qual è il mio delitto?
Primo Mago.
La Giustizia pura è delittuosa. Ne hai avuto la prova! Ma è tale perchè esagera. Un padre si uccide per un delitto che ha commesso in condizioni fisiche morbose, e lo deve sapere il figlio da cui è giusto che sia esecrato.... Ma non è vero!
Secondo Mago.
Come non è vero? Lo dici tu che sei la Verità!
Primo Mago.
Ah be'! Allora si vede che non sei persuaso che il mondo non sa che farsene di noi! Caro mio! oggi gli uomini fabbricano saette!
Secondo Mago.
Le fabbricavano anche prima!
Primo Mago.
Ma vanno più lontano! Oggi gli uomini fanno del loro cervello il proprio cuore, e tutt'al più, per riconfortare le loro pupille, hanno bisogno di un pezzetto di cielo! Ne hanno abbastanza per riposarsi e seguitare a salire! Oh! credi pure che se ne infischiano dei maghi, delle favole e delle avventure in genere. “Quando io – dice l'uomo – ho il mezzo di fabbricare, sulla stanchezza umana, la mia rinascita, vi saluto, o vecchi maghi, vecchissimi maghi, anacronistici maghi!” E ti dico la verità che, se io fossi un uomo, vorrei fare l'arrotino; mestiere elementare ma saggio, che non vende, come facciamo noi, roba arrugginita. Anzi, lui gira la ruota col piede e dà il filo ai coltelli, e porta anche con sè un ruscelletto per la cucina. Mentre noi facciamo tale esposizione delle nostre armi pericolose che la gente, passando, se ne impadronisce per improvvisare delle stragi. Ed ecco come da un principio astratto – qual'è la tua e la mia morale – si fabbricano tragedie.
Secondo Mago.
Vedremo come se la cava oggi il nostro fratello in poesia! Tra mezz'ora comincierà il suo incanto!
Primo Mago.
Mah! forse è più saggio di noi! Perchè egli alla Verità preferisce la finzione – con cui fabbrica l'arte. E alla Giustizia preferisce l'indulgenza, con cui fabbrica l'amore. Egli rade la sua vecchiezza tutti i giorni, e ti sfido a trovargli un segno di barba!
Vocìo lontano di gente che arriva.
Secondo Mago.
Eccoli qua i personaggi del “loro” dramma e della “nostra” favola....
Primo Mago.
Evidentemente il nostro fratello avrà eletto questo luogo per compiervi la sua giornata....
Secondo Mago.
Già. E vengono qui attratti inconsapevolmente dalla civetteria di questa collina in fiore.
Primo Mago.
Facciamo una cosa.
Secondo Mago.
Per esempio?
Primo Mago.
Prima che il nostro fratello in poesia inizi il suo incanto rendiamoci visibili a questa gente: e, se c'interrogano, diciamo la verità.
Secondo Mago.
Ossia?
Primo Mago.
Diciamo pure che siamo dei maghi! Mi piacerà vedere l'effetto su ciascuno di essi.
Secondo Mago.
Se non vuoi altro!...
Arriva di corsa un gruppo di maschere che alla vista dei Maghi si ferma interdetto, a distanza.