Scena terza

IL SERVITORE rientrando in scena col vassoio su cui è posata una bottiglia di vino col bicchiere, vede IL BURATTINO in quello strano atteggiamento e per la paura tutto gli traballa nelle mani. PLACIDO cambia la posizione delle braccia e delle gambe al BURATTINO, gli tira il naso, come per assicurarsi che il congegno funzioni bene. IL BURATTINO rimane assolutamente passivo e obbediente. Dopo averlo ben fatto girare da tutte le parti, PLACIDO lo appoggia alla parete. IL SERVITORE è stato a guardarlo a bocca aperta.

PLACIDO

Beh? Che c'è? Ho voluto osservarli bene uno per uno, prima di consegnarli. Sono un uomo di coscienza, io...

IL SERVITORE

che si è un po' riavuto

Va bene, non dico di no, sarete un uomo di coscienza, ma anche quando siete solo, caro mio, a causa di quel vostro ventre, è come se foste in venti persone! Mentre io ero in dispensa ho sentito delle voci fioche insinuarsi attraverso i muri!...

PLACIDO

Non date retta alle voci fioche... Io me ne vado e siamo intesi che tornerò più tardi...

IL SERVITORE

Ma come? Non volete più bere?

PLACIDO

Io no!... Arrivederci...

Se ne va a sinistra

IL SERVITORE

lo guarda trasecolato

Tutti così questi artisti... Adesso hanno sete... da qui a un momento non l'hanno più...

Si ferma sul limitare della porta a guardare PLACIDO che se ne va per le scale

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