Documento VI

Al cardinale Ippolito d'Este in Ferrara

Rev. et Ill. S. mio observ. - Hieri cum la cavalcata hebbi lo invoglio de li privilegij antiqui, secundo me scrive V. R. S. per la sua de' 5 mandarme, et ho inteso quanto la scrive et li usarò circumpictione. Expectarò messer Carlo in lo aprire lo invoglio, et in sua presentia se incontrerà li pecci cum la lista mandata.

Ultra quello vedrà V. R. S. io scrivo a la Ex. del Sig. duca suo fratello, il papa nanti lo uscisse di camera hebbe a dirme anchora che io giurava non esser vero che V. R. S. se fusse intrusa ne la Abbatìa de Nonantula, et che pure lo è vero: et che quella sforciò li monaci, como loro diranno, la elligessero, et si fece ellegere: dicendo che quella voliva suscitare una pramatica al modo de Francia, et che la ge farìa per decta causa uno processo grande. Et che havendo voluto mandare il suo legato ad inventariare quelli fructi restati del morto, quella havìa comisso el ge fusse prohibito, como fu. Al che si vede che dubitandosi forsi per alcuni la Santità Sua non ge daesse alfine decta Abbatìa per le parole la usò a me, hanno cercato verificare le false informatione per questa via, del che io ne fu' advertito da lo auditore de la Camera; et io ne advertii mess. Ludovico Fabriano. Resposi che mess. Ludovico Areosto ge havìa facto intendere como li monaci l'haviano ellecta, et che la non li havìa voluto audire, et se li havìa mandati dinanti, et che cussì stava la cosa. Ma rumpendomi la Santità Sua et non me lasciando dire, conclusi che io non iustificarìa altramente la S. V. R., ma lasciarìa fare a ley che lo sciaperìa ben fare, la quale era per [cxli] dimostrarsi sempre cussì bon servitore suo, quanto sia chi la accusa; dicendo che imperò li voliva dare adviso del tutto: al che la repplicò non ne curare, et che la me lo diceva bene a quello fine. - Il tutto significoli, et de continuo mi recomando a la sua bona gratia.

Romae, X junij M. D. X.

E R. D. V.

Servus

B. Costabili Epis. Adrianensis.

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