Ai medesimi
Magnifici ac potentes domini mei observandissimi. Già sono molti giorni e mesi passati, che, essendo ad instanza delli uomini di Gello stato ritenuto a Lucca uno delli nostri uomini delle Fabriche, il mio illustrissimo signore scrisse a V. S. quanto per [266] la annessa copia esse si potranno ricordare; e V. S. furno contente farlo rilasciare, e parve che ponesse silenzio a questa differenza, perchè da quel tempo in qua non se n'è poi sentito altro. Or di nuovo mi riferiscono li nostri uomini di Valico di sotto, che pure per tal causa e per la medesima instanza uno delli suoi uomini è stato sostenuto al Borgo: per questo mi è paruto, più presto che consentire a loro volontà che dimandavano di fare ripresaglia d'alcuno delli sudditi di V. S., di ricordarli con questa mia, quanto questa cosa sia per dispiacere allo illustrissimo Signor mio, quando la intenda, e pregare e domandare di grazia a V. S., delle quali sono deditissimo, che siano contente di commettere che questo nostro sia subito relassato, e commettere alli suoi uomini di Gello, che desistano da questa impresa; e più presto quietamente e di concordia è da trattarla con lo illustrissimo Signore mio, che di nuovo si facci rivedere questa causa; chè, per quello che già fu fatto, sua Eccellenza si tiene avere riceputo torto, e il suo commissario non si portasse molto bene. Di questo prego di nuovo V. S., alle quali sempre mi raccomando.
Castelnovi, ultima octobris 1524.