Agli Anziani della Repubblica di Lucca
Magnifici ac potentes domini, domini observandissimi etc. A' giorni passati scrissi a V. S. di certe robe e forzieri sono appresso quel don Michele rettore della terra vostra di Gurfigliano; le quali sono robe tolseno quelli tristi che assassinorno quella povera donna del conte Gian Maria da Santo Donnino e il figliuolo, che le portorono là; e V. S., per sua grazia, per sue lettere commisseno a detto prete le tenesse appresso di sè, nè le dovesse dare senza licenza di quelle. Il perchè queste robe, se sono di quelle del conte, si spettano alli frati e monache qui di Santo Francesco, che sono eredi, e a uno altare: se anco sono di quelle di quelli assassini, si spettano alla camera del mio illustrissimo Signore. E perchè quelli ribaldi su ciò molestano il [262] prete, e le vorrebbeno; per tanto, acciò non si possino gloriare di avere la roba e morte le persone, e che la sia data a chi si spetta, V. S. siano pregate, e anco per la giustizia, commettere al suo magnifico vicario di Castiglioni, mandi per dette robe per parte di quelle, e me le facci portare qui a me; e io molto bene farò pagare li portatori; e a V. S. mi raccomando, offerendomi ad similia etc.
Castelnovi Carfagnane, 7 septembris 1524.