Ai medesimi
Magnifici ac potentes domini, domini observandissimi etc. Per altre mie quali scrissi pochi giorni fa a V. S., e circa quelle robe furono tolte a Santo Donnino per quelli che assassinorno quella povera donna del conte Giovanni e il suo figliuolo, le quali robe si ritrovano in Gurfigliano, terra di V. S., appresso di quello prete Michele rettore lì, e pregai V. prefate S. volessero commettere al suo magnifico vicario di Castiglioni, che mandasse per dette robe, e me le facesse condurre qui a me, che io farei satisfare alli portatori; e questo per essere robe tolte in el mio commissariato, e che si spettano a frati, monache, e uno altare lì in Santo Domenico; e per quanto mi hanno riferito li frati qui, dicono aver avuto da V. S. che quelle risponderebbeno a me, e che si contentavano veder le ragioni di detti frati, monache e altare: pertanto per questa mia faccio noto a V. S. che io ho visto li testamenti e del conte Carlo vecchio e del conte Giovanni suo figliuolo ultimamente fatti per cadauno di loro, abbenchè per certi altri vostri cittadini costì e della casa di Santo Donnino mi fusse mostrato un altro testamento di detto conte Carlo, il quale per l'ultimo suo prefato fu ed è annullato; e per adesso mando a V. S. la copia dell'ultimo testamento del conte Giovanni, per virtù del quale dette robe si spettano a detto altare, frati e monache, [264] acciò quelle siano chiare, che senza causa licita e onesta non mi sono mosso a così richiedere V. S., le quali so che per giustizia e conscienza non sono per mancare alle giuste domande: e così le prego di nuovo, voglino fare ordinare, per quel miglior modo a loro parerà, che io abbi queste robe per distribuirle a chi giustamente si pervengano. E a quelle mi raccomando e offero.
Castelnovi Carfagnane, 20 septembris 1524.