Ai medesimi
Magnifici ac potentes domini mei observandissimi. Già molti dì sono che uno Tomeo da Valico di sotto rubò uno mulo ad uno suo zio; e avendo io processo contra di lui, per essere figliuolo di famiglia, non è mai comparito nè stato in loco dove io li abbi avuto potestade sopra. E perchè il povero uomo al quale è stato fatto il danno, il quale è suo zio, ne riceve grandissimo detrimento, e ne potria uscire qualche scandolo, chè li figliuoli di questo a chi è stato rubato potriano offendere o il padre o li fratelli di questo tristo; io, per vietare questo scandalo e per provvedere alla indennità di questo povero uomo, volentieri averei il prefato Tomeo in [195] le mani. E perchè intendo si riduce al Borgo, prego V. S. che commettino a quel suo vicario, che essendoli mostrato lo ritenga a mia instanza, e mandando io per lui, me lo dia nelle mani, perchè è bandito di questa provincia, e secondo li capitoli nostri con V. S. non ponno negare questa grazia; alle quali mi raccomando.
Castelnovi, 6 novembris 1523.