IX

Al cardinale Giovanni de' Medici.

Reverendissime Domine, D. e mi colendissime. La servitù ed osservanza mia, che da molti giorni in qua ho sempre avuta verso Vostra Signoria Reverendissima, e l'amore e benignità che quella mi ha dimostrata sempre, mi danno ardire che, senza adoperare altri mezzi, io ricorra ad essa con speranza di ottenerne ogni grazia. E quando intesi a' dì passati che Vostra Signoria Reverendissima aveva avuta la legazion di Bologna, n'ebbi quell'allegrezza che avrei avuta se il padron mio cardinale da Este fosse stato fatto Legato; sì perchè d'ogni utile e d'ogni onore di Vostra Signoria sono di continuo tanto desideroso e avido quanto un vero ed affezionato servitore deve esser d'ogni esaltazione del padron suo; sì anche perchè mi parve che in ogni mia occorrenza io fossi per avere quella tanto propizia e favorevole, quanto è debitore un grato padrone ad un suo deditissimo servo.

Supplico dunque Vostra Signoria Reverendissima di volermi per Bolla dispensare ad tria incompatibilia, ed a quel più che ha autorità di fare, o ch'è in uso, ed a più dignitade, insieme con quelle ample clausole che si ponno fare; et de non promovendo [21] ad sacros ordines, per quel tempo che più si può concedere. Io son ben certo che in casa di Vostra Signoria Reverendissima è chi saprà far la Bolla molto più ampia che non so dimandare io.

L'arciprete di Santa Agata, presente esibitore, il quale ho in loco di padre, ed amo per li suoi meriti molto, venirà a Vostra Signoria per questo effetto. Esso torrà la cura di far fare la supplicazione di quello che io dimando. Supplico Vostra Signoria Reverendissima a farlo espedir gratis: la qual mi perdoni se io li parlo troppo arrogante; chè l'affezione e servitù mia verso quella, e la memoria che ho delle offerte fattemi da essa molte volte, mi darebbono ardire di domandarle molto maggior cose di queste (ancorchè queste a me parranno grandissime), e certitudine d'ottenerle da Vostra Signoria. Si ricordi che deditissimo servo le sono: alla quale umilmente mi raccomando.

Ferrariae, 25 novembris 1511.

D. V. Reverendissime

Deditissimus et humilis servus,

Ludovicus Ariostus Ferrariensis.

Fuori - Reverendissimo in Christo Patri et Domino, Domino meo col. D. Cardinali de Medicis, Bononiae Legato dignissimo.

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