Al marchese di Mantova
Illustrissimo ed eccellentissimo Signor mio. Prima per il Molino, e poi per Jerondeo, mi è stato fatto intendere che Vostra Eccellenza averia piacere di vedere un mio libro, al quale già molti dì, continuando la invenzione del conte Matteo Maria Boiardo, io diedi principio. Io, bono e deditissimo servitore di V. S., alla prima richiesta la avrei satisfatta, e avuto di grazia che quella si fusse degnata leggere le cose mie, se il libro fosse stato in termine da poterlo mandare in man sua. Ma, oltre che il libro non sia limato nè fornito ancora, come quello che è grande ed ha bisogno di grande opera, è ancora scritto per modo, con infinite chiose e liture, e trasportato di qua e di là, che fôra impossibile che altro che io lo leggessi: e di questo la illustrissima signora Marchesana sua consorte me ne può far fede; alla quale, quando fu a questi giorni a Ferrara, io ne lessi un poco. Ma pur dispostissimo alli servizii di V. E., cercarò il più presto che mi serà possibile di far che ne veda almeno parte; e ne farò transcrivere, cominciando al principio, quelli quinterni che mi pareranno star manco male; e scritti che siano, li manderò a V. S. Illustrissima. Alla quale umilmente mi raccomando.
Ferrara, 14 luglio 1512.
Deditissimo servo di V. S.,
Lodovico Ariosto.
Fuori - Ill mo et Ex. mo principi et D. no meo Obser. mo , Dom. Marchioni Mantuae. Mantuae.
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