Ai medesimi
Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi. Essendo io a questi giorni stato a Ferrara, lo illustrissimo signor mio m'ha commisso ch'io replichi a V. S. quello che altre volte ho scritto, cioè che quelle siano contente, che li banditi di questa ducale provincia non siano securi nel dominio di V. S., et versa vice. Quelle ponno intendere li omicidii e assassinamenti che tuttavia accadeno in questi paesi, a li quali, per essere le giurisdizioni di V. S., de' signori Fiorentini e dell'illustrissimo signor mio così appresso l'una l'altra e come confuse, male si può provedere. Non ci vedo rimedio; ma che più presto le cose abbino a ire di male in peggio, se V. S. non mi soccorreno specialmente e presto, di non comportare che a li miei banditi sia dato recapito in le sue terre; et etiam per vedere che quando noi dessimo campana a martello per perseguitare tal gente di mala sorte, che le terre di V. S. accorressino in aiuto, che noi saremmo apparecchiati di fare per V. S. il medesimo: in buona grazia delle quali mi raccomando sempre.
Castelnovi, 10 aprilis 1523.