Al medesimo
Ill. ed Ecc. Signor mio. Ora ho ricevuto una di V. Ecc. per la quale quella m'instruisce quanto ho da fare contra questi banditi, li quali di nuovo hanno fatto li eccessi di che il Capitano de la Ragione avea dato avviso; ma perchè per un'altra mia, la quale per la via del Commissario del Frignano ho dirizzata a V. Ecc. io avviso quanto poi ho fatto, e qual sarebbe il mio disegno per avere [100] questi ribaldi ne le mani, non farò altro fin che da quella non ho nuova commissione. Le case sempre si ponno bruciare, ma non già sono atto d'avere li delinquenti ne le mani, se non aspettando il tempo, e usando grande industria. Pur io manderò la lettera di Vostra Eccell. al Commissario del Frignano, acciò che ad ogni mia richiesta mi somministri le genti e l'aiuto di che io lo ricercherò.
Li uomini del Poggio per aver negato di seguitare il Capitano de' balestrieri, e per aver prima dato mangiare e bere alli banditi, benchè io creda più presto per paura che per volontà; pur per non avere fatto il debito loro di dar la campana a martello, o di mandare ad avvisare l'officio, et etiam perchè sieno esempio agli altri; ho condennato secondo il tenore de le mie gride in 200 ducati, ed anco penso di non lasciar quelli di Camporeggiano impuniti, se con ragione potrò procedere: ma fanno assai escuse, che li banditi erano molti più in numero che tutto quel popolo, e che li balestrieri nostri giunseno improvviso, e così presto furon rotti, che essi non ebbono tempo di pigliar l'arme. Pur la cosa s'intenderà e similmente del Comun di Ponticossi, che fu richiesto e non volse seguire; e s'io potrò condennarli, non avrò loro remissione. A V. Ecc. starà poi a far la grazia, ne la quale spero che avrà rispetto a far satisfare il Capitano e quel povero balestriero, del quale il cavallo peritte, dei loro interessi.
Appresso perchè si approssima il tempo che questo Capitano de la Ragione sit functus officio, chè [101] questo giugno è il suo termine, io dubito di restar qui senza compagno, o vero che sia mandato in suo loco uno che non sia così a proposito de l'officio come è lui, che, come altre volte ho scritto e detto a bocca, è virile e uomo da farsi temere e ubbidire, ed esso con la sua severità tempera quel mio difetto che alcuni di Castelnovo m'hanno imputato, cioè di essere troppo buono; dove se fusse mandato qui un altro che similmente fusse troppo buono, dubito che l'uno e l'altro insieme farìa una mistura che valerìa poco: per tanto prego V. Ecc. a far che non si parta finchè ella non abbia provvisto d'un altro simile a lui; che almeno non si parta di qui per tutto agosto. Altro non occorre al presente. In bona grazia di V. Ecc. umil.te mi raccomando.
Castelnovi, XVI aprilis 1523.