Al medesimo
Ill.o ed Ecc.o Signor mio. Oggi alcuni modanesi uomini da bene e boni cittadini, e fra gli altri un Francesco Guidone, il quale dice essere parente del Capitano Mesino dal Forno, venendo per andare alli bagni, quando son stati a Frassinoro, dubitando [131] di essere assassinati, hanno tolto in compagnia e scorta Mess. Gian Giacomo Cantello con una grossa compagnia di gente, il quale Mess. Gian Giacomo gli ha accompagnati fin 4 miglia appresso a S. Pellegrino; poi gli disse che non ci era più pericolo, e li lasciò, e diede volta. Non furon slongati un tratto di balestra che furon assaltati dagli assassini che pur sono de la fazione di Mess. Gian Giacomo, che erano iti innanzi alla posta, et etiam da alcuni di quelli che li avevano accompagnati con Mess. Gian Giacomo fin lì, li quali erano tornati indrieto, per modo che presero quel Guidone dicendoli che era de' lor nemici, e gli hanno tolto non solo quelli danari che li hanno trovato addosso, ma ancora messogli taglia; sì che bisognò che li compagni, chi con 4, chi con 6 ducati, e chi con più e chi con meno lo riscodessono, chè dicevano di volerlo ammazzare: e poi hanno levato ancora il resto de li danari ch'avevan gli altri compagni. Son venuti a Castelnovo molto di mala voglia, e dànno la colpa che Mess. Gian Giacomo sia stato consenziente di questo assassinamento, e molto si lamentano di lui. Io non credo già che la colpa sia di lui, se non quanto non può forse vietare alli suoi seguaci che facciano di simili mal'opere; pur io gli ho scritto e pregatolo, che faccia ogni opera possibile per far restituire questi danari, e tanto più quanto la colpa è data a lui. Non so quello che mi risponderà. N'ho voluto dar avviso a V. Ecc. alla quale non voglio già dar ricordo di quello ch'ella sa meglio quello che debbe fare, che non so io: pur [132] la certifico che nè al bosco, nè dentro alle terre, nè serrato in le case, nessuno in questo paese è sicuro da li omicidi e assassini. Io fo fare ogni notte la guardia a questa casa, o rôcca che sia, dove abito, e ci fo dormire, oltra li miei famigli, sempre due balestrieri perchè ogni dì son minacciato che mi verranno a tôrre questo prigione, ch'io ci ho, per forza: e a V. Ecc. mi raccomando.
Castelnovi, 28 maii 1523.