LXXXII

Al medesimo

Ill. ed Ecc. Signor mio. Per un'altra mia ho avvisato V. Ecc. de l'assassinamento fatto d'una grandissima quantità di bestie minute e grosse da alcuni fanti che stanno a Frassinoro, in favore di [146] Mess. Gian Giacomo Cantello. A lui io scrissi subito, e questa Comunità scrisse, nè ancora n'ho avuto risposta. Poi questi uomini a chi son state levate le bestie sono iti per ricuperarle, e sono iti indarno, come a bocca il latore di questa potrà riferire. Questi uomini subito han fatto ripresaglia di X muli di alcuni che sono da Castelnovo di Reggiana e sono per farla di quante robe di Lombardi passeranno di qui. Io gli ho ammoniti a non far ripresaglie, se prima non ricorrono a V. Ecc., la quale o li aiuterà scrivendo di sorte a Mess. Gian Giacomo e a Domenico di Amorotto che le bestie saranno restituite, o vero li consiglierà quello c'hanno a fare; e per questo mandano: ma non li ho potuto persuadere che restituiscano li muli; pur ho fatto che li porranno in man mia. Domani tutta la Vicarìa è chiamata a Consiglio per far provvisione, che quando per amor non possan riavere il suo, di rivalersi per qualche via. Io dubito che non si attacchi qualche gran discordia tra Lombardi e questi Toschi, e che cominciando questi Grafagnini qualche impresa, e poi (come son di natura non troppo valenti e mal d'accordo insieme) non la sostenendo, diano materia alli Lombardi di passar di qua, e ridurre questa provincia ne li termini che è il Frignano. Non mancherà per me finchè 'l male è fresco di rimediare; ma senza l'aiuto e consiglio di V. S. non mi dà l'animo di farlo. In bona grazia de la quale mi raccomando.

Castelnovi, 20 iunii 1523.

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