LXXXVII

Al medesimo

Ill. Signor mio. Mando a V. Ecc. queste due lettere, l'una de' Signori Fiorentini, l'altra de' Lucchesi. Credo sian le risposte di quanto ha scritto loro V. Ecc. per quelle confine e ripresaglie. Quelli di Pietra Santa vendêro le bestie per 24 ducati; pur quando li nostri dessero sicurtà di pagarle in casu sucumbentiae, le restituiriano. Quel Commissario mi fa instanza che di novo mi voglia trasferire sul loco per terminare tal confine; ed io non voglio pigliare ardire senza commissione di V. Ecc. porre a' danni di quella termini, perchè mi rendo certo, che tra per sapere meglio dir la sua ragione perchè è dottore ed ha molti dottori in compagnia, [155] che io non ho qui alcuno, e per essere più potente e più arrogante di me, vorrà o non mettere confine o porle a suo modo: io m'ho sempre escusato, che non ho mandato da V. Ecc., e senza quello non son per venire in su quel loco.

Intendo che Mess. Giovanni Ziliolo è in Frignano per rassettare quel paese: mi pare che stando là potrebbe anco rassettare questo; e questo saria mettendo le mani addosso a quelli del Costa e a quest'altri del Sillico e a parecchi da Somma Cologna, che intendo che sono venuti in Frignano in soccorso de le parti di Virgilio.

Li portatori di questa saranno, credo, uomini mandati da la Vicarìa di Camporeggiano per dolersi d'una sentenza data contra di loro. Io l'ho data secondo acta et probata e per consiglio del Capitano qui, e tenendomi alle commissioni di V. Ecc., alla quale mi raccomando.

Castelnovi, XI iulii 1523.

Share on Twitter Share on Facebook